Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/124: differenze tra le versioni

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Ma se Lara temeva gli scherzi di cattivo gusto dei ladri, perchè riapriva le porte? Aveva forse sentito qualche rumore in giardino e coraggiosa, da brava sarda, usciva per assicurarsi che di ladri non ce n’erano punto? — Infatti uscì in giardino, ma anche là regnava il silenzio profondo delle notti d’autunno. La campagna brulla dormiva sotto le onde di luce argentea del plenilunio, non una nuvola sul cielo di un azzurro limpido, latteo, stillante brina. Attraverso la solitudine della vallata risonava il murmure del torrente gonfio dalle ultime pioggie che si precipitava fra le rupi delle montagne lontane. Nient’altro! Non un profumo, non un fruscio. Le rame secche si disegnavano quasi scheletri rossastri, esili, desolati fra l’atmosfera azzurra, nè il raggio della luna proiettava alcun arabesco di foglie o di fiori sul terreno spazzato dal vento della notte prima; solo la sabbia del viale, che scricchiolava sotto i piedini di Lara, mandava un tenue riflesso sulle orme lasciate da lei. Cosi la fanciulla arrivò in fondo al giardino, si fermò al cancello e ascoltò. Nulla! Se non venisse, se non venisse quella sera! No, no! A lei pareva un sogno; lei si sentiva allegra come mai in sua vita, lei avrebbe rinunziato al milione se le avessero detto: — Và stanotte a letto e ti daremo un milione! — lei...
Ma se Lara temeva gli scherzi di cattivo gusto dei ladri, perchè riapriva le porte? Aveva forse sentito qualche rumore in giardino e coraggiosa, da brava sarda, usciva per assicurarsi che di ladri non ce n’erano punto? — Infatti uscì in giardino, ma anche là regnava il silenzio profondo delle notti d’autunno. La campagna brulla dormiva sotto le onde di luce argentea del plenilunio, non una nuvola sul cielo di un azzurro limpido, latteo, stillante brina. Attraverso la solitudine della vallata risonava il murmure del torrente gonfio dalle ultime pioggie che si precipitava fra le rupi delle montagne lontane. Nient’altro! Non un profumo, non un fruscio. Le rame secche si disegnavano quasi scheletri rossastri, esili, desolati fra l’atmosfera azzurra, nè il raggio della luna proiettava alcun arabesco di foglie o di fiori sul terreno spazzato dal vento della notte prima; solo la sabbia del viale, che scricchiolava sotto i piedini di Lara, mandava un tenue riflesso sulle orme lasciate da lei. Cosi la fanciulla arrivò in fondo al giardino, si fermò al cancello e ascoltò. Nulla! Se non venisse, se non venisse quella sera! No, no! A lei pareva un sogno; lei si sentiva allegra come mai in sua vita, lei avrebbe rinunziato al milione se le avessero detto: — Và stanotte a letto e ti daremo un milione! — lei...


— Lara! Lara!.. — mormorò una voce al di fuori del cancello.
— Lara! Lara!... — mormorò una voce al di fuori del cancello.


Lara aprì, e prima che il pallore apportato al suo viso da quell’ultima paura fosse svanito, due braccia forti frementi le strinsero la vita sottile e due labbra di fuoco
Lara aprì, e prima che il pallore apportato al suo viso da quell’ultima paura fosse svanito, due braccia forti frementi le strinsero la vita sottile e due labbra di fuoco