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non le oltrepassa il ginocchio; ma talora è pure effigiata in veste lunga<ref>Tale è quella del Museo Pio-Clementino
non le oltrepassa il ginocchio; ma talora è pure effigiata in veste lunga<ref>Tale è quella del Museo Pio-Clementino ''Tom. I. Tav. 30''., già della villa Panfili. Nella ''Tavola 31''. se ne vede una succinta anche di buon lavoro.</ref>, ed è la sola dea che in alcune sue figure porti scoperta la destra mammella.
Tom. I.Tuv.^o., già della villa Panfili.
Nella Tavola ^t. fé ne vede una succinta
anche di buon lavoro.</ref>, ed è la fola dea che in alcune sue figure porti scoperta la destra mammella.


{{Nl|Cerere.}}
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{{Nl|Proserpina.}}
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§. 13. Le città della Magna Grecia e della Sicilia sembrano essersi molto studiate di dare sulle loro monete, sì alla madre che alla figlia delle due testè mentovate dee, la più sublime bellezza; e difficilmente si troveranno, eziandio pel conio, monete più belle di alcune siracusane, rappresentanti una testa di Proserpina, e nel rovescio un vincitore su una quadriga. Quelle monete avrebbon dovuto esser meglio disegnate e incise nella collezione del museo di Pellerin<ref>''Rec. de Med. des peupl. &t des villes, Tom. {{Sc|iiI}}. pl. 111. pag. 112''.</ref>. Si vede in esse Proserpina coronata di frondi lunghe e appuntate simili a quelle che ornano insieme alle spiche la testa di Cerere; e quindi le credo foglie dello stelo del grano, anziché di canna palustre, quali furono giudicate da alcuni scrittori, che perciò s’avvisarono di vedere in quelle monete l'effigie della ninfa Aretusa.
§. 13. Le città della Magna Grecia e della Sicilia sembrano
efTerfi molto, ftudiate di dare fulle loro monete, sì alla
madre che alla figlia delle due tefìè mentovate dee, la più
fublime bellezza; e difficilmente fi troveranno, eziandio pel
conio, monete più belle di alcune firacufane, rapprefentanti
una tefta di Proferpina, e nel rovefcio un vincitore fu una
quadriga. Quelle monete avrebbon dovuto efler meglio difegnate
e incife nella collezione del mufeo di Pellerin<ref>Ree. de Med. des peupl.ii dcsv’UUs ^
Tom. iij.pl, iii. pag. 112.</ref>. Si
vede in effe Proferpina coronata di frondi lunghe e appuntate
fimili a quelle che ornano infieme alle fpiche la tefta
di Cerere; e quindi le credo foglie dello (telo del grano,
anziché di canna palustre, quali furono giudicate da alcuni
scrittori, che perciò s’avvisarono di vedere in quelle monete
l'effigie della ninfa Aretusa.


{{Nl|Ebe.}}
{{Nl|Ebe.}}
§. 14. Rarissime fra le figure delle dee fono quelle di
§. 14. Rarissime fra le figure delle dee sono quelle di Ebe. Se ne vede soltanto il busto su due bassi-rilievi; e su uno
Ebe. Se ne vede soltanto il busto su due bassi-rilievi; e su uno