Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, I.djvu/25: differenze tra le versioni

 
Nessun oggetto della modifica
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
conviti ed altre sorti di ſeste teneva corte bandita. Venuto adun que il giorno anniversario de la coronazione di Artaserse. ed essendo tutte le cose secondo gli ordini loro messe in assetto, volendo il re ſare quanto ne l’animo caduto gli era, impose a uno de li suoi ſſdati camarieri, che subito se nandasse a tro vare Ariabarzane e si gli dicesse: Ariabarzane, il re ti co manda che adesso adesso il corsiero bianco, la mazza d’oro e gli altri arnesi de la senescalcaria tu istesso porti a Dario tuo nemico, e per parte del re li dirai che egli creato senescalco generale. And il camariero, e ſece quanto dal re gli era stato imposto. Ariabarzane, udendo questa ſſera ambasciata, ſu per morire di doglia, e tanto pi di dolor sentiva, quanto che Dario era il maggior nemico che egli avesse al mondo. Non dimeno, come colui chera di grandanimo, non sostenne in modo alcuno di mostrar la gravezza che di dentro aveva, ma con buon viso disse al camariero: Ci che piace al mio signor sia ſatto.
conviti ed altre sorti di feste teneva corte bandita. Venuto adun que il giorno anniversario de la coronazione di Artaserse. ed essendo tutte le cose secondo gli ordini loro messe in assetto, volendo il re fare quanto ne l’animo caduto gli era, impose a uno de li suoi ffdati camarieri, che subito se nandasse a tro vare Ariabarzane e si gli dicesse: Ariabarzane, il re ti comanda che adesso adesso il corsiero bianco, la mazza d’oro e gli altri arnesi de la senescalcaria tu istesso porti a Dario tuo nemico, e per parte del re li dirai che egli creato senescalco generale. And il camariero, e fece quanto dal re gli era stato imposto. Ariabarzane, udendo questa ffera ambasciata, fu per morire di doglia, e tanto pi di dolor sentiva, quanto che Dario era il maggior nemico che egli avesse al mondo. Non dimeno, come colui chera di grandanimo, non sostenne in modo alcuno di mostrar la gravezza che di dentro aveva, ma con buon viso disse al camariero: Ci che piace al mio signor sia fatto.


Ecco, che di presente vado a metter ad essecuzione quanto mi comanda: e così alora diligentissimamente ſece. E come venne l’ora del desinare, Dario servi di senescalco. Ed assiso che ſu il re a tavola, Ariabarzane allegro in vista con gli altri baroni si pose a mensa. La meraviglia di ciascuno ſu grandissima: e tra baroni, chi lodava il re e chi nel segreto Io chiamava ingrato, si come costume de cortegiani. Il re teneva tuttavia gli occhi a dosso ad Ariabarzane, meravigliandosi pur assai che in sem bianza si dimostrasse si lieto, ed in eſſetto lo giudicava uomo danimo generosissimo. E per venir al disegno che ſatto gi aveva, incominci con agri motti a mostrar a tutti i suoi ba roni una cattiva contentezza chaveva dAriabarzane. Da laltra parte, suborn alcuni che spiassero con diligenza ci ch’egli di ceva e operava. Ariabarzane, udendo le parole del suo signore, e stimolato dagli adulatori che a questo erano stati ammaestrati, poi che pur vide non li valer la pazienza che mostrava, n gio varli la modestia che nel parlare aveva usato, e rammentandosi de la lunga e ſedel servit che ſatta al suo re aveva, de soſ ſerti danni, de perigli de la vita ove per lui posto sera tante ſſate, de lusate cortesie e daltre cose assai che ſatte aveva,
Ecco, che di presente vado a metter ad essecuzione quanto mi comanda: e così alora diligentissimamente fece. E come venne l’ora del desinare, Dario servi di senescalco. Ed assiso che fu il re a tavola, Ariabarzane allegro in vista con gli altri baroni si pose a mensa. La meraviglia di ciascuno fu grandissima: e tra baroni, chi lodava il re e chi nel segreto Io chiamava ingrato, si come costume de cortegiani. Il re teneva tuttavia gli occhi a dosso ad Ariabarzane, meravigliandosi pur assai che in sem bianza si dimostrasse si lieto, ed in effetto lo giudicava uomo danimo generosissimo. E per venir al disegno che fatto gi aveva, incominci con agri motti a mostrar a tutti i suoi ba roni una cattiva contentezza chaveva dAriabarzane. Da laltra parte, suborn alcuni che spiassero con diligenza ci ch’egli di ceva e operava. Ariabarzane, udendo le parole del suo signore, e stimolato dagli adulatori che a questo erano stati ammaestrati, poi che pur vide non li valer la pazienza che mostrava, n gio varli la modestia che nel parlare aveva usato, e rammentandosi de la lunga e fedel servit che fatta al suo re aveva, de sof ferti danni, de perigli de la vita ove per lui posto sera tante ffate, de lusate cortesie e daltre cose assai che fatte aveva,
Piè di pagina (non incluso)Piè di pagina (non incluso)
Riga 1: Riga 1:


<reſerences/>
<references/>