Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/265: differenze tra le versioni
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i greci scrittori, essi né tempj aveano né altari<ref> |
i greci scrittori, essi né tempj aveano né altari<ref>Il nostro Autore nella ''Descr. des pierr. grav. ec. cl. 1. sect. 4. num. 127. pag. 29,'', con una gemma persiana, e coll’autorità del sig. {{AutoreCitato|Thomas Hyde|Hyde}} ''De Relig. Pers. cap. 3. pag. 88''. provava che avessero altari. Convien distinguere. V’erano in Persia gl’idolatri, e v’erano i Maghi anche da tempi antichi. Gl’Idoli vi si adoravano ai tempi della regina Ester, come si ricava dalla di lei orazione, ''cap. 14.'' Osserva il P. {{AutoreCitato|Alfonso Niccolai|Niccolai}} nella Dissertazione VI. sul libro di Ester, ''pag. 140''. che, dopo 1'uccisione dell’usurpatore Smerdis il Mago, la setta de’ Maghi nemici degl’idoli cadde di credito nella Persia, e fu abbracciata massimamente dai Grandi del regno la religione degl’idolatri; finché l’anno trentesimo d'Assuero, cioè di Dario figliuolo d’Istaspe, il famoso Zoroastro fé ritornare nella prima stima la religione de’ Maghi, e abbracciarla ad Assuero medesimo. Adoravano questi il fuoco sopra altari eretti su i colli, e all’aperto, perciocché si profetavano nemici de’ tempj. Così si vede un altare con sopra il fuoco in un monumento di Persepoli presso {{AutoreCitato|Thomas Hyde|Hyde}} ''l. c. Tab. VI. p. 307. Tab. IX. p. 375''. Zoroastro confermò i Maghi nell’avversione agl’idoli, ma li persuase a fabbricar tempj, o pirei, per meglio custodire, e servar sempre vivo il fuoco sacro. Hyde ''cit. c. 3. e segg''., {{AutoreCitato|Alfonso Niccolai|Niccolai}} ''l. c. Dissert. {{Sc|iiI}}. p. 90. princ''., [[:w:Barnabé Brisson (magistrato)|Brissonio]] ''De Regno Persarum lib. {{Sc|iI}}. §. VII''. In appresso al culto del sole unirono il culto degl’idoli. {{AutoreCitato|Quinto Curzio Rufo|Quinto Curzio}} descrivendo la marcia dell’esercito di Dario nel ''l. 3. c. 3. §. 8''., dice che si vedeva collocata sopra un padiglione l’immagine del sole dentro al cristallo. I Maghi, i quali andavano avanti, portavano il fuoco sacro sopra altari d’argento. Il cocchio del re era ornato da una parte, e dall’altra di simulacri di deità in oro, e in argento. Sul giogo si vedevano due simulacri d’oro dell’altezza d’un cubito, uno de’ quali era l’immagine di Belo. In mezzo a questi aveano consecrata un’aquila parimenti d’oro colle ali stese. Ci dice {{AutoreCitato|Clemente Alessandrino|Clemente Alessandrino}} ''Cohortat. ad Gent. cap. 5. pag. 57''., che Artaserse figlio di Dario fece adorare gl’idoli in figura umana, e il primo eresse una statua alla dea Venere in Babilonia, in Susi, Ecbatana, ed altre città; adducendo su questo l’autorità di Beroso nel libro {{Sc|iiI}}. delle storie della Caldea. E in fine {{AutoreCitato|Quinto Settimio Fiorente Tertulliano| Tertulliano}} ''Apolog. cap. 16''. ci fa capire, che a’ suoi tempi adorassero il sole dipinto su di una tela.</ref>. Vedesi, è vero, il dio persiano Mitra in varj luoghi a Roma, e nominatamente nelle ville Albani, Borghese, e Negroni; ma da nessuna storia ci costa che gli antichi Persi lo rappresentassero, e sotto quella forma; onde dobbiamo credere esser queste figure lavorate in Roma da artisti greci o romani ai tempi de’ Cesari, come la veste loro e lo stile chiaramente dimostrano. Diffatti la berretta frigia e le lunghe brache date loro sembrano indicare divinità straniere, essendo quello un distntivo di convenzione nell’arte per dinotare i popoli rimoti; e sebbene comuni presso i Persi fossero le brache {{greco}} (ἀναξυρίδες); tali però non erano, per quanto sappiamo, le berrette<ref>Anzi tali compariscono nei monumenti, come in una figura presso Lens citato sopra ''pag. 52. not. a''., e in una immagine di Fraate re de’ Parti, e d’un soldato della medesima nazione presso Hyde ''loc. cit. Tab. X. pag. 384.''; e abbiamo veduto nella detta nota con Brissonio, che così voltate verso la fronte le portavano i Persiani fuorché il re.</ref>. Narra {{AutoreCitato|Plutarco|Plutarco}}<ref>''In Pomp. op. Tom. I. pag. 633. C''.</ref> che il culto del dio Mitra era stato introdotto da que’ Pirati, i quali dopo varie sconfitte furono finalmente da Pompeo distrutti; e {{Pt|sog-|}} |
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(a) Il nostro Autore nella ''Descr. des pierr. grav. ec. cl. 1. sect. 4. num. 127. pag. 29,'', con una gemma persiana, e coll’autorità del sig. {{AutoreCitato|Thomas Hyde|Hyde}} ''De Relig. Pers. cap. 3. pag. 88''. provava che avessero altari. Convien distinguere. V’erano in Persia gl’idolatri, e v’erano i Maghi anche da tempi antichi. Gl’Idoli vi si adoravano ai tempi della regina Ester, come si ricava dalla di lei orazione, ''cap. 14.'' Osserva il P. {{AutoreCitato|Alfonso Niccolai|Niccolai}} nella Dissertazione VI. sul libro di Ester, ''pag. 140''. che, dopo 1'uccisione dell’usurpatore Smerdis il Mago, la setta de’ Maghi nemici degl’idoli cadde di credito nella Persia, e fu abbracciata massimamente dai Grandi del regno la religione degl’idolatri; finché l’anno trentesimo d'Assuero, cioè di Dario figliuolo d’Istaspe, il famoso Zoroastro fé ritornare nella prima stima la religione de’ Maghi, e abbracciarla ad Assuero medesimo. Adoravano questi il fuoco sopra altari eretti su i colli, e all’aperto, perciocché si profetavano nemici de’ tempj. Così si vede un altare con sopra il fuoco in un monumento di Persepoli presso {{AutoreCitato|Thomas Hyde|Hyde}} ''l. c. Tab. VI. p. 307. Tab. IX. p. 375''. Zoroastro confermò i Maghi nell’avversione agl’idoli, ma li persuase a fabbricar tempj, o pirei, per meglio custodire, e servar sempre vivo |
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il fuoco sacro. |
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Hyde cit. c. 3. e segg., Niccolai |
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i.c. D.’lfe’C.’rl. ".fiO. vrinc., Brillonio De Regno |
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Perf^rum Uh. ’/. §. - VII. In apprelTb al |
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culto del fgle unirono il culto degl’idoli. |
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Quinto Curzio defcrivendo la marcia dell’elercito |
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di Datio nel /.,’. e. j. %. S., dice che fi |
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vedeva collocata fopra un padiglione l’immagine |
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del fole dentro al ctillallo. I Maghi, i |
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quali andavano avanti, portavano il fuoco |
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facro fopra aitati d’argento. Il cocchio del re |
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era ornato da una parte, e dall’altta di fimulacri |
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di deità in oro, e in argento. Sul giogo |
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lì vedevano due fimulacri d’oro dell’altezza |
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d’un cubito, uno de’ quali era l’immagine di |
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Belo. In mezzo a qucfli avcaro conftcrata |
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un’aquila parimenti d’oro colle ali ftefe. |
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Ci dice Clemente Alessandrino Cohortat. ad |
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Gene. cap. J. pag. f>., che Artaferfe figlio di |
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Dario fece adorare gl’idoli in figura umana, |
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e il primo ereffe una ftatua alla dea Venere in |
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Babilonia, in Sufi, Ecbatar.a, ed altre città; |
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adducendo fu qucflo l’autorità di Bcrolo nel |
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libro III. delle ftorie della Cal’ea. E in fine |
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Tertulliano Apo’og.cap.i 6. ri fa capire, che |
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a’ fuoi tempi adoralTero il fole dipinto fu di |
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una tela. |
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(b) Anzi tali compariscono nei monumenti, come in una figura presso Lens citato sopra pag.j?. not. a., e in una immagine di |
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Fraatc re de’ Parti, e d’un foldato della medefima |
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nazione prelfo Hyde loc. eh. Tah. X. pag. |
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^S4.; e abbiamo veduto nella detta nota |
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con BrilTonio, che così voltate verfo la |
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fronte le portavano i Perfiani fuorché il re. |
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(a) In Pomp. op. Tem.I. pag.6^^. C. |