Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/265: differenze tra le versioni

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i greci scrittori, essi né tempj aveano né altari<ref>(a)</ref>. Vedesi, è vero, il dio persiano Mitra in varj luoghi a Roma, e nominatamente nelle ville Albani, Borghese, e Negroni; ma da nessuna storia ci costa che gli antichi Persi lo rappresentassero, e sotto quella forma; onde dobbiamo credere esser queste figure lavorate in Roma da artisti greci o romani ai tempi de’ Cesari, come la veste loro e lo stile chiaramente dimostrano. Diffatti la berretta frigia e le lunghe brache date loro sembrano indicare divinità straniere, essendo quello un distntivo di convenzione nell’arte per dinotare i popoli rimoti; e sebbene comuni presso i Persi fossero le brache {{greco}} (....); tali però non erano, per quanto sappiamo, le berrette<ref>(b)</ref>. Narra {{AutoreCitato|Plutarco|Plutarco}}<ref>(a)</ref> che il culto del dio Mitra era stato introdotto da que’ Pirati, i quali dopo varie sconfitte furono finalmente da Pompeo distrutti; e {{Pt|sog-|}}
i greci scrittori, essi né tempj aveano né altari<ref>Il nostro Autore nella ''Descr. des pierr. grav. ec. cl. 1. sect. 4. num. 127. pag. 29,'', con una gemma persiana, e coll’autorità del sig. {{AutoreCitato|Thomas Hyde|Hyde}} ''De Relig. Pers. cap. 3. pag. 88''. provava che avessero altari. Convien distinguere. V’erano in Persia gl’idolatri, e v’erano i Maghi anche da tempi antichi. Gl’Idoli vi si adoravano ai tempi della regina Ester, come si ricava dalla di lei orazione, ''cap. 14.'' Osserva il P. {{AutoreCitato|Alfonso Niccolai|Niccolai}} nella Dissertazione VI. sul libro di Ester, ''pag. 140''. che, dopo 1'uccisione dell’usurpatore Smerdis il Mago, la setta de’ Maghi nemici degl’idoli cadde di credito nella Persia, e fu abbracciata massimamente dai Grandi del regno la religione degl’idolatri; finché l’anno trentesimo d'Assuero, cioè di Dario figliuolo d’Istaspe, il famoso Zoroastro fé ritornare nella prima stima la religione de’ Maghi, e abbracciarla ad Assuero medesimo. Adoravano questi il fuoco sopra altari eretti su i colli, e all’aperto, perciocché si profetavano nemici de’ tempj. Così si vede un altare con sopra il fuoco in un monumento di Persepoli presso {{AutoreCitato|Thomas Hyde|Hyde}} ''l. c. Tab. VI. p. 307. Tab. IX. p. 375''. Zoroastro confermò i Maghi nell’avversione agl’idoli, ma li persuase a fabbricar tempj, o pirei, per meglio custodire, e servar sempre vivo il fuoco sacro. Hyde ''cit. c. 3. e segg''., {{AutoreCitato|Alfonso Niccolai|Niccolai}} ''l. c. Dissert. {{Sc|iiI}}. p. 90. princ''., [[:w:Barnabé Brisson (magistrato)|Brissonio]] ''De Regno Persarum lib. {{Sc|iI}}. §. VII''. In appresso al culto del sole unirono il culto degl’idoli. {{AutoreCitato|Quinto Curzio Rufo|Quinto Curzio}} descrivendo la marcia dell’esercito di Dario nel ''l. 3. c. 3. §. 8''., dice che si vedeva collocata sopra un padiglione l’immagine del sole dentro al cristallo. I Maghi, i quali andavano avanti, portavano il fuoco sacro sopra altari d’argento. Il cocchio del re era ornato da una parte, e dall’altra di simulacri di deità in oro, e in argento. Sul giogo si vedevano due simulacri d’oro dell’altezza d’un cubito, uno de’ quali era l’immagine di Belo. In mezzo a questi aveano consecrata un’aquila parimenti d’oro colle ali stese. Ci dice {{AutoreCitato|Clemente Alessandrino|Clemente Alessandrino}} ''Cohortat. ad Gent. cap. 5. pag. 57''., che Artaserse figlio di Dario fece adorare gl’idoli in figura umana, e il primo eresse una statua alla dea Venere in Babilonia, in Susi, Ecbatana, ed altre città; adducendo su questo l’autorità di Beroso nel libro {{Sc|iiI}}. delle storie della Caldea. E in fine {{AutoreCitato|Quinto Settimio Fiorente Tertulliano| Tertulliano}} ''Apolog. cap. 16''. ci fa capire, che a’ suoi tempi adorassero il sole dipinto su di una tela.</ref>. Vedesi, è vero, il dio persiano Mitra in varj luoghi a Roma, e nominatamente nelle ville Albani, Borghese, e Negroni; ma da nessuna storia ci costa che gli antichi Persi lo rappresentassero, e sotto quella forma; onde dobbiamo credere esser queste figure lavorate in Roma da artisti greci o romani ai tempi de’ Cesari, come la veste loro e lo stile chiaramente dimostrano. Diffatti la berretta frigia e le lunghe brache date loro sembrano indicare divinità straniere, essendo quello un distntivo di convenzione nell’arte per dinotare i popoli rimoti; e sebbene comuni presso i Persi fossero le brache {{greco}} (ἀναξυρίδες); tali però non erano, per quanto sappiamo, le berrette<ref>Anzi tali compariscono nei monumenti, come in una figura presso Lens citato sopra ''pag. 52. not. a''., e in una immagine di Fraate re de’ Parti, e d’un soldato della medesima nazione presso Hyde ''loc. cit. Tab. X. pag. 384.''; e abbiamo veduto nella detta nota con Brissonio, che così voltate verso la fronte le portavano i Persiani fuorché il re.</ref>. Narra {{AutoreCitato|Plutarco|Plutarco}}<ref>''In Pomp. op. Tom. I. pag. 633. C''.</ref> che il culto del dio Mitra era stato introdotto da que’ Pirati, i quali dopo varie sconfitte furono finalmente da Pompeo distrutti; e {{Pt|sog-|}}



(a) Il nostro Autore nella ''Descr. des pierr. grav. ec. cl. 1. sect. 4. num. 127. pag. 29,'', con una gemma persiana, e coll’autorità del sig. {{AutoreCitato|Thomas Hyde|Hyde}} ''De Relig. Pers. cap. 3. pag. 88''. provava che avessero altari. Convien distinguere. V’erano in Persia gl’idolatri, e v’erano i Maghi anche da tempi antichi. Gl’Idoli vi si adoravano ai tempi della regina Ester, come si ricava dalla di lei orazione, ''cap. 14.'' Osserva il P. {{AutoreCitato|Alfonso Niccolai|Niccolai}} nella Dissertazione VI. sul libro di Ester, ''pag. 140''. che, dopo 1'uccisione dell’usurpatore Smerdis il Mago, la setta de’ Maghi nemici degl’idoli cadde di credito nella Persia, e fu abbracciata massimamente dai Grandi del regno la religione degl’idolatri; finché l’anno trentesimo d'Assuero, cioè di Dario figliuolo d’Istaspe, il famoso Zoroastro fé ritornare nella prima stima la religione de’ Maghi, e abbracciarla ad Assuero medesimo. Adoravano questi il fuoco sopra altari eretti su i colli, e all’aperto, perciocché si profetavano nemici de’ tempj. Così si vede un altare con sopra il fuoco in un monumento di Persepoli presso {{AutoreCitato|Thomas Hyde|Hyde}} ''l. c. Tab. VI. p. 307. Tab. IX. p. 375''. Zoroastro confermò i Maghi nell’avversione agl’idoli, ma li persuase a fabbricar tempj, o pirei, per meglio custodire, e servar sempre vivo
il fuoco sacro.

Hyde cit. c. 3. e segg., Niccolai
i.c. D.’lfe’C.’rl. ".fiO. vrinc., Brillonio De Regno
Perf^rum Uh. ’/. §. - VII. In apprelTb al
culto del fgle unirono il culto degl’idoli.
Quinto Curzio defcrivendo la marcia dell’elercito
di Datio nel /.,’. e. j. %. S., dice che fi
vedeva collocata fopra un padiglione l’immagine
del fole dentro al ctillallo. I Maghi, i
quali andavano avanti, portavano il fuoco
facro fopra aitati d’argento. Il cocchio del re
era ornato da una parte, e dall’altta di fimulacri
di deità in oro, e in argento. Sul giogo
lì vedevano due fimulacri d’oro dell’altezza
d’un cubito, uno de’ quali era l’immagine di
Belo. In mezzo a qucfli avcaro conftcrata
un’aquila parimenti d’oro colle ali ftefe.
Ci dice Clemente Alessandrino Cohortat. ad
Gene. cap. J. pag. f>., che Artaferfe figlio di
Dario fece adorare gl’idoli in figura umana,
e il primo ereffe una ftatua alla dea Venere in
Babilonia, in Sufi, Ecbatar.a, ed altre città;
adducendo fu qucflo l’autorità di Bcrolo nel
libro III. delle ftorie della Cal’ea. E in fine
Tertulliano Apo’og.cap.i 6. ri fa capire, che
a’ fuoi tempi adoralTero il fole dipinto fu di
una tela.

(b) Anzi tali compariscono nei monumenti, come in una figura presso Lens citato sopra pag.j?. not. a., e in una immagine di
Fraatc re de’ Parti, e d’un foldato della medefima
nazione prelfo Hyde loc. eh. Tah. X. pag.
^S4.; e abbiamo veduto nella detta nota
con BrilTonio, che così voltate verfo la
fronte le portavano i Perfiani fuorché il re.

(a) In Pomp. op. Tem.I. pag.6^^. C.