I colloqui/I. Il giovenile errore/Il gioco del silenzio: differenze tra le versioni

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<poem>
Non so se veramente fu vissuto
quel giorno della prima primavera.
Ricordo - o sogno? - un prato di velluto,
ricordo - o sogno? - un cielo che s’annera,
e il tuo sgomento e i lampi e la bufera{{r|5}}
livida sul paese sconosciuto...
 
Poi la cascina rustica sul colle
e la corsa e le grida e la massaia
e il rifugio notturno e l’ora folle
e te giuliva come una crestaia,{{r|10}}
e l’aurora ed i canti in mezzo all’aia
e il ritorno in un velo di corolle...
 
- Parla! - Salivi per la bella strada
primaverile, tra pescheti rosa,
mandorli bianchi, molli di rugiada...{{r|15}}
- Parla! - Tacevi, rigida pensosa
della cosa carpita, della cosa
che accade e non si sa mai come accada...
 
- Parla! - seguivo l’odorosa traccia
della tua gonna... Tutto rivedo{{r|20}}
quel tuo sottile corpo di cinedo,
quella tua muta corrugata faccia
che par sogni l’inganno od il congedo
e che piacere a me par che le spiaccia...
 
E ancor mi negasti la tua voce{{r|25}}
in treno. Supplicai, chino rimasi
su te, nel rombo ritmico e veloce...
Ti scossi, ti parlai con rudi frasi,
ti feci male, ti percossi quasi,
e ancora mi negasti la tua voce.{{r|30}}
 
Giocosa amica, il Tempo vola, invola
ogni promessa. Dissipò coi baci
le tue parole tenere fugaci...
Non quel silenzio. Nel ricordo, sola
restò la bocca che non diè parola,{{r|35}}
la bocca che tacendo disse: Taci!...
</poem>