Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/13: differenze tra le versioni

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Usciti dalla trattoria i cuochi e i camerieri, Domenico Rosi, il padrone, rimase a contare in fretta, al lume di una candela che sgocciolava fitto, il denaro della giornata. Gli si strinsero le dita toccando due biglietti da cinquanta lire; e, prima di metterli nel portafogli di cuoio giallo, li guardò un'altra volta, piegati; e soffiò su la fiammella avvicinandocisi con la bocca. Se la candela non si fosse consumata troppo, avrebbe contato anche l'altro denaro nel cassetto della moglie; ma chiuse la porta, dandoci poi una ginocchiata forte per essere sicuro che aveva girato bene la chiave. Di casa stava dall'altra parte della strada, quasi dirimpetto. Ormai erano trent'anni di questa vita ; ma ricordava sempre i primi guadagni, e gli piaceva alla fine d'ogni giorno sentire in fondo ali anima la carezza del passato: era come un bell'incasso.
CON GLI OCCHI CHIUSI
Usciti dalla trattoria i cuochi e i came-
rieri, Domenico Rosi, il padrone, rimase a
contare in fretta, al lume di una candela
che sgocciolava fitto, il denaro della giornata.
Gli si strinsero le dita toccando due biglietti
da cinquanta lire; e, prima di metterli nel
portafogli di cuoio giallo, li guardò un'al-
tra volta, piegati; e soffiò su la fiammella
avvicinandocisi con la bocca. Se la candela
non si fosse consumata troppo, avrebbe con-
tato anche laltro denaro nel cassetto della
moglie ; ma chiuse la porta, dandoci poi una
ginocchiata forte per essere sicuro che aveva
girato bene la chiave. Di casa stava dallal-
tra parte della strada, quasi dirimpetto.
Ormai erano trent*anni di questa vita ;
ma ricordava sempre i primi guadagni, e
gli piaceva alla fine d'ogni giorno sentire in
[fondo ali anima la carezza del passato: era
^come un belFincasso.
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