Teatro Historico di Velletri/Velletri Albergo de' Grandi: differenze tra le versioni

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Il contrario fecero li nostri Cittadini nel <small>M.CD.LI.</small> perché essendo venuto in Roma Federico Terzo Imperatore, per ricevere per le mani del Pontefice la Corona d'oro, e sposare Leonora figlia d'Eduardo Rè di Portogallo, nipote d'Alfonso Rè di Napoli; doppo esser stato con paterno affetto accolto dal Sommo Pontefice Nicolò Terzo: ricevuta la Corona d'oro, et altri ornamenti, che già tant'anni prima haveva portati Carlo Magno; sposata con la benedittione Pontificia Leonora, volse andar in Napoli à vedere il Rè Alfonso suo zio, e passando per Velletri, li vinticinque di Marzo, fù da' Cittadini ricevuto con molti segni espressivi d'ossequio. Alli vintisei, vi gionse Roberto figliolo dell'Imperatore, et Arciduca d'Austria, et alli vintisette L'Imperatrice Leonora, à quale i Velletrani mostrarono altretanto ossequio, e fecero quella mostra d'allegrezza, che si richiedeva à Personaggi di tanta grandezza; l'istesso si trova nel nostro Archivio.
 
V'è stato ancora Carlo Ottavo Re di Francia, cosi nell'andare, come nel ritornare da Napoli, à cui furono fatte quelle ossequiose dimostrationi, et applausi, che furono possibili, perché li nostri Cittadini fecero Fontane di vino, Archi Trionfali, con l'incontro del Magistrato, e di tutta la Soldatesca. Due Archi Trionfali più sontuosi de gl'altri li furono alzati, uno nella Piazza di sopra, quale, oltre a molti ornamenti, che l'abbellivano, si vedeva in un Svolazzo il seguente Motto, <small>CAROLO FRANCORUM REGI INVICTISSIMO HONOR, ET GLORIA</small>. E l'altro nella Piazza di sotto, che con altri abbellimenti conteneva questo Scritto, <small>GLORIAM REGNI TUI, ET POTENTIAM TUAM LOQUEMUR IN SAECULUM</small>. Condusse seco Zizimo<ref>Cem, o Gem, detto anche Zizim, era figlio di Maometto II e fratello minore di Bayezid II con il quale entrò in conflitto per la successione al trono. Dopo essere stato sconfitto per la contesa al trono, si consegnò ai Cavalieri di Rodi che lo tennero prigioniero e lo consegnarono successivamente nelle mani di papa Innocenzo VIII.</ref> (il {{AutoreCitato|Paolo Giovio|Giovio}} lo chiama Gemi)Fratello di Baiazetto, Imperatore de' Turchi, consegnatoli da Papa Alessandro Sesto, acciò s'accingesse all'Impresa contro la empia Setta Maomettana. Ma gionto in Velletri morì Zizimo, e si perdè quella bona occasione di far progressi per la Fede di Christo. Il Rè si trattenne in Velletri per qualche tempo per dare udienza à D. Antonio Fonseca Ambasciatore del Rè di Spagna, il quale molto si risentì per la poca corrispondenza mostrata dal Rè Francese all'affetto paterno del Pontefice; così registra il Giovio, ''Igitur Fonseca apud Velitris in Consilio Regis, et Procerum, gravi Oratione habita, quaestus est, etc.'' E si mostrò così sdegnato, che pigliò ardire di squarciare il Viglietto nel quale stavano scritte le Capitolazioni della Pace sottoscritte d'ambidue li Rè, ''Ut Fonseca alioqui sedati Animi, ita perfervidus, Libellum, in quo Foederis scripta, utriusque Regis manu subscripta, ac obsignata erant, in conspecta Regis concerpsit'', dice l'istesso Giovio; onde il Rè Carlo li fece intendere da suoi Baroni che li Francesi erano differenti dà Mori di Granata, come presto l'haverebbe fatto vedere con l'esperienza.
 
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