Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, I.djvu/386: differenze tra le versioni

Phe-bot (discussione | contributi)
Xavier121: split
(Nessuna differenza)

Versione delle 18:51, 18 lug 2015

NOVELLA XXVII 383 con i suoi stranamente abbigliato per non esser di leggero co¬ nosciuti; e subito fatto porre il morto giovine suso il suo cavallo, ma prima con drappi turatoli i buchi de la gola a ciò che più sangue non ne uscisse, fece ciascuno cavalcare. Ginevra la bionda aniarissimamente piangeva e fieramente gridava. Onde uno di quelli armati, che aveva una barbaccia nera con dui occhi stra¬ lunati che pareva il gran diavolo, se le fece innanzi con un pugnale in mano, e con una terribil voce le disse minacciando: — Giuro a Dio, se tu gridi, che io ti segherò la gola. Taci, ché tu hai meglio che tu non meriti, ché si fa il tuo bene e non lo conosci. — E cavalcando pervennero ad una chiesetta fuor di strada, ove più tosto che si puoté interrarono il morto e atte¬ sero a cavalcare. Erano quattro o cinque ore di giorno quando in certo boschetto vicino ad una villa si fermarono, e mandato a la villa a pigliar da mangiar per loro e per i cavalli si rifre- scarono. Ginevra la bionda tuttavia piangendo nulla o poco man¬ giò, e non puoté mai conoscere chi fossero quelli che la con¬ ducevano. La notte albergavano in case lontane da le ville e non permettevano che nessuno potesse parlare né a lei né a la donzella, né anco al suo servidore. Ora, essendo una notte al¬ loggiati in una picciola villa vicina a la grotta ove don Diego albergava circa sette miglia, il signor Roderico mandò un suo a don Diego, facendogli sapere quanto fatto s’era e che in¬ nanzi al desinare egli con la compagnia sarebbe là. Erano circa cinquanta giorni che il signor Roderico aveva lasciato il misero amante in qualche speranza di racquistar la grazia de la sua signora, il quale in questo tempo essendo vivuto assai bene e con lieta compagnia più del consueto aveva in gran parte ri¬ cuperato il naturai suo colore e quasi a la sua bellezza e viva¬ cità restituito esser si vedeva. Or quando egli dal mandato messo del suo amico intese le cose come erano seguite, stette buona pezza attonito e quasi fuor di sé. Poi pensando che egli fra un’ora vederebbe colei che tanto amava, senti un riscaldamento di sangue, un batter di core ed un sudor freddo per tutte le membra con mill’altri accidenti, di modo che luogo non tro¬ vava né sapeva che farsi. Fra questo mezzo avvicinandosi il