Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/557: differenze tra le versioni
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stata data d’un piede esistente nel museo della biblioteca Vaticana. Vi si osserva una croce sopra in quel luogo ove suol esser posto un uncino in forma di cuore, o di una foglia d’ellera. Essa è attaccata da una parte ad una coreggiuola, che passa fra il dito grosso e il vicino; e dalla parte opposta rafferma un’altra coreggiuola, che sopra il dosso del piede attraversa, e va a combaciarsi anche colla prima. A cagione di quella croce, e per essere il piede stato trovato nelle catacombe, s’è conchiuso che piede fosse della statua d’un martire; e questa bella scoperta con una lunga iscrizione s’è tramandata alla posterità; laddove era facile il riconoscere in quello il piede di giovane donna, e piede sì bello, che per tutto l’oro del mondo non sarebbesi fatto scolpire il simile ne’ tempi, in cui potean ergersi statue ai martiri<ref>È stato scartato dopo la morte del commendatore Vettori, che lo avea donato alla biblioteca coll’iscrizione.</ref>. Sappiamo altresì trovarsi nelle catacombe molti antichi lavori, che alcun rapporto non hanno colla cristiana religione. Si è poscia disotterrato un bel piede virile d’una statua maggiore del naturale, in cui v’è lo stesso uncino in forma di croce, e nel medesimo luogo: questo piede è nel museo del fig. {{AutoreCitato|Bartolomeo Cavaceppi|Cavaceppi}}<ref>Simile croce presso a poco si vede sulli piedi della Giunone già di Barberini, ora nel Museo Pio-Clementino, visibile anche nel disegno datone nel ''Tom. I''. di esso ''Tav. 2''.</ref>. Simil coreggiuola delle suole, che passa fra ’l dito grosso, ed il vicino, si vede pur su una bella statua di Bacco fregiata con una testa alata di Genio. |
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§. 18. Scrive {{AutoreCitato|Appiano di Alessandria|Appiano}}<ref>''De bello Mithrid. pag. 172. B''.</ref> che diverse erano le scarpe de’ Romani da quelle de’ Greci; ma in che consistesse la differenza e’ non lo scrive. I più ragguardevoli fra i Romani aveano calzari di pelle rossa portata dalla Partia<ref>{{AutoreCitato|Henri Valois|Vales.}} ''not. in Amm. Marcell. l. 22. c. 4.''</ref>, i quali chiamavansi ''mullei''; ed eran questi talora lavorati con oro o con argento, come vediamo fu alcuni antichi piedi calzati. Comunemente però erano di pelle nera: arrivavano talora fino a |
§. 18. Scrive {{AutoreCitato|Appiano di Alessandria|Appiano}}<ref>''De bello Mithrid. pag. 172. B''.</ref> che diverse erano le scarpe de’ Romani da quelle de’ Greci; ma in che consistesse la differenza e’ non lo scrive. I più ragguardevoli fra i Romani aveano calzari di pelle rossa portata dalla Partia<ref>{{AutoreCitato|Henri Valois|Vales.}} ''not. in Amm. Marcell. l. 22. c. 4.''</ref>, i quali chiamavansi ''mullei''; ed eran questi talora lavorati con oro o con argento, come vediamo fu alcuni antichi piedi calzati. Comunemente però erano di pelle nera: arrivavano talora fino a |