Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/175: differenze tra le versioni

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fiorirono; medaglie d'impronte diversi d'ogni materia fusibile gettate, cornigioni sottilmente di fina pietra intagliati; con soglie, ed architravi di magnifiche Porte; fragmenti d'Idoli, e rovinati Altari; con infinite altre cose, che trà le reliquie delle famose Città distrutte sogliono per ordinario scoprirsi. Trà gli Scrittori, che ne' primieri secoli della nostra salute scrissero, {{AutoreCitato|Gaio Plinio Secondo|Plinio}}, e {{AutoreCitato|Claudio Tolomeo|Tolomeo}} specialmente ne parlano, i quali, benche nel proprio luogo non l'habbiano posta, non grande spatio lontano però la descrissero, ambi trà gli Umbri alquanto più dietro gli Apennini, ch'ella non fù, ponendola. Questa fù nel detto sito eretta per Antiguardia, e propugnacolo principale della Regione Senonia contro gli Umbri, e Toschi, chiudendo ad essi di quei scoscesi Monti la via, in cui più che in altro luogo di quella lunga serie, à passaggieri s'agevola. Da' Pelasgi ceduta à gli Umbri; credesi, che da quelli accresciuta, & à conditione più nobile inalzata venisse; si come più nobili i nuovi habitatori ne furono: Poscia nelle guerre ancora da i Celti fugati, per sorte in mano cascò de' Senoni; i quali per esser à gli armenti, & all'agricoltura intenti, non come l'altre, lasciarono in abbandono; mà per la commodità de' pascoli copiosi habitaronla, accommodandovi al modo loro le stanze; come dalle ruine, che frà le Tosche, Romane, e Greche anche si scuoprono, raccogliesi chiaro. Cacciati essendo poscia i Senoni; da molti piccioli popoli, che ne i più domestici luoghi del propinquo Apennino soggiornavano sparsi, venne la medesima popolata; e gli habitatori, con la successione de gli Anni divenuti ricchi, per il lucroso negotio de gli animali, e delle biade, sendo anche fertilissimo quel terreno, furono da' Romani del titolo di Municipio generosamente honorati, compiacendosi quel Senato, che vivessero con le proprie Leggi, ad essa mettendosi anco di loro i più meritevoli alli gradi supremi, & alla Cittadinanza Romana, come da molti marmi, che sino à questo dì con Elogij de i lor meriti scritti si servano; singolarmente quello, che sotto le Loggie del Palagio publico di Pesaro eretto scorgesi, come quì sotto.
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</noinclude>fiorirono; medaglie d'impronte diversi d'ogni materia fusibile gettate, cornigioni sottilmente di fina pietra intagliati; con soglie, ed architravi di magnifiche Porte; fragmenti d'Idoli, e rovinati Altari; con infinite altre cose, che trà le reliquie delle famose Città distrutte sogliono per ordinario scoprirsi. Trà gli Scrittori, che ne' primieri secoli della nostra salute scrissero, {{AutoreCitato|Gaio Plinio Secondo|Plinio}}, e {{AutoreCitato|Claudio Tolomeo|Tolomeo}} specialmente ne parlano, i quali, benche nel proprio luogo non l'habbiano posta, non grande spatio lontano però la descrissero, ambi trà gli Umbri alquanto più dietro gli Apennini, ch'ella non fù, ponendola. Questa fù nel detto sito eretta per Antiguardia, e propugnacolo principale della Regione Senonia contro gli Umbri, e Toschi, chiudendo ad essi di quei scoscesi Monti la via, in cui più che in altro luogo di quella lunga serie, à passaggieri s'agevola. Da' Pelasgi ceduta à gli Umbri; credesi, che da quelli accresciuta, & à conditione più nobile inalzata venisse; si come più nobili i nuovi habitatori ne furono: Poscia nelle guerre ancora da i Celti fugati, per sorte in mano cascò de' Senoni; i quali per esser à gli armenti, & all'agricoltura intenti, non come l'altre, lasciarono in abbandono; mà per la commodità de' pascoli copiosi habitaronla, accommodandovi al modo loro le stanze; come dalle ruine, che frà le Tosche, Romane, e Greche anche si scuoprono, raccogliesi chiaro. Cacciati essendo poscia i Senoni; da molti piccioli popoli, che ne i più domestici luoghi del propinquo Apennino soggiornavano sparsi, venne la medesima popolata; e gli habitatori, con la successione de gli Anni divenuti ricchi, per il lucroso negotio de gli animali, e delle biade, sendo anche fertilissimo quel terreno, furono da' Romani del titolo di Municipio generosamente honorati, compiacendosi quel Senato, che vivessero con le proprie Leggi, ad essa mettendosi anco di loro i più meritevoli alli gradi supremi, & alla Cittadinanza Romana, come da molti marmi, che sino à questo dì con Elogij de i lor meriti scritti si servano; singolarmente quello, che sotto le Loggie del Palagio publico di Pesaro eretto scorgesi, come quì sotto.