Per lo spiritismo/XVIII: differenze tra le versioni

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Ora queste apparizioni di fantasmi di morti, che non sono pure allucinazioni, cosa saranno? le ipotesi probabili su tali questioni non sono finora che tre: o i fantasmi sono gli spiriti dei defunti; o sono prodotti dal pensiero dei defunti (dal loro desiderio di salutare i viventi, di rivedere la loro dimora terrestre, dalle reminiscenze del loro passato); oppure (se la sopravivenza dell’anima par proprio impossibile), sono traccie materiali, impronte fisiche lasciate dai defunti nell’ambiente in cui hanno vissuto. Sono l’ipotesi volgare, la spiritica e la materialista. La seconda ipotesi mi par la più probabile. Ma come sceglier fra le tre? La signora Sidgwik raccomanda di completare la raccolta delle osservazioni fatte finora e di confrontarle nei più minuti particolari. Ma il miglior modo di decidere fra le ipotesi suggerite dall’osservazione è sempre stato l’esperimento.
 
3° Ma questi esperimenti sono essi possibili? La tesi dello spiritismo è appunto che lo sono; che i fenomeni medianici sono evocazioni dei morti. Ora, che lo spiritismo abbia ragione, noi non possiamo ancora affermarlo senza fare un circolo vizioso, perché appunto stiamo esaminando se i fenomeni medianici si debbano spiegare coll’ipotesi spiritica, e finora eravamo giunti soltanto a questo risultato che le intelligenze occulte (cioè quelle che scrivono senza che il medio lo voglia e pensano senza che egli lo sappia), dicono quasi sempre di esser le anime dei morti; e domandavamo come si può spiegare questa concordanza nell’errore mediante la teoria dell’incosciente del medio? Si risponde: colla tradizione. Noi rispondiamo che è un ragionare a rovescio. Il fatto è che la testimonianza delle intelligenze occulte concorda colle testimonianze antiche e odierne sulle apparizioni dei defunti; e se da questo fatto si può argomentar qualche cosa, è che quelle son vere, e, non che questa è falsa. La concordanza non è sempre un segno sicuro di verità; ma è contro ogni logica il prenderla come indizio d’errore. Sarebbe stato giusto l’opporre all’ipotesi di Copernico che poteva esser suggerita dalla tradizione pitagorica, dall’astronomia di Filolao, di {{AutoreCitato|Ecfanto di Siracusa|Ecfanto}} e di Aristarco di Samo?
 
4° A costo di riuscir prolisso, voglio tornar da capo su questo argomento, esaminando una classe speciale di fenomeni spiritici. Parecchi anni or sono, quando non pensavo punto allo spiritismo, studiando il trattato del Brierre de Boismont sulle allucinazioni, vi lessi l’aneddoto raccontato dal Baronio: {{Ac|Marsilio Ficino}}, il famoso traduttore di {{Ac|Platone}}, dopo aver passato una sera discorrendo col Mercato sull’immortalità dell’anima, fece il patto con lui che quello dei due che fosse morto pel primo sarebbe tornato, potendo, a dir all’altro se ciò che si raccontava dell’altro mondo era vero. Parecchio tempo dopo, essendo il Mercato in altra città ché il Ficino, si sentì chiamar dalla via, corse alla finestra, e vide il Ficino, che passava correndo a cavallo e, salutandolo colla mano, gli gridava: ''Vera sunt illa!'' E in quell’ora appunto il Ficino moriva.