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la cassa di Marco Antonio per gettarla in mare. Ma Cornelia, che vestita era da uomo, venne sopra coperta gridando e volendo vietar che la cassa non si gettasse in mare, e correndovi anco Marco Antonio, i marinari, non avendo risguardo a nessuno e facendo il tutto per salvezza de la vita, gettarono in mare la cassa, ed essendovisi Cornelia appiccata con le mani, in quel furore cascò anco ella in mare. La nave dal vento portata volava su l’acqua di maniera che nessuno puoté darle aita, e il misero Marc'Antonio disperato fu per gettarsi in mare. Tuttavia, veggendo che rimedio non v’era, se ne diede a la meglio che puoté pace. Non perciò tanto gli premeva la morte de la sua Cornelia quanto la perdita dei danari e gioie che erano ne la cassa. Erano sovra il promontorio che i genovesi dicono Capo di Monte quando questo avvenne. E rinforzandosi il vento che a terra gli spingeva, dopo Tessersi i marinari affaticati per voltar il legno a la volta del mare e non v’essendo rimedio, la nave percosse tra gli scogli vicini a Rapallo, e fu di sorte, che tutte le persone si salvarono. In questo essendo tutti in terra, chi prese una via e chi un’altra, come in simili naufragi suol avvenire. Faustina, che Giulia in nave s'era fatta chiamare, per veder ciò che Marco Antonio farebbe, gli tenne dietro portando seco quelle poche cosette che in nave recate aveva. Marco Antonio in terra veggendosi e non si trovando un baiocco a dosso, non sapeva che farsi. Onde entrò in un fiero proponimento di voler morire. E cosi, per uscir di miseria, se n'andò verso un boschetto che era ivi sovra un colle vicino. Ove giunto che fu, non pensando esser da persona visto, pigliata la sua cinta e le cinte de le calze, fece un laccio e al collo se lo annodò, e salito sovra un arbore, attaccò il capo del laccio a un tronco e si lasciò cader giù. Ma il laccio, non potendo il peso reggere, si spezzò ed egli cadde in terra senza farsi male. Faustina, che sempre l’aveva seguitato e non lungi da lui s’era in una fratta appiattata, usci del macchione e cominciò a dirgli una grandissima villania. Egli, veggendosi sovragiunto, a la donna si rivolse e disse: — Bella giovane, poi che qui sei arrivata, io ti priego che tu voglia farmi grazia d’accomodarmi d’uno
NOVELLA XIX
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la cassa di Marco Antonio per gettarla in mare. Ma Cornelia,
che vestita era da uomo, venne sopra coperta gridando e volendo
vietar che la cassa non si gettasse in mare, e correndovi anco
Marco Antonio, i marinari, non avendo risguardo a nessuno e
facendo il tutto per salvezza de la vita, gettarono in mare la
cassa, ed essendovisi Cornelia appiccata con le mani, in quel
furore cascò anco ella in mare. La nave dal vento portata vo¬
lava su l’acqua di maniera che nessuno puoté darle aita, e il
misero Marc'Antonio disperato fu per gettarsi in mare. Tutta¬
via, veggendo che rimedio non v’era, se ne diede a la me¬
glio che puoté pace. Non perciò tanto gli premeva la morte de
la sua Cornelia quanto la perdita dei danari e gioie che erano
ne la cassa. Erano sovra il promontorio che i genovesi dicono
Capo di Monte quando questo avvenne. E rinforzandosi il vento
che a terra gli spingeva, dopo Tessersi i marinari affaticati per
voltar il legno a la volta del mare e non v’essendo rimedio,
la nave percosse tra gli scogli vicini a Rapallo, e fu di sorte,
che tutte le persone si salvarono. In questo essendo tutti in
terra, chi prese una via e chi un’altra, come in simili naufragi
suol avvenire. Faustina, che Giulia in nave s'era fatta chiamare,
per veder ciò che Marco Antonio farebbe, gli tenne dietro por¬
tando seco quelle poche cosette che in nave recate aveva. Marco
Antonio in terra veggendosi e non si trovando un baiocco a
dosso, non sapeva che farsi. Onde entrò in un fiero proponi¬
mento di voler morire. E cosi, per uscir di miseria, se n'andò
verso un boschetto che era ivi sovra un colle vicino. Ove giunto
che fu, non pensando esser da persona visto, pigliata la sua
cinta e le cinte de le calze, fece un laccio e al collo se lo an¬
nodò, e salito sovra un arbore, attaccò il capo del laccio a un
tronco e si lasciò cader giù. Ma il laccio, non potendo il peso
reggere, si spezzò ed egli cadde in terra senza farsi male. Fau¬
stina, che sempre l’aveva seguitato e non lungi da lui s’era in
una fratta appiattata, usci del macchione e cominciò a dirgli una
grandissima villania. Egli, veggendosi sovragiunto, a la donna
si rivolse e disse: — Bella giovane, poi che qui sei arrivata,
io ti priego che tu voglia farmi grazia d’accomodarmi d’uno