Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/505: differenze tra le versioni

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{{Pt|lunche|qualunche}} sete su le porte, & tutti uoi citadini uicini, io mi hò perfumata la testa de eccellenti ò Gioue & buoni perfumi, & unguenti. à costoro li uasetti Tasij molto abondano. questi assai stano su la testa, & queste altre fiorite sonno uolate uia: per il che sono molto piu che ottimi ò Idio da’l cielo. mettimi de’l uino, che tutta notte ne fara star aòegre noi elette, che hauemo un souaue odore. Horsu donne ditemi, doue l’inamorato di mia patrona?
{{Pt|lunche|qualunche}} sete su le porte, e tutti voi citadini vicini, io mi hò perfumata la testa de eccellenti ò Giove e buoni perfumi, e unguenti. à costoro li vasetti Tasij molto abondano. questi assai stano su la testa, e queste altre fiorite sonno volate via: per il che sono molto piu che ottimi ò Idio da’l cielo. mettimi de’l vino, che tutta notte ne fara star alegre noi elette, che havemo un souave odore. Horsu donne ditemi, dove l’inamorato di mia patrona?</dd></dl>
;Co.: Egli è lì, tu mi pari hauerlo trouato.
;Co.: Egli è lì, tu mi pari haverlo trovato.
;Fante.: Certamente, che egli è uenuto qua à cena. ò patrone beato felice, & tre uolte felice.
;Fante.: Certamente, che egli è venuto qua à cena. ò patrone beato felice, e tre volte felice.
;Pat.: Io?
;Pat.: Io?
;Fan.: Sì per Gioue, piu che huomo de’l mondo, chi è fatto piu beato di te, il quale, sendoui i citadini piu che tre mila in moltitudine, non hai cenato solo?
;Fan.: Sì per Giove, piu che huomo de’l mondo, chi è fatto piu beato di te, il quale, sendovi i citadini piu che tre milla in moltitudine, non hai cenato solo?
;Co.: Hai deto apertamente huomo fortunato.
;Co.: Hai deto apertamente huomo fortunato.
;Fan.: Doue, doue uai?
;Fan.: Dove, dove vai?
;Pat.: Vengo à cena.
;Pat.: Vengo à cena.
;F.: Per Venere sei molto piu ultimo de tutti: madŏna pigliatemi commandato mi hà ch’io conduca e queste giouanette con teco. V’hà lasciato il uin Chio et altre buone cose apresso, non tardiate. & se alcuno de spettatori è beneuolo, & da giudici che altroue non guardino, uenga con meco, che ogni cosa ui daremo. donq; ciò generosamĕte
;F.: Per Venere sei molto piu ultimo de tutti: madonna pigliatemi commandato mi hà ch’io conduca e queste giovanette con teco. V’hà lasciato il vin Chio et altre buone cose apresso, non tardiate. e se alcuno de spettatori è benevolo, e de giudici che altrove non guardino, venga con meco, che ogni cosa vi daremo. donque ciò generosamente