Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/128: differenze tra le versioni

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{{Pt|tà|antichità}}<ref>(a)</ref>. Si aveva di già la descrizione del tempio di Girgenti da qualche tempo; ma non sono più che dieci anni da che si è cominciato a parlare di quei di Pesto<ref>(i)</ref>, sebbene questi non abbiano sofferto verun danno, e sieno stati sempre liberamente esposti alla vista di tutti in una gran pianura deserta sulla riva del mare. La mancanza di notizie intorno a quelle fabbriche è stata cagione di non essersi conosciuta sin al presente alcun’altra opera dell’ordine dorico dei Greci fuor che le colonne del prim’ordine nel teatro di Marcello, dell’{{w|Colosseo|anfiteatro di Vespasiano}}<ref>(b)</ref>, e quelle di un portico a Verona<ref>(2)</ref>.
{{Pt|tà|antichità}}<ref>Vedi qui avanti ''pag. 4. segg''.</ref>. Si aveva di già la descrizione del tempio di Girgenti da qualche tempo; ma non sono più che dieci anni da che si è cominciato a parlare di quei di Pesto<ref>Il signor {{AutoreCitato|Pierre-Jean Grosley|Grosley}} dice, che un giovane scolaro di un pittore di Napoli fu il primo, che nel 1755. risvegliò l’attenzione dei curiosi sugli avanzi preziosi d’Architettura, che veggonsi a Pesto. Nel 1767. il sig. {{AutoreCitato|Filippo Morghen|Morghen}} li fece incidere in sei Tavole, delle quali il signor de la Lande ha dato un estratto in un solo foglio. Non è lungo tempo, che sono state pubblicate in Londra le belle incisioni dei monumenti di Pesto. Il librato Jombert ha stampato in Parigi nel 1769. le ''Rovine di Pesto'', con diciotto Tavole. [ Vedi qui avanti ''pag. 3''.</ref>, sebbene questi non abbiano sofferto verun danno, e sieno stati sempre liberamente esposti alla vista di tutti in una gran pianura deserta sulla riva del mare. La mancanza di notizie intorno a quelle fabbriche è stata cagione di non essersi conosciuta sin al presente alcun’altra opera dell’ordine dorico dei Greci fuor che le colonne del prim’ordine nel teatro di Marcello, dell’{{w|Colosseo|anfiteatro di Vespasiano}}<ref>Sono piuttosto di un ordine toscano moderno, o vogliam dire quale usavasi ai tempi di Vespasiano.</ref>, e quelle di un portico a Verona<ref>{{AutoreCitato|Roland Fréart de Chambray|Chambray}} nel suo ''Paralléle de l’Architecture ancienne, & moderne'', mette, per ignoranza, il teatro di Vicenza fatto dal Palladio, fra le opere antiche.</ref>.


§. 7. Le colonne del tempio di Girgenti non hanno, compresivi anche i capitelli, cinque diametri d’altezza, misurati dalla parte inferiore, come quelle di Pesto<ref>(e)</ref>. {{AutoreCitato|Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio}} sissa l’altezza delle colonne doriche a sette diametri<ref>(d)</ref>, o quattordici moduli, che è lo stesso; perchè il modulo fa la metà del diametro. Ciò non ostante, siccome quello scrittore<ref>(e)</ref> ha voluto determinare le sue misure dell’Architettura secondo le proporzioni del corpo umano, parte sul mistero di certi numeri, e in parte sull’armonia; non ha potuto dare altre ragioni di quelli sette diametri, che il suo numero misteriofo di sette: il che dee mettersi coi sogni dei moderni rispetto al numero sette nella musica. Si potrebbe trovare qualche fondamento di sei diametri delle colonne nella proporzione del piede umano, che i più antichi statuarj
§. 7. Le colonne del tempio di Girgenti non hanno, compresivi anche i capitelli, cinque diametri d’altezza, misurati dalla parte inferiore, come quelle di Pesto<ref>Vedi qui avanti ''pag. 46''.</ref>. {{AutoreCitato|Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio}} sissa l’altezza delle colonne doriche a sette diametri<ref>Vedi ''loc. cit. pag. 51. not.'' {{Sc|a}}.</ref>, o quattordici moduli, che è lo stesso; perchè il modulo fa la metà del diametro. Ciò non ostante, siccome quello scrittore<ref>''lib. 3. cap. 1''.</ref> ha voluto determinare le sue misure dell’Architettura secondo le proporzioni del corpo umano, parte sul mistero di certi numeri, e in parte sull’armonia; non ha potuto dare altre ragioni di quelli sette diametri, che il suo numero misterioso di sette: il che dee mettersi coi sogni dei moderni rispetto al numero sette nella musica. Si potrebbe trovare qualche fondamento di sei diametri delle colonne nella proporzione del piede umano, che i più antichi statuarj




(a) Vedi qui avanti ''pag. 4. segg''.

(0 Il signor {{AutoreCitato|Pierre-Jean Grosley|Grosley}} dice, che un giovane scolaro di un pittore dì Napoli fu il primo, che nel 1755. risvegliò l’attenzione dei curiosi sugli avanzi preziosi d’Architettura, che veggonsi a Pesto. Nel 1767. il sig. {{AutoreCitato|Filippo Morghen|Morghen}} li fece incidere in sei Tavole, delle quali il signor de la Lande ha dato un estratto in un solo foglio. Non è lungo tempo, che sono state pubblicate in Londra le belle incisioni dei monumenti di Pesto. Il librato Jombert ha stampato in Parigi nel 1769. le ''Rovine di Pesto'', con diciotto Tavole. [ Vedi qui avanti ''pag. 3''.


(b; Sono piuttosto di un ordine toscano moderno, o vogliam dire quale usavasi ai tempi di Vespasiano.

(1) {{AutoreCitato|Roland Fréart de Chambray|Chambray}} nel suo ''Paralléle de l’Architecture ancienne, & moderne'', mette, per ignoranza, il teatro di Vicenza fatto dal Palladio, fra le opere antiche.

(e) Vedi qui avanti ''pag. 46''.

(d) Vedi ''loc. cit. pag. 51. not.'' {{Sc|a}}.

(s) ''lib. 3. cap. 1''.