Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/479: differenze tra le versioni

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m Correzione AutoreCitato|Du Cange
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<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|1181}}--><noinclude>''riorum'' </noinclude>''incisiones''. Vedi p. {{ZbLink|2340}}, fine. Ma né ''fusum'' né ''fusa'' non si trovano ne’ vocabolari latini, ma solamente ''fusus'' che fa nel plurale ''fusi''. Or ecco ne’ frammenti di {{AutoreCitato|Quinto Aurelio Simmaco|Simmaco}} scoperti dal {{AutoreCitato|Angelo Mai|Mai}} ({{Sc|Q. Aurelii Simmachi}} V. C. ''Octo Orationum ineditarum partes'', ''Orat''. III, scil. ''Laudes in Gratianum Augustum'', cap. IX, Mediol. 1815, p. 35): ''Et vere si fas est praesagio futura conicere, iamdudum aureum saeculum currunt'' {{Sc|fusa}} ''Parcarum''. Cosí ha il codice Ambrosiano antichissimo, cioè di verso la metà del sesto secolo almeno, vale a dire un secolo al piú dopo la morte dell’autore. E che non sia sbaglio di scrittura si conosce anche dal vedere che scrivendo ''fusi'' guasterebbesi quel ritmo di cui Simmaco era tanto vago e sollecito e cosí perpetuo seguace, come può sapere ognuno che l’abbia <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|1182}} letto e come si può notare a prima giunta anche negli altri scrittori di quella età e delle circonvicine e generalmente di tutti gli scrittori latini e greci di corrotta e affettata eleganza e rettorica. Questa voce ''fusa'' è stata notata dal Mai nell’indice ''Rerum notabiliorum'' e dal {{AutoreCitato|Giuseppe Furlanetto|Furlanetto}} nell’Appendice al {{AutoreCitato|Egidio Forcellini|Forcellini}}. Vedi pure il Forcellini e il glossario in ''saccus, sextarius'', poiché noi diciamo ''le sacca, le staia''. Dal che si potrebbe dedurre che l’antico volgo latino dicesse similmente ''murum, pugnum, fructum, lectum'', sostantivo, ''digitum, anellum, risum'', nel genere neutro, o almeno nel plurale (oltre il mascolino che abbiamo in tali plurali anche noi) ''mura, pugna, fructa, lecta, digita, anella, risa'', come noi diciamo ''le mura, le pugna, le frutta, le letta, le dita, le anella, le risa'' e simili, quantunque non resti notizia precisa di queste voci latine, come fino a pochi anni addietro non si aveva notizia della voce che abbiamo veduta e che restava pure nell’italiano. ''Fructa'' e ''mura'', neutri plurali, si ritrovano anche nel latino barbaro ({{AutoreCitato|Du Cange|{{Sc|Du Cange}}}}). ''Lectum'', sostantivo neutro, è usato da {{AutoreCitato|Eneo Domizio Ulpiano|Ulpiano}} nel ''Digesto'', e vedi Forcellini. ''Risus us'' dicono i buoni<section end="2" />
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|1181}}--><noinclude>''riorum'' </noinclude>''incisiones''. Vedi p. {{ZbLink|2340}}, fine. Ma né ''fusum'' né ''fusa'' non si trovano ne’ vocabolari latini, ma solamente ''fusus'' che fa nel plurale ''fusi''. Or ecco ne’ frammenti di {{AutoreCitato|Quinto Aurelio Simmaco|Simmaco}} scoperti dal {{AutoreCitato|Angelo Mai|Mai}} ({{Sc|Q. Aurelii Simmachi}} V. C. ''Octo Orationum ineditarum partes'', ''Orat''. III, scil. ''Laudes in Gratianum Augustum'', cap. IX, Mediol. 1815, p. 35): ''Et vere si fas est praesagio futura conicere, iamdudum aureum saeculum currunt'' {{Sc|fusa}} ''Parcarum''. Cosí ha il codice Ambrosiano antichissimo, cioè di verso la metà del sesto secolo almeno, vale a dire un secolo al piú dopo la morte dell’autore. E che non sia sbaglio di scrittura si conosce anche dal vedere che scrivendo ''fusi'' guasterebbesi quel ritmo di cui Simmaco era tanto vago e sollecito e cosí perpetuo seguace, come può sapere ognuno che l’abbia <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|1182}} letto e come si può notare a prima giunta anche negli altri scrittori di quella età e delle circonvicine e generalmente di tutti gli scrittori latini e greci di corrotta e affettata eleganza e rettorica. Questa voce ''fusa'' è stata notata dal Mai nell’indice ''Rerum notabiliorum'' e dal {{AutoreCitato|Giuseppe Furlanetto|Furlanetto}} nell’Appendice al {{AutoreCitato|Egidio Forcellini|Forcellini}}. Vedi pure il Forcellini e il glossario in ''saccus, sextarius'', poiché noi diciamo ''le sacca, le staia''. Dal che si potrebbe dedurre che l’antico volgo latino dicesse similmente ''murum, pugnum, fructum, lectum'', sostantivo, ''digitum, anellum, risum'', nel genere neutro, o almeno nel plurale (oltre il mascolino che abbiamo in tali plurali anche noi) ''mura, pugna, fructa, lecta, digita, anella, risa'', come noi diciamo ''le mura, le pugna, le frutta, le letta, le dita, le anella, le risa'' e simili, quantunque non resti notizia precisa di queste voci latine, come fino a pochi anni addietro non si aveva notizia della voce che abbiamo veduta e che restava pure nell’italiano. ''Fructa'' e ''mura'', neutri plurali, si ritrovano anche nel latino barbaro ({{AutoreCitato|Charles du Fresne, sieur du Cange|{{Sc|Du Cange}}}}). ''Lectum'', sostantivo neutro, è usato da {{AutoreCitato|Eneo Domizio Ulpiano|Ulpiano}} nel ''Digesto'', e vedi Forcellini. ''Risus us'' dicono i buoni<section end="2" />