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povertà di sangue e di tessuti, originarono l’«Aurora». La chiarezza e la letizia perfetta, e perfino l’esuberanza dello spirito che son rispecchiate da quest’opera, si accordano in me non solo con la più profonda debolezza fisiologica ma addirittura con un eccesso del sentimento di dolore. In mezzo a terribili sofferenze prodotte da crampi al cervello durati per tre giorni continui e accompagnati da vomito conservavo una meravigliosa limpidità dialettica e riflettevo con molto sangue freddo su problemi per i quali, da sano, non mi sento abbastanza agile, abbastanza raffinato, abbastanza ''freddo''.
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ECCE HOMO
Forse, i miei lettori sanno fino a che punto io consideri la dialettica un sintomo di decadenza, per esempio nel caso più famoso: nel caso di Socrate. Tutti i disturbi dell'intelletto, anche quella mezza sordità ch’è una conseguenza della febbre, fino ad oggi io li ho ignorati, sì che mi son dovuto informare della loro natura e frequenza per mezzo di opere scientifiche. Il mio sangue scorre lentamente. Nessuno mi ha mai potuto trovare con la febbre addosso. Un medico, che mi curò a lungo come malato di nervi, finì per dirmi: «No! non si tratta de’ suoi nervi; io, io stesso, sono nervoso». Ad ogni modo, assolutamente nessuna malattia localizzata in un punto dell’organismo: il mal di stomaco non era causato dall’organo in se, sebbene in causa dell’esaurimento generale avessi la più profonda debolezza del sistema gastrico; anche il mal d’occhi, che a volte si avvicinava in modo pericoloso alla cecità, non era che una conseguenza; sì che col crescere della vitalità aumentò anche la potenza visiva.
povertà di sangue e di tessuti, originarono I’ < Aurora . La chia¬

rezza e la letizia perfetta, e perfino l’esuberanza dello spirito che
Una lunga, una troppo lunga serie d’anni significa per me guarigione, ma purtroppo significa anche ricadute, decadenza, una specie di decadenza periodica. Ebbene, occorre ancora ch’io dica, dopo tutto ciò, che sono molto ''esperto'' in questioni di decadenza? Le ho studiate sillaba per sillaba, avanti e indietro. L’arte minuziosa dell’afferrare e dell’intendere, le dita pronte a cogliere ogni sfumatura, la psicologia del «vedere al di là degli angoli» e tutte le altre mie particolarità, furono acquistate soltanto allora, sono
son rispecchiate da quest’opera, si accordano in me non solo con la
più profonda debolezza fisiologica ma addirittura con un eccesso
del sentimento di dolore. In mezzo a terribili sofferenze prodotte
da crampi al cervello durati per tre giorni continui e accompagnati
da vomito conservavo una meravigliosa limpidità dialettica e riflet¬
tevo con molto sangue freddo su problemi per i quali, da sano, non
mi sento abbastanza agile, abbastanza raffinato, abbastanza freddo.
Forse, i miei lettori sanno fino a che punto io consideri la dia¬
lettica jjjn sintpmo di decadenza, per esempio nel caso più famoso:
nel caso di Socrate. Tutti i disturbi dell'intelletto, anche quella
mezza sordità ch’è una conseguenza della febbre, fino ad oggi
io li ho ignorati, sì che mi son dovuto informare della loro natura
e frequenza per mezzo di opere scientifiche. Il mio sangue scorre
lentamente. Nessuno mi ha mai potuto trovare con la febbre ad¬
dosso. Un medico, che mi curò a lungo come malato di nervi, finì
per dirmi: « No! non si tratta de’ suoi nervi; io, io stesso, sono
nervoso ». Ad ogni modo, assolutamente nessuna malattia loca¬
lizzata in un punto dell’organismo : il mal di stomaco non era cau¬
sato dall’organo in se, sebbene in causa deH’esaurimento generale
avessi la più profonda debolezza del sistema gastrico; anche il mal
d’occhi, che a volte si avvicinava in modo pericoloso alla cecità,
non era che una conseguenza; sì che col crescere della vitalità
aumentò anche la potenza visiva.
Una lunga, una troppo lunga serie d’anni significa per me gua¬
rigione, ma purtroppo significa anche ricadute, decadenza, una
specie di decadenza periodica. Ebbene, occorre ancora eh’ io dica,
dopo tutto ciò, che sono molto esperto in questioni di decadenza?
Le ho studiate sillaba per sillaba, avanti e indietro. L’arte minu¬
ziosa dell’afferrare e dell’intendere, le dita pronte a cogliere ogni
sfumatura, la psicologia del « vedere al di là degli angoli » e tutte
le altre mie particolarità, furono acquistate soltanto allora, sono