Lettera ai commissari della II Esposizione Agricola Siciliana (10 luglio 1911): differenze tra le versioni

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{{A destra|10 luglio 1911}}
Ho idoleggiato in 50 anni di lavoro assiduo e fra non poche amarezze i sogni più sublimi che abbiano mai accesa la fantasia dei poeti e illuminate le meditazioni dei pensatori.
 
''Il lavoratore affranto è ora costretto a chiudere l'officina''.
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Il vostro culto rispettoso all'Arte, la tolleranza gentile di opinioni radicalmente diverse dalle vostre, e che tali si manterranno, finchè avremo coscienza di noi, mi provano che l'opera vostra si innalza con ardire sereno dalla gora dei volgari interessi per illuminarsi alla sfera dei supremi Ideali.
 
Accogliete, Vi prego, i sensi più fervidi della mia gratitudine, e recate alla Patria gloriosa il mio più vivo augurio della sua perpetua ascensione per l' erta luminosa dell'Ideale; recate il saluto più affettuoso e commosso del figlio riconoscente e devoto.
 
==== Note ====
''Lettera del 10 luglio (1911), una delle ultime, di cui «potè appena tracciarne solo i primi abbozzi», oltre il ringraziamento ai commissari della seconda esposizione agricola siciliana per l'acquisto della biblioteca di Rapisardi, che successivamente sarà devoluta al Comune di Catania.''
 
 
 
 
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