Teatro Historico di Velletri/Velletri Patria d'Augusto: differenze tra le versioni

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Resta convinto Tranquillo con quello, ch'egli stesso dice, trattando de' portenti, et augurij, che presaggivano le felicità d'Ottaviano; frà quali narra, che le Guerre immortali nate trà Romani, e Velletrani fossero, perche essendo stata una parte della Città di Velletri toccata dal Fulmine (chiamato ''Fulmen Regale'') li nostri Cittadini andarono all'Oracolo, e ne riportarono per risposta, che un Cittadino di Velletri doveva dominare il Mondo; dal che insuperbiti, si mossero subito, e con l'armi alle mani coraggiosamente cominciarono à far Guerra à Romani, che durò lunghissimo tempo, con esterminio quasi della propria Città. E se bene l'Oracolo era per se stesso fallace, e bugiardo, con tutto ciò verificossi il suo detto (ancorche tardi) in Augusto nostro Cittadino, che fù il primo Imperator del Mondo, ''Velitris antiquitùs tacta de Cælo parte Muri, responsum est eius Oppidi Civem quandoquè rerum potiturum, qua fiducia Velitrini, et tunc statim, et postea sæpius pene ad exitium sui cum Populo Romano belligeraverant, serò tandem documentis apparuit ostentum illud Augusti potentiam portendisse''. Dall'Oracolo, che da pazzi Gentili si stimava verace, viene Augusto chiamato Cittadino di Velletri, à cui, come à tale dal Cielo si prometteva l'Imperatore, che prima d'ogn'altro ottenne; come dunque non nato in Velletri, ma in Roma? Perche non disse ''Romanus Civem'', se egli in Roma era nato, ò nascere doveva? Ecco la passione di Tranquillo, ch'in questo chiamarò Tempestoso per Velletri, contro di cui mostrò non poco livore in toglierli quello che la Natura li diede.
 
Ma è tempo hormai, che si corrobori la verità, che si pretende con l'autorità de' Scrittori, et il primo sia Dione Histor. tradotto in nostra lingua da {{AutoreCitato|Niccolò Leoniceno|Nicolò Leoniceno}} stampato in Venetia nel <small>M.DXLVIII.</small> che dice, ''Antonio faceva tali cose ma Gaio Ottavio Cepia, perche così era nominato il figlio di Attia sorella di Cesare, era di Velletri de' Volsci''. E Gio. Sifilino conferma più espressamente l'istesso, dicendo, ''Caius Octavius, nam id fuit nomen filio Attiæ filiæ sororis Cæsaris, Velitris Oppido natus''; et il Zonara dice, ''C. verò Octavius, qui et Pius, sororis Cæsaris filius nuptæ Octavio Veliterno, (sunt autem Velitræ Volscorum municipium) pupillus relictus apud matrem educatus est.'' Lorenzo Schradero, ''Velitræ, Vulgo Belitri, Latii Oppidum, Octaviæ Familiæ, et Augusti natalibus celebre''. Andrea Scotto, ''Augusti Patria Velitræ''. Giacomo Lauro Illustre Antiquario de' nostri tempi lo dice più chiaramente, quando discorre d'un Arco d'Ottaviano di già demolito, non molto distante da quello di Domitiano, conforme registra Francesco Albertini ne' suoi Opuscoli dell'Antichità di Roma; queste sono le sue parole, ''Octavianus fuit è Regia Octaviorum Familia, quæ Velitris incepit, ac floruit, ibique natus est: ut ex ruina, et inscriptione, quam vidi, et si bene memini legi, mihi, aliisq. constitit''. E perciò un di lui temporaneo scrive, ''Velletri Città de' Volsci antica e celebre, perche di qui hebbe origine Augusto Cesare, quì fu allevato, e come altri pensano, quì ancora nacque''. L'istesso volle insinuare il Campano, quando per enfasi disse, che le fortue di Pietro Cardinal Riario nato in Savona superavano quelle d'Augusto, e che perciò doveva à Savona cedere Velletri,
<poem>''Nunc Vada Velitras superare Sabatia possunt''</poem>
Ecco dunque che, per Parere tanto d'antichi, quanto de' moderni Autori Velletri è veramente Patria d'Augusto, e luogo de' suoi natali, come apertamente il nostro Mancinello lo dimostra in più luoghi,