La Beatrice di Dante: differenze tra le versioni

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Il suo supplizio somiglia a quello di quei poveri martiri che la crudeltà raffinata dei nemici condannava a morire di dolore e di fame legandoli strettamente al cadavere d'un'amata persona.
 
La bellezza d'una donna giovane, consumata da un morbo fatale ed occulto che la divora, ha una potente e misteriosa attrattiva: fa sentire la vita e la morte ad un tempo, la voluttà del momento e la paura dell'eternità: ha la vertiginosa attratti-vaattrattiva degli abissi.
 
Dante non poteva non sentir tutto questo. Il presentimento della morte di Beatrice gli s'affaccia nell'anima, e lo atterrisce. Infermo e giacente nel letto dei suoi dolori egli non s'affligge di sè: pensa ''quanta sia deboletta la vita, quanta leggero lo suo durare,'' e comincia a piangere fra se stesso di tanta miseria e a sospirar forte e a dire disperatamente: ''« Di necessità conviene che la gentilissima Beatrice alcuna volta si muoia!».''