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<section begin="s2" />XV. Quell’afannosa, contenziosa, boriosa indagine delle date, che riduce molte storie italiane a volumi di controversie cronologiche, guasta l’ordine degli avvenimenti; e pare lo strepito di certi maestri di musica, i quali per ostentare la loro precisione nell’arte, ti picchiano le battute col loro bastone, e soverchiano i suoni di tutta l’orchestra. La irreligione e la superstizione per l’esattezza de’ tempi riescono egualmente dannose e ridicole. Se tu travolgi l’ordine cronologico di più fatti pendenti l’uno dall’altro, la cagione ti pare effetto, e l’effetto cagione; e tu ragioni su le umane cose a traverso. Ma l’armonia de’ fatti e de’ tempi è peggiormente confusa dalla ostinazione d’accertare l’anno, il mezz’anno, il mese, e spesso il giorno de’ fatti di generazioni sepolte alcuni secoli addietro. Ogni qualvolta le minime frazioni de’ tempi non si palesano a’ posteri a un tratto e spontanee, resistono più fatali a chiunque più s’affatica a vederle; e non sì tosto ei ne sbaglia una sola e la tiene per certa, ei di certo vi accomoda avvenimenti, argomenti, conseguenze e sistemi, che quanto più sembrano ragionevolmente desunti dalla immutabile serie degli anni, tanto più inducono il mondo in errori ed in eterna perplessità. Il non voler mai stare contenti alle epoche note, e l’indicarne alcune ignotissime, e fondarvi edifìcj di storia e di critica, é<section end="s2" />
<section begin="s2" />XV. Quell’afannosa, contenziosa, boriosa indagine delle date, che riduce molte storie italiane a volumi di controversie cronologiche, guasta l’ordine degli avvenimenti; e pare lo strepito di certi maestri di musica, i quali per ostentare la loro precisione nell’arte, ti picchiano le battute col loro bastone, e soverchiano i suoni di tutta l’orchestra. La irreligione e la superstizione per l’esattezza de’ tempi riescono egualmente dannose e ridicole. Se tu travolgi l’ordine cronologico di più fatti pendenti l’uno dall’altro, la cagione ti pare effetto, e l’effetto cagione; e tu ragioni su le umane cose a traverso. Ma l’armonia de’ fatti e de’ tempi è peggiormente confusa dalla ostinazione d’accertare l’anno, il mezz’anno, il mese, e spesso il giorno de’ fatti di generazioni sepolte alcuni secoli addietro. Ogni qualvolta le minime frazioni de’ tempi non si palesano a’ posteri a un tratto e spontanee, resistono più fatali a chiunque più s’affatica a vederle; e non sì tosto ei ne sbaglia una sola e la tiene per certa, ei di certo vi accomoda avvenimenti, argomenti, conseguenze e sistemi, che quanto più sembrano ragionevolmente desunti dalla immutabile serie degli anni, tanto più inducono il mondo in errori ed in eterna perplessità. Il non voler mai stare contenti alle epoche note, e l’indicarne alcune ignotissime, e fondarvi edifìcj di storia e di critica, é<section end="s2" />


2 « Finito 1 e dopo lunghissimi andirivieni a provarlo finito, quesl’ Editore
» Barloliniano nelle postile (vedi Purgatorio, XVII, v. 27) lascia pensare a’ let-
» tori quale di due varianti l’autore avrebbe anteposto, se avesse dato l’ultima
» mano al suo manoscritto. — Ma non di’ tu ch’ei Xo haveva fatto ricopiare pu-
» litamente in Udine per bello e finilo ?» — Agg unta ms. del Foscolo in una
copili, interfogliata o annotata dall’Autore, di questo Discorso, ediz. Pickering,
4«3 ceislente uella bibloteca dell’Accademia Labronica di Livorno.

(L* Ed. fior.)