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Versione delle 17:55, 18 lug 2015

52 PARTE PRIMA Ma che in questo sarebbero assai differenti, con ciò sia cosa che egli non adoprarebbe ferro, glia a modo alcuno non si vo¬ leva dar pace, ed essendo, com’era, superba, ritrosa e forte, piena di sdegno arrabbiava di còlerà e di stizza, e non v’era ordine che in modo alcuno si volesse acquetare. E cosi dirot¬ tamente piangendo e senza aita e soccorso in poter del suo amante veggendosi, voleva disperarsi. Pompeio, poi che buona pezza l’ebbe lasciata piangere e fieramente lamentarsi, avendo¬ sela recata in braccio e a mal grado di lei più volte bascia- tole la bocca e il petto, cominciò di nuovo a rammentarle le cose vecchie, e si le disse : — Signora mia, voi sapete quanto tempo è ch’io vi son stato servidore, e che cosa non era al mondo per diffidi che si fosse, che io per amor vostro non avessi fatta. Voi molte fiate mi faceste buon viso e mostraste che v’era caro ch’io vi servissi. E perché mi pareva non aver né luogo né tempo comodo a manifestarvi il mio ferventissimo amore, e come per voi era privo d’ogni pace e riposo, aven¬ done perduto il cibo e ancora il sonno, mi deliberai pigliar quella comodità che a me pareva d’aver trovata, quando mi fu detto che il consorte vostro era andato in villa. Cosi tre¬ mando e ardendo venni a trovarvi. Voi devete ricordarvi de la maniera che mi trattaste, e ciò che contra ogni convenevolezza faceste. E se per sorte l’alterezza e superbia vostra v’avessero levato di mente l’estrema paura che mi faceste in quel punto, devete creder ch’io non me l’ho smenticata, anzi ognora l’ho nel core, e sovvienimi tuttavia che voi, non l’avendo io me¬ ritato, mi poneste a rischio di morire. Non devevate usar quei termini meco, ma conoscendomi, come mi conoscevate, ch’io v’amava, se l’amor mio non vi piaceva, potevate darmi one¬ sta licenza, che io averei messo l’animo altrove. Ora io intendo prender di voi quella vendetta che mi parrà. E sapendo che a casa mia di vostra voglia non sareste venuta, mi son ingegnato con inganno ivi condurvi, ov’ora essendo, farete gran bene a darmi quel che tormi non potete. — A la fine, dopo molti con¬ trasti, ella fu astretta a spogliarsi ed entrar con l’amante nel letto, ove giocarono più fiate a la lotta, e sempre a lei toccò a