Pagina:Eneide (Caro).djvu/537: differenze tra le versioni

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-Era gran feritore e grande arciero.
+{{R|1195}}Era gran feritore e grande arciero.
      D’ambe le parti erano Morte e Marte
 Del pari; e parimente i vincitori
-E i vinti ora cadendo, ora incalzando,{{R|1195}}
+E i vinti ora cadendo, ora incalzando,
 Seguian la zuffa; nè viltà, nè fuga
-Nè di qua nè di là vedeasi ancora.
+{{R|1200}}Nè di qua nè di là vedeasi ancora.
 L’ira, la pertinacia e le fatiche
 Erano e quinci e quindi ardenti e vane.
-E di questi e di quelli avean gli Dei{{R|1200}}
+E di questi e di quelli avean gli Dei
 Che dal ciel gli vedean, pietà e cordoglio.
-Stava di qua Ciprigna e di là Giuno
+{{R|1205}}Stava di qua Ciprigna e di là Giuno
 A rimirarli; e pallida fra mezzo
 Di molte mila infurïando andava
-La nequitosa Erinni. Una grand’asta{{R|1205}}
+La nequitosa Erinni. Una grand’asta
 Prese Mezenzio un’altra volta in mano
-E turbato squassandola, del campo
+{{R|1210}}E turbato squassandola, del campo
 Piantossi in mezzo, ad Orïon simíle
 Quando co’ piè calca di Nereo i flutti,
-E sega l’onde, con le spalle sopra{{R|1210}}
+E sega l’onde, con le spalle sopra
 A l’onde tutte; o qual da’ monti a l’aura
-Si spicca annoso cerro, e ’l capo asconde
+{{R|1215}}Si spicca annoso cerro, e ’l capo asconde
 Infra le nubi. In tal sembianza armato
 Stava Mezenzio. Enea tosto che ’l vede
-Ratto incontro gli muove. Ed egli immoto{{R|1215}}
+Ratto incontro gli muove. Ed egli immoto
 Di coraggio e di corpo ad aspettarlo
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