Pagina:Novelle cinesi tolte dal Lung-Tu-Kung-Ngan.djvu/36: differenze tra le versioni

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Là, versando lacrime di dolore e di rabbia, con grida disperate diceva: Mia figlia, mia figlia! Tu, che avesti dal cielo un naturale sì innocente, sì puro, tu morta all’improvviso fra le tenebre della notte! Vedete, vedete! ella si è strappata la lingua coi denti. È certo che si volle offenderla nel pudore, si volle farle violenza. Il dolore e l’odio m’uccideranno, se io non accuso il colpevole ai tribunali. Vendetta, vendetta di così atroce delitto!
Là, versando lacrime di dolore e di rabbia, con grida disperate diceva: Mia figlia, mia figlia! Tu, che avesti dal cielo un naturale sì innocente, sì puro, tu morta all’improvviso fra le tenebre della notte! Vedete, vedete! ella si è strappata la lingua coi denti. È certo che si volle offenderla nel pudore, si volle farle violenza. Il dolore e l’odio m’uccideranno, se io non accuso il colpevole ai tribunali. Vendetta, vendetta di così atroce delitto!


Kuang-kuo ritornò frettoloso alla sua famiglia, e narrando l’accaduto alla moglie: Sappi, le disse, che Ko-sin avendo a noia che nostra figlia passasse in onesta vedovanza tutta la vita nella casa del defunto marito, e di più avendo preso in odio anche me, perchè condussi meco alcuni taosse per celebrare un uffizio funebre in suffragìo dell’anima di mio genero, si è approfittato d’una occasione favorevole per commettere un delitto che meditava da lungo tempo. A forza sfogando su nostra figlia le impudiche sue voglie, fu causa che ella, divorata dalla vergogna, si mordesse la lingua e morisse vomitando sangue.
Kuang-kuo ritornò frettoloso alla sua famiglia, e narrando l’accaduto alla moglie: Sappi, le disse, che Ko-sin avendo a noia che nostra figlia passasse in onesta vedovanza tutta la vita nella casa del defunto marito, e di più avendo preso in odio anche me, perchè condussi meco alcuni taosse per celebrare un uffizio funebre in suffragio dell’anima di mio genero, si è approfittato d’una occasione favorevole per commettere un delitto che meditava da lungo tempo. A forza sfogando su nostra figlia le impudiche sue voglie, fu causa che ella, divorata dalla vergogna, si mordesse la lingua e morisse vomitando sangue.


In questo tenore fece appunto un’accusa, che indirizzò all’omai celebre giudice Pao— kung, la quale diceva:
In questo tenore fece appunto un’accusa, che indirizzò all’omai celebre giudice Pao-kung, la quale diceva:


« Porto accusa per delitto d’incesto ed omicidio commesso sulla persona d’una cognata.
« Porto accusa per delitto d’incesto ed omicidio commesso sulla persona d’una cognata.


Quando anticamente nei costumi si diffondevano sani insegnamenti di morale, nessuna cosa avevano gli uomini in maggior pregio che i doveri creati dai vincoli sociali; i rapporti di giovanotti e fanciulle d’una stessa famiglia non divenivano mai troppo intimi; fra cognati e cognate, non che altro, non era lecito prendersi per mano.
« Quando anticamente nei costumi si diffondevano sani insegnamenti di morale, nessuna cosa avevano gli uomini in maggior pregio che i doveri creati dai vincoli sociali; i rapporti di giovanotti e fanciulle d’una stessa famiglia non divenivano mai troppo intimi; fra cognati e cognate, non che altro, non era lecito prendersi per mano.


Maritai mia figlia al baccelliere Me Ko-ciung; ma sventuratamente presto le morì lo sposo. Essa però, volonterosa, mantenevasi casta e fedele alla memoria del defunto consorte. Se non che il suo cognato Ko-sin, uomo di sentimenti corrotti e bestiali, già da un pezzo cupidamente teneva d’occhio la straordinaria bellezza della cognata: ma le virtù di mia figlia non offrendo adito alcuno alla soddisfazione dei suoi selvaggi appetiti, nè al compimento dei suoi disegni,
« Maritai mia figlia al baccelliere Me Ko-ciung; ma sventuratamente presto le morì lo sposo. Essa però, volonterosa, mantenevasi casta e fedele alla memoria del defunto consorte. Se non che il suo cognato Ko-sin, uomo di sentimenti corrotti e bestiali, già da un pezzo cupidamente teneva d’occhio la straordinaria bellezza della cognata: ma le virtù di mia figlia non offrendo adito alcuno alla soddisfazione dei suoi selvaggi appetiti, nè al compimento dei suoi disegni,