Pagina:Amleto (Rusconi).djvu/57: differenze tra le versioni

Alebot (discussione | contributi)
m Pagina:Amleto (Rusconi).djvu/55 spostato a Pagina:Amleto (Rusconi).djvu/57: Bot: Moved page
Adert (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 50%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|56|{{smaller|AMLETO}}|}}<div class="pagetext">{{Ti}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
:vate, che io me ne rammarico. Però, signore, la mia inquietezza non vi turbi, avvenguaché le femmine temono tanto più quanto più amano. I loro sgomenti pareggiano l'affetto: in esse questi due sentimenti o nulli sono o estremi. Il passato vi chiarì quale fosse la mia tenerezza; in ragione uguale è il mio timore. Molto teme chi molto ama; in cuor sensibile ad ogni sgomento traboccante è l'affetto.»
56 AMLETO

▪ vate, che io me ne rammarico. Però, signore, la mia
;COMM. RE.: «Nullameno, amor mio, io dovrò lasciarti, ed anche presto; le mie forze mi abbandonano, e tu vivrai in questo bel mondo dopo di me, onorata, amata, e forse con altro sposo del pari tenero...»
« inquietezza non vi turbi, avvegnachò le femmine te« mono tanto più quanto più amano. I loro sgomenti «pareggiano l’affetto: in esse questi due sentimenti o

« nulli sono o estremi. Il passato vi chiari quale fosse «ia mia tenerezza; in ragione uguale è il mio timore.
;COMM. REGINA.: «a Oh si sperda l’augurio!<ref>Oh maledizione al resto (degli uomini, sottinteso.)</ref> Un tale amore nel mio seno sarebbe un reo tradimento; la maledizione scenda su di me se stendessi la destra ad un altro consorte; non isposa il secondo se non colei che uccise il primo.»
Molto teme chi molto ama; in cuor sensibile ad ogni

sgomento traboccante è l’affetto. D
;AMLETO.: Assenzio, assenzio.
COMM. RE. «Nullameno, amor mio, io dovrò lasciarti, ed

« anche presto; le mie forze mi abbandonano, e tu vi«vrai in questo bel mondo dopo di me, onorata, amata, «e forse con altro sposo del pari tenero...»
;COMM. REGINA.: «I motivi che possono indurre ad un secondo matrimonio debbono essere di interesse, non mai di amore. Darei una seconda volta la morte al mio marito estinto il di che mi accogliesse nel suo talamo un secondo sposo.»
Comm. REGINA. a Oh si sperda l’augurio! i Un tale amore a nel mio seno sarebbe un reo tradimento; la maledi« zione scenda su di me se stendessi la destra ad un «altro consorte; non isposa il secondo se non colei «che uccise il primo.»
;COMM. RE.: «Credo che quello che dite in questo momento lo pensiate; ma spesso incontra che infrangiamo i voti che avevamo proferiti; le determinazioni sono serve della memoria; il loro parto è laborioso, ma per lo più vivono poco, come il frutto che permane attaccato all’albero finchè è verde, maturo cade. È ovvio che trasandiamo il pagamento di un debito contratto con noi medesimi; nell’ardore della passione promettiamo: intepidita quella, non ricordiamo più la promessa; allorchè cessano le gioje e i dolori, i disegni che questi avevano ingenerati cessano del pari; all'un eccesso sottentra l'altro, e di poco è mestieri per allietare il dolore, o contristare la gioja. Nulla di eterno quaggiù, ne è meraviglia se i nostri affetti mutano col mutare delle fortune, e incerto è tuttavia se sia la fortuna che guida l’amore, o questo quella. Quando l’uomo potente è caduto, i cortigiani si allontanano: il povero che si innalza vede i nemici mutati in amici, a l'affetto ha seguito fin qui la sorte. Chi non ha bisogno di amici ne avrà in gran copia e chiunque ricorre nelle sue necessità all'arido cuore di un amico tosto lo muta in avversario. Ma, per finire dove cominciai, dirò che i nostri voleri e le nostre sorti se-
AMLETO. Assenzio, assenzio.
COMM. REGINA. «I motivi che possono indurre ad un se« tondo matrimonio debbono essere di interesse, non
« mai di amore. Darei una seconda volta la morte al a mio marito estinto il di che mi accogliesse nel suo
« talamo un secondo sposo. n
Comm. Rs. «Credo che quello che dite in questo momento «lo pensiate; ma spesso incontra che infrangiamo i «voti che avevamo proferiti; le determinazioni sono
serve della memoria; il loro parto è laborioso, ma per a lo più vivono poco, come il frutto che permane at« taccato all’albero Miche è verde, maturo cade. È ovvio
« che trasandiamo il pagamento di un debito contratto IL con noi medesimi; nell’ardore della passione promet« tlamo: intepidita quella, non ricordiamo più la pro« messa; allorchè cessano le gíoje e i dolori, i disegni
« che questi avevano ingenerati cessano del pari; al« l’un eccesso sottentra l’altro, e di poco è mestieri pej
« allietare il dolore, o contristare la gioja. Nulla di eterno
« quaggiù, né è meraviglia se i nostri affetti mutano
« col mutare delle fortune, e incerto è tuttavia se sia
• la fortuna che guida l’amore, o questo quella. Quando
« l’uomo potente è caduto, i cortigiani si allontanano: «ilpovero che si innalza vede i nemici mutati in amici, a e l’affetto ha seguito fin qui la sorte. Chi non ha bi• sogno di amici ne avrà In gran copia, e chiunque ri
« corre nelle sue necessità all’arido cuore di un amico, a tosto lo muta in avversario. Ma, per finire dove ce« mincial, dirò che i nostri voleri e le nostre sorti se4 Oh maledizione al resto (degli uomini, sottinteso.)