Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/147: differenze tra le versioni
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niun indicio ne abbiamo negli antichi monumenti, che ci sono rimasti. Nel Collegio de’ Pontefici da Numa istituito egli ritrova un’Accademia di dotti, che ''colle loro veglie e co’ loro scritti potessero istruire quella moltitudine di fuorusciti, cui la severità delle leggi traeva a Roma, come ad inviolabile asilo.'' Eppur sappiamo, che Numa stesso se ottenne il nome illustre di Filosofo, |
niun indicio ne abbiamo negli antichi monumenti, che ci sono rimasti. Nel Collegio de’ Pontefici da Numa istituito egli ritrova un’Accademia di dotti, che ''colle loro veglie e co’ loro scritti potessero istruire quella moltitudine di fuorusciti, cui la severità delle leggi traeva a Roma, come ad inviolabile asilo.'' Eppur sappiamo, che Numa stesso se ottenne il nome illustre di Filosofo, |
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ciò fu singolarmente e per le savie leggi, che a’ Romani prescrisse, e per l’accorgimento finissimo, con cui per mezzo di un maestoso apparato di cirimonie, di sagrifizj, di pompe sacre strinse e soggettò quel ferocissimo popolo col possente freno della Religione; che quanto alla natural Filosofia non abbiamo indicio alcuno a provare, che Numa fosse in essa versato, se se ne tragga una lieve tintura di Astronomia, di cui si valse a regolare non troppo esattamente il Calendario. Tale è ancora il sentimento del dotto Bruckero diligentissimo ricercatore delle opinioni degli antichi Filosofi. ''Interim'', dic’egli<ref>Hill Gride. Phitofopk tom. I p. 347, ec</ref>, ''magnum virum & legislatorem prudentissimum Numam fuisse adeo non negamus, ut facile in Plutarchi sententiam concedamus, præferendum esse Lycurgo legislatorum fere Principi. Verum hæc virum quidem prudentem constituunt, qua ex causa Cicero quoque ei sapientiam constituendæ patriæ, & Plutarchus prudentiam civilem recte tribuunt, non vero Philosophum faciunt''. Più favorevole al sapere Astronomico di Numa è M. Bailly, il quale osserva, ch’ei fu assai più esatto nel regolare il suo Calendario di quel che fossero i Greci a que’ tempi<ref>Hilt de l'Astronom Ancienne p. 294 & 435 &c</ref>, e che anche, secondo alcuni, egli ebbe notizia del vero sistema del mondo, che fu poi adottato dalla Scuola Pittagorica; la qual lode però egli pensa, e parmi a ragione, che senza bastevole fondamento si attribuisca a Numa. II. Cicerone stesso, di cui non vi ebbe mai il più zelante Scrittore nel sostenere le glorie della sua patria, non ha potuto rinvenire argomenti, che con qualche probabilità dimostrassero, avere i Romani fino da’ primi secoli coltivate le scienze. Vorrebbe egli pur persuaderci<ref>L. IV Quel Tusc. in Exord</ref>, che la Pittagorica Filosofia fosse dagli antichi Romani conosciuta ed abbracciata. La vicinanza |
ciò fu singolarmente e per le savie leggi, che a’ Romani prescrisse, e per l’accorgimento finissimo, con cui per mezzo di un maestoso apparato di cirimonie, di sagrifizj, di pompe sacre strinse e soggettò quel ferocissimo popolo col possente freno della Religione; che quanto alla natural Filosofia non abbiamo indicio alcuno a provare, che Numa fosse in essa versato, se se ne tragga una lieve tintura di Astronomia, di cui si valse a regolare non troppo esattamente il Calendario. Tale è ancora il sentimento del dotto Bruckero diligentissimo ricercatore delle opinioni degli antichi Filosofi. ''Interim'', dic’egli<ref>Hill Gride. Phitofopk tom. I p. 347, ec</ref>, ''magnum virum & legislatorem prudentissimum Numam fuisse adeo non negamus, ut facile in Plutarchi sententiam concedamus, præferendum esse Lycurgo legislatorum fere Principi. Verum hæc virum quidem prudentem constituunt, qua ex causa Cicero quoque ei sapientiam constituendæ patriæ, & Plutarchus prudentiam civilem recte tribuunt, non vero Philosophum faciunt''. Più favorevole al sapere Astronomico di Numa è M. Bailly, il quale osserva, ch’ei fu assai più esatto nel regolare il suo Calendario di quel che fossero i Greci a que’ tempi<ref>Hilt de l'Astronom Ancienne p. 294 & 435 &c</ref>, e che anche, secondo alcuni, egli ebbe notizia del vero sistema del mondo, che fu poi adottato dalla Scuola Pittagorica; la qual lode però egli pensa, e parmi a ragione, che senza bastevole fondamento si attribuisca a Numa. II. {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}} stesso, di cui non vi ebbe mai il più zelante Scrittore nel sostenere le glorie della sua patria, non ha potuto rinvenire argomenti, che con qualche probabilità dimostrassero, avere i Romani fino da’ primi secoli coltivate le scienze. Vorrebbe egli pur persuaderci<ref>L. IV Quel Tusc. in Exord</ref>, che la Pittagorica Filosofia fosse dagli antichi Romani conosciuta ed abbracciata. La vicinanza |