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XIV
PROEMIO.

della fede e creò l’unità della nazione*.<ref>* Lutero, come tutti sanno, dice egli medesimo, di non avere alcun suo proprio o particolare dialetto (keine gewisse, sonderliche, eigene sprache im deutschen), ma di parlare la lingua della cancelleria di Sassonia, alla quale tatti i princìpi e re di Germania si conformavano, e per la quale Timperator Massimilano e l’elettore Federico avevano ridotto le lingue tedesche in una determinata lingua (die deutschen sprachen in eine gewisse sprache gezogen). È una semplice e ben contraddetta ipotesi di alcuni filologi tedeschi, che Lutero usasse prevalentemente di un suo dialetto familiare, turingio o alto-sassone, cui nessuno, ad ogni modo, sa più discernere. E circa il linguaggio delle cancellerie, il Raumer mostra con molta lucidezza (Ueber die entstéhung der neuhochdeutechen schriftsprache, nelle Gè- 8ammelte sprachvnssensch. schrift., p. 198-204), come prima fosse prevalentemente alemanno-svevo (Alta Germania occidentale), e poscia prevalentemente austro-bavaro (Alta Germania orientale), secondo le dinastie diverse, e formando nel primo caso, ma non più nelF altro, una diretta continuazione dell’alto-tedesco letterario del periodo di mezzo (mittelhochdeutscb); come inoltre le Diete, tramezzando fra i due poli alto-tedeschi, temperassero questo linguaggio aulico, giovassero a fermarlo, preparassero insomma la creta, cui Lutero doveva insufflar vita immortale. — Può anche vedersi Schlbiohee, Die deutsche sprache, in ispecie a p. 108 della sec. ediz. </ref> La Riforma, rifiutata da
della fede e creò l’unità della nazione*.<ref>* Lutero, come tutti sanno, dice egli medesimo, di non avere alcun suo proprio o particolare dialetto (keine gewisse, sonderliche, eigene sprache im deutschen), ma di parlare la lingua della cancelleria di Sassonia, alla quale tatti i princìpi e re di Germania si conformavano, e per la quale Timperator Massimilano e l’elettore Federico avevano ridotto le lingue tedesche in una determinata lingua (die deutschen sprachen in eine gewisse sprache gezogen). È una semplice e ben contraddetta ipotesi di alcuni filologi tedeschi, che Lutero usasse prevalentemente di un suo dialetto familiare, turingio o alto-sassone, cui nessuno, ad ogni modo, sa più discernere. E circa il linguaggio delle cancellerie, il Raumer mostra con molta lucidezza (Ueber die entstéhung der neuhochdeutechen schriftsprache, nelle Gè- 8ammelte sprachvnssensch. schrift., p. 198-204), come prima fosse prevalentemente alemanno-svevo (Alta Germania occidentale), e poscia prevalentemente austro-bavaro (Alta Germania orientale), secondo le dinastie diverse, e formando nel primo caso, ma non più nelF altro, una diretta continuazione dell’alto-tedesco letterario del periodo di mezzo (mittelhochdeutscb); come inoltre le Diete, tramezzando fra i due poli alto-tedeschi, temperassero questo linguaggio aulico, giovassero a fermarlo, preparassero insomma la creta, cui Lutero doveva insufflar vita immortale. — Può anche vedersi Schlbiohee, Die deutsche sprache, in ispecie a p. 108 della sec. ediz. </ref> La Riforma, rifiutata da
cosi gran parte degli Alto-Tedeschi, di cui restaurava la lingua,
cosi gran parte degli Alto-Tedeschi, di cui restaurava la lingua,