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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|3594}}-->sola, come vorrebbe il {{AutoreCitato|Torquato Tasso|Tasso}}, della quale l’un degli Eroi sia capo, l’altro mano; o sieno che che si voglia. <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|3595}}
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|3594}}-->sola, come vorrebbe il {{AutoreCitato|Torquato Tasso|Tasso}}, della quale l’un degli Eroi sia capo, l’altro mano; o sieno che che si voglia. <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|3595}}


Provasi questa verità con effetto nella lettura della ''{{TestoCitato|Gerusalemme liberata|Gerusalemme}}''. Ma siccome è soltanto supponibile, come il punto matematico, e non mai però vero il caso di un uomo che ''intra duo cibi distanti e moventi d’un modo, innanzi si muoia di fame'' che e’ si ''rechi a’ denti'' l’un d’essi cibi ({{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}} {{TestoCitato|Divina Commedia/Paradiso|Par}}. IV)., e tra due o piú cose da scegliere, l’uomo trova sempre, e trovò, alcuna diversità che l’inclini e determini ad elegger l’una, e l’altra rifiutare; o quando non sia in sua mano l’eleggere, o non si tratti di sceglier coll’opera, è impossibile che egli coll’affetto (sia il desiderio, sia l’amore, sia il compiacimento, sia qualunqu’altro) non s’inclini piú ad una cosa ch’a un’altra, o piú da una che da un’altra non fugga; cosí non potendo accader che di due o piú Eroi, quanto si voglia pari di merito, l’uno, per qualsiasi cagione, non prevaglia nell’animo de’ lettori, massime quando il loro merito sia di specie diverso; però è ben lungi che l’interesse nella ''{{TestoCitato|Gerusalemme liberata|Gerusalemme}}'' (piccolo e quasi morto com’egli è, secondo che ho detto altrove, e seppur v’é interesse alcuno) sia quanto al lettore con esatta parità di misura diviso tra Goffredo e Rinaldo. Ben è vero che l’uno di questi Eroi nuoce all’interesse dell’altro, ma pure, se il lettor prova nella ''{{TestoCitato|Gerusalemme liberata|Gerusalemme}}'' qualche interesse, ei non manca di scegliere tra’ due Eroi quello in che egli ne ponga la maggior parte, e forse anche <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|3596}} tutto. Or questo Eroe prescelto (e me n’appello al testimonio di qualsivoglia lettore della
Provasi questa verità con effetto nella lettura della ''{{TestoCitato|Gerusalemme liberata|Gerusalemme}}''. Ma siccome è soltanto supponibile, come il punto matematico, e non mai però vero, il caso di un uomo che ''intra duo cibi distanti e moventi d’un modo innanzi'' si muoia di fame'' che e’ si ''rechi a’ denti'' l’un d’essi cibi ({{AutoreCitato|Dante Alighieri|{{Sc|Dante}}}}, ''{{TestoCitato|Divina Commedia/Paradiso|Par}}''., IV), e tra due o piú cose da scegliere, l’uomo trova sempre, e trovò, alcuna diversità che l’inclini e determini ad elegger l’una, e l’altra rifiutare; o quando non sia in sua mano l’eleggere, o non si tratti di sceglier coll’opera, è impossibile che egli coll’affetto (sia il desiderio, sia l’amore, sia il compiacimento, sia qualunqu’altro) non s’inclini piú ad una cosa ch’a un’altra, o piú da una che da un’altra non fugga: cosí, non potendo accader che di due o piú Eroi, quanto si voglia pari di merito, l’uno, per qualsivoglia cagione, non prevaglia nell’animo de’ lettori, massime quando il loro merito sia di specie diverso; però è ben lungi che l’interesse nella ''{{TestoCitato|Gerusalemme liberata|Gerusalemme}}'' (piccolo e quasi morto com’egli è, secondo che ho detto altrove, e seppur v’è interesse alcuno) sia quanto al lettore con esatta parità di misura diviso tra Goffredo e Rinaldo. Ben è vero che l’uno di questi Eroi nuoce all’interesse dell’altro, ma pure, se il lettor prova nella ''{{TestoCitato|Gerusalemme liberata|Gerusalemme}}'' qualche interesse, ei non manca di scegliere tra’ due Eroi quello in che egli ne ponga la maggior parte, e forse anche <section end="2" /><section begin="3" />{{ZbPagina|3596}} tutto. Or questo Eroe prescelto (e me n’appello al testimonio di qualsivoglia lettore della
''{{TestoCitato|Gerusalemme liberata|Gerusalemme}}''), contro l’intenzione del poeta, o certo contro il manifesto scopo del poema, e quindi contro il suo debito, e in pregiudizio del dovuto effetto e dell’unità (molto piú che nell’''{{TestoCitato|Iliade}}'' ella, e lo scopo e il debito della qualità del poema non sono pregiudicati); questo eroe, dico, è Rinaldo;<section end=3 />
''{{TestoCitato|Gerusalemme liberata|Gerusalemme}}''), contro l’intenzione del poeta, o certo contro il manifesto scopo del poema, e quindi contro il suo debito, e in pregiudizio del dovuto effetto e dell’unità (molto piú che nell’''{{TestoCitato|Iliade}}'' ella, e lo scopo e il debito della qualità del poema non sono pregiudicati); questo eroe, dico, è Rinaldo;<section end="3" />