Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/335: differenze tra le versioni

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§. 30. E’ conosciuto egualmente l’uso che di tai vasi facevasi ne’ pubblici giuochi della Grecia, ove ne’ più vetusti tempi era un semplice vaso di terra il premio della vittoria<ref>{{AutoreCitato|Omero|Hom.}} ''Il. l. 23. v. 259''., {{AutoreCitato|Ateneo di Naucrati|Athen.}} ''Deipnosoph. lib. 11. cap. 5. pag. 468. C''.</ref>, come argomentasi da un vaso impresso sulle monete della città di Tralle<ref>{{AutoreCitato|Ezechiel Spanheim|Spanheim.}} ''De præst. & usu num. T. I. Diss. 3. §. 1. pag. 134''. [ ed altre citate dal {{AutoreCitato|Filippo Buonarroti (antiquario)|Buonarroti}} ''Osserv. sopra alc. framm. di vetri ant. Tav. XXX. pag. 220''.</ref>, e da molte gemme<ref>''Descr. du Cab. de Stosch. cl. 5. num. 23. pag. 460''. [ Martin ''Explic. de div. monum. singul. Jeux instit. ec. pag. 355. segg. pl. XI. num. 4''.</ref>. Quest’usanza s’è conservata in Atene anche ne’ tempi posteriori, ove al vincitore ne’ giuochi panatenaici davansi in premio consimili vasi ripieni dell’olio tratto dall’olivo sacro a Pallade. Eran questi ornati a pitture, siccome indica {{AutoreCitato|Pindaro|Pindaro}}; {{greco}} ἒν ἀγγέων ἒρκεσιν {{Pt|παμποι-|}}
§. 30. E’ conosciuto egualmente l’uso che di tai vasi facevasi ne’ pubblici giuochi della Grecia, ove ne’ più vetusti tempi era un semplice vaso di terra il premio della vittoria<ref>{{AutoreCitato|Omero|Hom.}} ''Il. l. 23. v. 259''., {{AutoreCitato|Ateneo di Naucrati|Athen.}} ''Deipnosoph. lib. 11. cap. 5. pag. 468. C''.</ref>, come argomentasi da un vaso impresso sulle monete della città di {{w|Tralles|Tralle}}<ref>{{AutoreCitato|Ezechiel Spanheim|Spanheim.}} ''De præst. & usu num. T. I. Diss. 3. §. 1. pag. 134''. [ ed altre citate dal {{AutoreCitato|Filippo Buonarroti (antiquario) |Buonarroti}} ''Osserv. sopra alc. framm. di vetri ant. Tav. XXX. pag. 220''.</ref>, e da molte gemme<ref>''Descr. du Cab. de Stosch. cl. 5. num. 23. pag. 460''. [ Martin ''Explic. de div. monum. singul. Jeux instit. ec. pag. 355. segg. pl. XI. num. 4''.</ref>. Quest’usanza s’è conservata in Atene anche ne’ tempi posteriori, ove al vincitore ne’ giuochi panatenaici davansi in premio consimili vasi ripieni dell’olio tratto dall’olivo sacro a Pallade. Eran questi ornati a pitture, siccome indica {{AutoreCitato|Pindaro|Pindaro}}; {{greco}} '''ἒν ἀγγέων ἒρκεσιν''' {{Pt|'''παμποι''''''Testo in grassetto'''-|}}