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Il tipo della testa di Roma con galea frigia, a me sembra alludere trasparentissimamente alle origini di Roma<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Giuseppe Marchi|Marchi}}}} e {{Sc|{{AutoreCitato|Pietro Tessieri|Tessieri}}}}, ''{{TestoCitato|L'aes grave del Museo Kircheriano|L’aes grave}}'', [[Pagina:L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu/60|p. 44]] e segg., avevano bene intravveduta la connessione della serie con le origini di Roma; ma errarono nella interpretazione dei tipi.</ref>, più tardi cantate da {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} nell’epopea nazionale romana, e lo credo posteriore alla occupazione di Capua, e connesso coi presagi contenuti nei famosi libri sibillini, i quali cominciavano ad avverarsi appunto coll’annessione di Capua e del territorio Cumano, ossia col possesso del luogo dove aveva la prima volta sbarcato Enea, e dove Enea aveva appreso i propri destini.
Il tipo della testa di Roma con galea frigia, a me sembra alludere trasparentissimamente alle origini di Roma<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Giuseppe Marchi|Marchi}}}} e {{Sc|{{AutoreCitato|Pietro Tessieri|Tessieri}}}}, ''{{TestoCitato|L'aes grave del Museo Kircheriano|L’aes grave}}'', [[Pagina:L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu/60|p. 44]] e segg., avevano bene intravveduta la connessione della serie con le origini di Roma; ma errarono nella interpretazione dei tipi.</ref>, più tardi cantate da {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} nell’epopea nazionale romana, e lo credo posteriore alla occupazione di Capua, e connesso coi presagi contenuti nei famosi libri sibillini, i quali cominciavano ad avverarsi appunto coll’annessione di Capua e del territorio Cumano, ossia col possesso del luogo dove aveva la prima volta sbarcato Enea, e dove Enea aveva appreso i propri destini.


L’oracolo della Sibilla Cumana, contenuto nei libri sibillini che si conservavano in Campidoglio fin dal tempo di Tarquinio Prisco (vedi ''Preller-Jordan'' I, p. 146) e cantato poi da {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} (lib. VI), diventa un fatto compiuto; ed allora Roma riconosce la sua origine troiana e la celebra nelle sue monete, rappresentandosi con l’elmo proprio di Enea e dei Troiani<ref>Sembrerà ora tanto più stringente anche la nostra interpretazione del tipo del semisse assegnato a Capua, dove noi vedemmo rappresentata la Sibilla Cumana identificantesi con Venere, madre di Enea.</ref>. Insieme con Roma e Capua celebrano lo stesso fatto probabilmente Aricia, erede di Alba, e Ardea, la capitale dei Rutuli, dove Enea prese
L’oracolo della Sibilla Cumana, contenuto nei libri sibillini che si conservavano in Campidoglio fin dal tempo di Tarquinio Prisco (vedi ''{{AutoreCitato|Ludwig Preller|Preller}}-Jordan'' I, p. 146) e cantato poi da {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} (lib. VI), diventa un fatto compiuto; ed allora Roma riconosce la sua origine troiana e la celebra nelle sue monete, rappresentandosi con l’elmo proprio di Enea e dei Troiani<ref>Sembrerà ora tanto più stringente anche la nostra interpretazione del tipo del semisse assegnato a Capua, dove noi vedemmo rappresentata la Sibilla Cumana identificantesi con Venere, madre di Enea.</ref>. Insieme con Roma e Capua celebrano lo stesso fatto probabilmente Aricia, erede di Alba, e Ardea, la capitale dei Rutuli, dove Enea prese