Della generazione de' mostri/Capo secondo: differenze tra le versioni

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<center>''Quali siano i Mostri ed onde nascano''</center>
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Ma che bisogna raccontare quello che scrivono gli altri? Non se ne sono veduti molti e anticamente, e né tempi nostri, non che in Italia, come fu quello di Ravenna, ma nel dominio Fiorentino, e in Firenze medesima? Quanti sono in questo luogo che si ricordano d'aver veduto quel mostro, che nacque dalla Porta al Prato circa dodici anni sono, il quale fu ritratto egregiamente dallo eccellentissimo Bronzino?<ref>Angiolo Bronzino, contemporaneo e dimestico del Vasari, fu pittore di assai grido e valente poeta nel genere scherzevole. Le sue poesie vennero stampate con quelle del Berni. Fu scolare del Pontormo, imitatore un pochino servile di Michelangelo. <small>MAURI.</small></ref> Il quale era così fatto: erano due femmine congiunte ed appiccate insieme l'una verso l'altra di maniera, che mezzo il petto dell'una insieme con quello dell'altra, facevano un petto solo, e così formavano due petti, l'uno rincontro l'altro; le schiene non erano comuni, ma ciascuna aveva le sue di per sé: aveva la testa volta al diritto dell'uno dei due petti, e dell'altro lato in luogo di volto aveva due orecchi che si congiungevano l'uno contro l'altro e si toccavano: il viso era assai bello: gli occhi azzurricci: aveva i denti di sopra e di sotto bianchissimi più teneri che l'osso, e più duri che il tenerume: grandi come d'uomo le spalle, una delle quali era molto bene proporzionata, l'altra dal mezzo della schiena in giù era stroppiata; e specialmente aveva storpie le gambe una delle quali era molto corta a comparazione dell'altra: aveva una certa pelle pagonazziccia che la copriva di dietro, e le veniva dinanzi infino alla natura, appiccandosi al pettignone; le braccia o le mani d'entrambe erano bellissime e ben proporzionate, e mostravano come tutte l'altre membra di dieci o didici anni, ancora che il mostro fosse piccolo. La separazione di dette fanciulle era nel bellico, il quale solo serviva al comune nutrimento d'amendue. Fecesi separare nell'orto di Palla Rucellai alla presenza di maestro Alessandro da Ripa e di maestro Francesco da Monte Varchi, e d'alcuni altri medici e pittori eccellentissimi. Trovaronvisi due cuori, due fegati e due polmoni, e finalmente ogni cosa doppia, come per due corpi, ma le canne che si partivano da' cuori si congiungevano circa alla fontanella della gola, e diventavano una. Dentro il corpo non era divisione alcuna, ma le costole dell'uno s'appiccavano alle costole dell'altro infino alla forcella del petto, e da indi in giù servivano ciascuna alle sue schiene.
Questi e molt'altri mostri simili e diversi, come quello che si vede nella Loggia dello Spedale della Scala, crediamo noi filosoficamente, che siano stati e che possono essere: ma non è già vero secondo i Peripatetici quello che dice {{AutoreCitato|Plinio}}, che una donna chiamata Alcippe partorisse uno elefante; perciocché non pur gli uomini, ma nessuna spezie perfetta può produrre un'altra spezie diversa; perciocchè, come dice il Filosofo nella scienza divina, ogni simile si genera dal suo simile. E perché il medesimo Plinio testimonia nel medesimo luogo, che una schiava in un i principii della guerra de' Marsi partorì un serpe, e molti affermano aver veduto delle donne, le quali hanno partorito delle botte ed altre così fatte cose, rispondiamo che questi non si chiamano parti, né quelli mostri; ciò è non sono generati di sperma, né della sostanza del seme, ma di umori corrotti, o per la cattività de' cibi, o per qualunque altra cagione, non altramente che si generano i vermini negli intestini. Ed è tanto lontano da' filosofi, che una spezie perfetta possa generare un'altra spezie diversa da sé, che essi non vogliono ancora che si possa generare mostro alcuno di due spezie diverse, come molti affermano di aver veduto, come, esempi grazia, un fanciullo col capo di bertuccia, o di cane, o di cavallo, o d'altro animale, o un vitello, o un cane, o bue col capo d'uomo.
 
{{Sezione note}}