Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/10: differenze tra le versioni

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stagione, — qualche inglese, ben sottinteso, molto eccentrico ed originale, dal punto che sceglieva la Sardegna per luogo di villeggiatura.... — Ma un negoziante che aveva viaggiato in Spagna e abitato per tre settimane in Granata, un gran sognatore idealista che smentiva la massima: ''i commercianti son tutti gente positiva''; asseriva che lo stile della nuova palazzina era moresco, lo conosceva ben lui... e aveva la sua idea fissa: doveva venir abitata, la palazzina s’intende, e non l’idea, da un signore orientale, forse qualche pascià, gelosissimo e innamorato di una bella fanciulla sempre velata, il quale venivasene lì, in fondo al mondo, per nascondere a tutti la sua donna e vivere senza il timore d’essere tradito da lei, ignara delle nostre lingue, ben custodita da eunuchi e da schiavi. Sì, doveva essere così! Infatti, al pian terreno della palazzina, le finestre venivano munite da grosse per quanto eleganti e ricurve inferriate rosse, i balconi eran tutti velati da persiane, e uno dei muratori, interrogato a proposito dal negoziante sognatore, aveva detto che il giardino doveva venir circondato da un muro di tre metri e chiuso da una porta foderata a lamine di ferro.
stagione, — qualche inglese, ben sottinteso, molto eccentrico ed originale, dal punto che sceglieva la Sardegna per luogo di villeggiatura... — Ma un negoziante che aveva viaggiato in Spagna e abitato per tre settimane in Granata, un gran sognatore idealista che smentiva la massima: “i commercianti son tutti gente positiva„, asseriva che lo stile della nuova palazzina era moresco, lo conosceva ben lui... e aveva la sua idea fissa: doveva venir abitata, la palazzina s’intende, e non l’idea, da un signore orientale, forse qualche pascià, gelosissimo e innamorato di una bella fanciulla sempre velata, il quale venivasene lì, in fondo al mondo, per nascondere a tutti la sua donna e vivere senza il timore d’essere tradito da lei, ignara delle nostre lingue, ben custodita da eunuchi e da schiavi. Sì, doveva essere così! Infatti, al pian terreno della palazzina, le finestre venivano munite da grosse per quanto eleganti e ricurve inferriate rosse, i balconi eran tutti velati da persiane, e uno dei muratori, interrogato a proposito dal negoziante sognatore, aveva detto che il giardino doveva venir circondato da un muro di tre metri e chiuso da una porta foderata a lamine di ferro.


Checchè fosse, nessuno riusciva a dire precisamente chi faceva costruire la palazzina: gli operai lavoravano sotto la sorveglianza di un capo mastro che aveva lui stesso, senza bisogno d’ingegneri, disegnato il tutto; venivano pagati da lui, non sapevano oltre, nè chiedevano oltre...
Checchè fosse, nessuno riusciva a dire precisamente chi faceva costruire la palazzina: gli operai lavoravano sotto la sorveglianza di un capo mastro che aveva lui stesso, senza bisogno d’ingegneri, disegnato il tutto; venivano pagati da lui, non sapevano oltre, nè chiedevano oltre...


Dunque, il gran segreto lo possedeva lui, il severo capo mastro piemontese, che non parlava mai, fuori dello stretto necessario per farsi capire, che non aveva amici a X*** e che faceva solo ciò che dovrebbero far tutti perchè il mondo vada bene: i fatti suoi. — Fu interrogato il capo mastro, ma lui rispose di saperne quanto gli altri; e quando, vista la assurdità della sua risposta, i curiosi l’incalzarono vieppiù di domande, il brav’uomo li mandò a farsi friggere, spiegando loro la santa sua massima di far ciascuno i suoi affari. — In realtà neppur lui sapeva di chi era la palazzina. — Chi ne doveva saper qualche cosa, era don Salvatore Mannu, che appunto lui aveva comandato al capomastro di innalzare la palazzina e somministravagli i fondi, pregandolo però del più profondo
Dunque, il gran segreto lo possedeva lui, il severo capo mastro piemontese, che non parlava mai, fuori dello stretto necessario per farsi capire, che non aveva amici a X*** e che faceva solo ciò che dovrebbero far tutti perchè il mondo vada bene: i fatti suoi. — Fu interrogato il capo mastro, ma lui rispose di saperne quanto gli altri; e quando, vista la assurdità della sua risposta, i curiosi l’incalzarono vieppiù di domande, il brav’uomo li mandò a farsi friggere, spiegando loro la santa sua massima di far ciascuno i suoi affari. — In realtà neppur lui sapeva di chi era la palazzina. — Chi ne doveva saper qualche cosa, era don Salvatore Mannu, chè appunto lui aveva comandato al capomastro di innalzare la palazzina e somministravagli i fondi, pregandolo però del più profondo