Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/113: differenze tra le versioni

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fiabe della servitù; ma una tristezza infinita, quasi il riflesso di un dolore nascosto, le velava gli occhi, e un sorriso acre, di scontento e di noia, le increspava le labbra pallide.


Bastiano le ripeta le sue ide* circa il camino e il focolaio «tella cucina, poi si azzardò di porgere su un pezzo di Buchero le palato arrostite, pregando Lara di prenderne ijiuilcuna. Essa sorrse, stringendo1*! nelle spalle, sotto il corsetto oscuro, e spinse la sua affabilità sino’ad accettare rinvilo del servo; prese eoa la sua manina diafano una pamta da quel vassoio assai democratico, sorrise nuovamente e mormorò: — Glielo dirò poi, perchè vedo venir Poppa... Si, ò meglio dopo, quando Poppa rientrerà per apparecchiare la tavola. Ora voglio ascoltarli... mi divertono tanto! Ma come è sporco Bastiano! — Lo squadrò coi» uno sguardo annoiato, poi si guardò le mani clic teneva incrociate sul grembialino di percalle oscuro, e provo un brivido; al confronto di quelle del servo le sue mani parevano di morta. In quel punto venne Peppa; era una rnl’azza di sedici anni, bellina, ma con gli occhi piccini piccini e la voce gro«sa. Poppa e Bastiano si odiavano cordialmente dopo io scena della festa della montagna; si bisticciavano eternamente, rinfacciandosi ogni difetto e debolezza; puro avevano intervalli di pace, durante i quali ragionavano con calma. Ir. quella sera si trovavano in uno di questi intervalli. Peppa si sedette a piedi in croce acconto al fuoco e li sporse sulla cenere.
Bastiano le ripetè le sue idee circa il camino e il focolare della cucina, poi si azzardò di porgere su un pezzo di sughero le patate arrostite, pregando Lara di prenderne qualcuna. Essa sorrise, stringendosi nelle spalle, sotto il corsetto oscuro, e spinse la sua affabilità sino ad accettare l'invito del servo; prese con la sua manina diafana una patata da quel vassoio assai democratico, sorrise nuovamente e mormorò: — Glielo dirò poi, perchè vedo venir Peppa... Si, è meglio dopo, quando Peppa rientrerà per apparecchiare la tavola. Ora voglio ascoltarli... mi divertono tanto! Ma come è sporco Bastiano! — Lo squadrò con uno sguardo annoiato, poi si guardò le mani che teneva incrociate sul grembialino di percalle oscuro, e provò un brivido; al confronto di quelle del servo le sue mani parevano di morta. In quel punto venne Peppa; era una ragazza di sedici anni, bellina, ma con gli occhi piccini piccini e la voce grossa. Peppa e Bastiano si odiavano cordialmente dopo la scena della festa della montagna; si bisticciavano eternamente, rinfacciandosi ogni difetto e debolezza; pure avevano intervalli di pace, durante i quali ragionavano con calma. In quella sera si trovavano in uno di questi intervalli. Peppa si sedette a piedi in croce acconto al fuoco e li sporse sulla cenere.


-- oh! sei calzata, Peppona! — esclamò il servo guardandoli.
- Oh! sei calzata, Peppona! — esclamò il servo guardandoli.


.- Lo sei tu e non posso esserlo io? C’è il fango oito un palmo nelle strade. Ma guardi, guardi, donna Lara, le mi scarpe.sono rotte, è vero si o no?
- Lo sei tu e non posso esserlo io? C’è il fango alto un palmo nelle strade. Ma guardi, guardi, donna Lara, le mie scarpe sono rotte, è vero si o no?


— Sicuro!
— Sicuro!


— Sono in trattative per rattopparle con mastro Erbasfcca, il calzolaio dei poveri, come io chiamano, ma ton possiamo accordarci. Lui pretende due lire; a me l»are basti una lira c mezzo!... — Si levò una scarpa, in tosto davvero lagrimevole, e Bastiano la guardò con l’aimportante di chi se re intende. Rise ed esclamò!
— Sono in trattative per rattopparle con mastro Erbasicca, il calzolaio dei poveri, come lo chiamano, ma non possiamo accordarci. Lui pretende due lire; a me pare basti una lira e mezzo!... — Si levò una scarpa, in istato davvero lagrimevole, e Bastiano la guardò con l’aria importante di chi se ne intende. Rise ed esclamò:


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— Come sei sfacciata! E vuoi che per una lira e mezzo ti rattoppino quelle scarpe ! Benché mastro Erbasicca