Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/396: differenze tra le versioni

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{{Pt|che|antiche}} statue son belle perchè alla bella natura s’assomigliano, e la natura sarà bella allor solo che sarà simile alle belle statue<ref>{{AutoreCitato|Roger de Piles|De Piles}} ''Remarq. sur l’Art de peind. de du Fresnoy pag. 107''. </ref>. La prima proposizione è vera, non già riferendola alla bellezza d’un individuo, ma alla bellezza presa ''collettivamente'', cioè in generale. La feconda proposizione è falza, essendo, a cagion d’esempio, molto difficile e poco men che impossibile di trovare una struttura simile all’Apollo del Vaticano.
{{Pt|che|antiche}} statue son belle perchè alla bella natura s’assomigliano, e la natura sarà bella allor solo che sarà simile alle belle statue<ref>{{AutoreCitato|Roger de Piles|De Piles}} ''Remarq. sur l’Art de peind. de du Fresnoy pag. 107''.</ref>. La prima proposizione è vera, non già riferendola alla bellezza d’un individuo, ma alla bellezza presa ''collettivamente'', cioè in generale. La feconda proposizione è falza, essendo, a cagion d’esempio, molto difficile e poco men che impossibile di trovare una struttura simile all’Apollo del Vaticano.


{{Nl|Rapporto dell'umana figura coi tratti d’alcuni animali.}}
{{Nl|Rapporto dell’umana figura coi tratti d’alcuni animali.}}
§. 36. L’artista non contento della scelta e dell’armonico combinamento delle più eccellenti parti prese dalle più belle figure umane, si argomentò eziandio di ricavare un bello ideale dai più nobili tra i bruti, cosicchè non solo rappresentava talora nelle forme d’un sembiante umano una certa somiglianza colle fattezze dei volto di qualche animale, ma studiavasi ben anche di nobilitare e di sublimare per mezzo di questa somiglianza le umane e le divine figure. Ciò sembrerà forse al primo aspetto strano ed irragionevole; ma ove bene osservarsi vogliano le belle opere degli antichi, se ne ravviseranno evidenti prove, principalmente nelle teste di Giove e d’Ercole. Al padre e re de’ numi si scorgerà in volto tutta l’effigie del leone, re delle fiere, non solo negli occhi aperti e rotondi, nell’ampiezza della fronte rilevata e quasi gonfia, e nel naso; ma eziandio ne’ capelli, i quali a somiglianza della chioma del leone gli scendono giù dalla testa, e gli si rialzano sulla fronte, e divisi poi, quasi formando un arco, giù gli ricadono: il che della chioma del leone è proprio, anziché dell’umana capigliatura<ref>Winkelmann ha fatto tutto questo raziocinio principalmente sopra un celebre cameo in agatonice mandato di Francia al sig. cardinale Alessandro Albani, e colà ritornato, nel quale era scolpita la testa di Giove con questo carattere appunto di Icone. Noi ne daremo appresso il disegno nella giusta sua grandezza, cavato da una stampa, che ne fece in creta il più volte lodato signor consigliere Reiffenstein.</ref>.
§. 36. L’artista non contento della scelta e dell’armonico combinamento delle più eccellenti parti prese dalle più belle figure umane, si argomentò eziandio di ricavare un bello ideale dai più nobili tra i bruti, cosicchè non solo rappresentava talora nelle forme d’un sembiante umano una certa somiglianza colle fattezze del volto di qualche animale, ma studiavasi ben anche di nobilitare e di sublimare per mezzo di questa somiglianza le umane e le divine figure. Ciò sembrerà forse al primo aspetto strano ed irragionevole; ma ove bene osservarsi vogliano le belle opere degli antichi, se ne ravviseranno evidenti prove, principalmente nelle teste di Giove e d’Ercole. Al padre e re de’ numi si scorgerà in volto tutta l’effigie del leone, re delle fiere, non solo negli occhi aperti e rotondi, nell’ampiezza della fronte rilevata e quasi gonfia, e nel naso; ma eziandio ne’ capelli, i quali a somiglianza della chioma del leone gli scendono giù dalla testa, e gli si rialzano sulla fronte, e divisi poi, quasi formando un arco, giù gli ricadono: il che della chioma del leone è proprio, anzichè dell’umana capigliatura<ref>Winkelmann ha fatto tutto questo raziocinio principalmente sopra un celebre cameo in agatonice mandato di Francia al sig. cardinale Alessandro Albani, e colà ritornato, nel quale era scolpita la testa di Giove con questo carattere appunto di leone. Noi ne daremo appresso il disegno nella giusta sua grandezza, cavato da una stampa, che ne fece in creta il più volte lodato signor consigliere Reiffenstein.</ref>.
<ref follow="pagina395">''{{Pt|soluta|absoluta}} repræsentaretur, & nihil ad summam perfectionem in eo desideraretur, non possit tamen ostendere hominem talem existere? Nequaquam per Jovem, inquit''.</ref>


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<ref follow="pagina395">''{{Pt|soluta|absoluta}} repræsentaretur, & nihil ad summam perfectionem in eo desideraretur, non possit tamen ostendere hominem talem existere? Nequaquam per Jovem, inquit''.</ref>