Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/256: differenze tra le versioni

Nessun oggetto della modifica
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Nl|... il loro sapere... }}
{{Nl|... il loro sapere... }}
§. 3. Era quel popolo, al dir di Mela<ref>{a)</ref>, amante della fatica, e sì in guerra che in pace segnalossi, rendendosi celebre nelle lettere e nelle scienze non meno che nelle armi. Quelle fiorivano già presso di loro, quando rozzi ancora e barbari erano i Greci: Mosco di Sidone<ref>(b)</ref> insegnato aveva il sistema degli atomi avanti la guerra di Troja; e l’astronomia e l’aritmetica<ref>(a)</ref> furon dai Fenicj portate al più alto grado di perfezione, se pur non ne furon essi gl’inventori. Soprattutto però si distinsero pei loro ritrovati nelle arti<ref>(e)</ref>, onde {{AutoreCitato|Omero|Omero}}<ref>{d)</ref> appella grandi artisti i Sidonj. Salomone chiamò fenicj artisti per edificare il tempio e ’l real palagio. Presso i Romani medesimi i migliori intagli in legno erano lavoro di punico scarpello; e quindi è che presso gli antichi scrittori trovasi sovente fatta menzione di punici letti, finestre, torchi, ed altri utensili<ref>{e)</ref>.
§. 3. Era quel popolo, al dir di Mela<ref>''lib. 1 cap. 12.''</ref>, amante della fatica, e sì in guerra che in pace segnalossi, rendendosi celebre nelle lettere e nelle scienze non meno che nelle armi. Quelle fiorivano già presso di loro, quando rozzi ancora e barbari erano i Greci: Mosco di Sidone<ref>{{AutoreCitato|Strabone|Strab.}} ''Geogr. lib. 16. pag. 1098. C''. </ref> insegnato aveva il sistema degli atomi avanti la guerra di Troja; e l’astronomia e l’aritmetica<ref>Strab. l. 17. p. 1136. B.'', {{AutoreCitato|Antoine-Yves Goguet|Goguet}} ''Dell'Origine delle leggi, ec. Tom. I. par. I. l. {{Sc|iI}}. capo {{Sc|iI}}. art. I. pag. 168''. </ref> furon dai Fenicj portate al più alto grado di perfezione, se pur non ne furon essi gl’inventori. Soprattutto però si distinsero pei loro ritrovati nelle arti<ref>Bochart ''Phal. & Can. lib. 4 cap. 35'' [ Goguet ''loc. cit. Iib. IV. cav. {{Sc|iI}}. art. 1. p. 236''. Sidone era celebre per la fabbrica delle tele di lino, delle tapezzerie, e veli preziosi, per l’arte di lavorare i metalli, per la maniera di tagliare il legno, e di metterlo in opera, per l’invenzione del vetro. Tiro si rese famosa per l’arte di tingere i panni, e particolarmente per l’invenzione della porpora, per il segreto di lavorare l’avorio ec.</ref>, onde {{AutoreCitato|Omero|Omero}}<ref>''Iliad. lib. 23. v 743''</ref> appella grandi artisti i Sidonj. Salomone chiamò fenicj artisti per edificare il tempio e ’l real palagio. Presso i Romani medesimi i migliori intagli in legno erano lavoro di punico scarpello; e quindi è che presso gli antichi scrittori trovasi sovente fatta menzione di punici letti, finestre, torchi, ed altri utensili<ref>{{AutoreCitato|Giuseppe Giusto Scaligero|Scalig.}} ''in Varr. de Re rust. lib. 3. cap.7''. § 3. Tom. I. pag. 340''.</ref>.


{{Nl|... il lusso... }}
{{Nl|... il lusso... }}
§. 4. La ricchezza presso loro nutriva le arti; e ognuno sa quanto declamassero i Profeti contro il lusso di Tiro. Narra {{AutoreCitato|Strabone|Strabone}}<ref>(b)</ref> che anche a’ giorni suoi v’erano colà case più alte che a Roma, e dice {{AutoreCitato|Appiano di Alessandria|Appiano}}<ref>(/)</ref> che nella Birsa, cioè nell’interno della città di Cartagine, erano ben anche di sei piani. Statue indorate vedeansi ne’tempj loro, e tal era un Apollo in Cartagine<ref>(gì</ref>; anzi troviamo pur fatta menzione di colonne d’oro, e di statue di smeraldo<ref>(r)</ref>. {{AutoreCitato|Tito Livio|Livio}} rammenta uno scudo d’argento che pesava cento trenta libre,
§. 4. La ricchezza presso loro nutriva le arti; e ognuno sa quanto declamassero i Profeti contro il lusso di Tiro. Narra {{AutoreCitato|Strabone|Strabone}}<ref>''lib. 16. pag. 1098. princ.</ref> che anche a’ giorni suoi v’erano colà case più alte che a Roma, e dice {{AutoreCitato|Appiano di Alessandria|Appiano}}<ref>''De Bell. punic. pag. 79.'' [Dice soltanto che v’erano case alte.</ref> che nella Birsa, cioè nell’interno della città di Cartagine, erano ben anche di sei piani. Statue indorate vedeansi ne’tempj loro, e tal era un Apollo in Cartagine<ref>''Ibid. pag. 79. D''.</ref>; anzi troviamo pur fatta menzione di colonne d’oro, e di statue di smeraldo<ref name=pagina256>Il sig. Dutens ''Dee Pierres précieuses &c. ch. VII''. sospetta che gli antichi non conoscessero il vero smeraldo, e che dessero il tal nome allo spato fusibile, al fluore, al plasma</ref>. {{AutoreCitato|Tito Livio|Livio}} rammenta uno scudo d’argento che pesava cento trenta libre,



(j) ''lib. 1 cap. 12.''
(i) {{AutoreCitato|Strabone|Strab.}} ''Geogr. lib. 16. pag. 1098. C''.
(a) Strab. l. 17. p. 1136. B.'', {{AutoreCitato|Antoine-Yves Goguet|Goguet}} ''Dell'Origine delle leggi, ec. Tom. I. par. I. l. {{Sc|iI}}. capo {{Sc|iI}}. art. I. pag. 168''.
(c) Bochart ''Phal. & Can. lib. 4 cap. 35'' [ Goguet ''loc. cit. Iib. IV. cav. {{Sc|iI}}. art. 1. p. 236''. Sidone era celebre per la fabbrica delle tele di lino, delle tapezzerie, e veli preziosi, per l’arte di lavorare i metalli, per la maniera di tagliare il legno, e di metterlo in opera, per l’invenzione del vetro. Tiro si rese famosa per l’arte di tingere i panni, e particolarmente per l’invenzione della porpora, per il segreto di lavorare l’avorio ec.
(d) ''Iliad. hh.z^. v 74S''
() Scalig. in Varr. de Re ruft. Ub.j. cap.7.
§• ^-Tom. L pog. 340.

{f) De Bell. punic. pag.yg- [Dice soltanto
che v’erano case alte.

(^) /,,- £.''^’ ''*’h p;.^-,c nrécieuCes ^Jc^


(0 1 ^?,Outcns De_ P.r _«P^;"’^"-"^^
eh. Fil. folp.tta ^he gh an chw o, co,olcei_

fero.vero ^^ejaldo, e.lie dcUero ta o
me aUo fpato tulibilc, al fluore, alpUUna.