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{{Pt|tiche|antiche}}, di cui parlerò più sotto; pur interamente mancano talora ad alcune che fono fuor di dubbio antiche egiziane, e tali fono i due obelischi collocati l’uno innanzi s. Pietro, e l’altro presso santa Maria Maggiore. Fa Plinio<ref>(a)</ref> la stessa osservazione riguardo a due altri. Non hanno geroglifici né i due leoni che sono all’ingresso del Campidoglio, né il celebre Osiride del palazzo Barberini, né molte altre simili opere o figure che qui potrei rammemorare.
{{Pt|tiche|antiche}}, di cui parlerò più sotto; pur interamente mancano talora ad alcune che fono fuor di dubbio antiche egiziane, e tali fono i due obelischi collocati l’uno innanzi s. Pietro, e l’altro presso santa Maria Maggiore. Fa Plinio<ref>''lib. 36. cap. 8. sect. 14. §. 3.'' [I due obelischi, de’ quali parla Plinio, uno eretto da Smarre, l’altro da Erasio, dell’altezza di quarantotto cubiti, sono appunto l’obelisco di Santa Maria Maggiore, e l’altro quello trovato nelle fondamenta della fabbrica di San Rocco, di cui si è parlato nelle annotazioni all’elogio del sig. Heyne sopra ''pag. lxxviij, not. 13''.; e amendue ornavano il Mausoleo di Augusto. Il P. {{AutoreCitato|Athanasius Kircher|Kirchero}} ''Œd. Ægyp. T. {{Sc|iiI}}. synt. 11. cap. 1 pag. 368''., il Mercati nel suo trattato ''degli Oóbelischi, cap. 27''., Orlandi nelle annotazioni al Nardini ''Roma antica, l. VI., cap. VI. pag. 307''., e gli altri eruditi comunemente li credono fatti venire in Roma, e collocati nel detto luogo dall’imperator Claudio. Io non saprei che me ne dire. Dico solamente, che pare che Plinio, il quale visse dopo Claudio, li nomini come esistenti ancora in Egitto quando scriveva.</ref> la stessa osservazione riguardo a due altri. Non hanno geroglifici né i due leoni che sono all’ingresso del Campidoglio, né il celebre Osiride del palazzo Barberini, né molte altre simili opere o figure che qui potrei rammemorare.


{{Nl|le d’imitazione...}}
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§. 9. Oltre i due stili che abbiamo fin qui esaminati ne’ monumenti egiziani, un terzo se ne ravvisa in quelle figure, le quali sebbene più simili delle teste mentovate alle antiche, pure né in Egitto lavorate furono né da egiziano artefice, e fono imitazioni di quelle opere che in Roma vennero in ufo, quando il culto vi s’introdusse delle divinità d’Egitto.
§. 9. Oltre i due stili che abbiamo fin qui esaminati ne’ monumenti egiziani, un terzo se ne ravvisa in quelle figure, le quali sebbene più simili delle teste mentovate alle antiche, pure né in Egitto lavorate furono né da egiziano artefice, e fono imitazioni di quelle opere che in Roma vennero in ufo, quando il culto vi s’introdusse delle divinità d’Egitto. I più vetusti fra simili lavori sono, per quanto io so, due Isidi in basso-rilievo di gesso, che veggonsi in una piccola cappella nell’atrio ({{greco}} περίβολος) d’un tempio d’Iside recentemente scoperto nelle ruine di Pompeja. E siccome questa infelice città perì sotto l’impero di Tito, è probabile che tali figure più antiche siano di quelle statue di simil {{Pt|manie-|}}
I più vetusti fra simili lavori sono, per quanto io so, due
Isidi in basso-rilievo di gesso, che veggonsi in una piccola
cappella nell’atrio ({{greco}} Tripi’lSo^os ) d’un tempio d’Iside recentemente
scoperto nelle ruine di Pompeja. E siccome questa
infelice città perì sotto l’impero di Tito, è probabile che
tali figure più antiche siano di quelle statue di simil {{Pt|manie-|}}


<ref follow="pagina217">quelle parti preso col tempo sempre più piede la religione de’ Greci, e la costoro mitologia,
molto differente da quella degli Egiziani „. <br/>


È qui da osservarsi un’altra cosa, cioè che {{AutoreCitato|Johann Joachim Winckelmann|Winkelmann}} ritratta insieme tacitamente quello che ha detto sopra ''pag. 70.''. intorno alla parola scritta sulla mummia; prendendo qui la lettera in forma di croce greca -|-, per un Ψ, e leggendo {{greco}} ΕΥΨΥΧΙ, come in fatti si usava nelle iscrizioni sepolcrali per un’acclamazione, o faluto, che facevano i viventi a quel morto: ''bono animo esto: sta di buon animo: o come solevano mettere i Latini: VALE, e AVE, secondo l’osservazione di {{AutoreCitato|Servio Mario Onorato|Servio}} ''ad Aen. l. XI. v. 97''., {{AutoreCitato|Filippo Buonarroti (antiquario)|Buonarroti}} ''l. c. Tav. 28. p. 191''., Horsley ''Britannia Rom. book {{Sc|iI}}. ch. 3. p. 288''., e si vede in tante iscrixioni. I Monumenti antichi, col Trattato preliminare, furono stampati da! nostro Autore nel 1767., tre anni dopo la prima edizione della Storia dell’Arte, e un anno prima di morire; onde non avrà forse avuto tempo dì emendar questo passo nella nuova edizione, che ne preparava.</ref>
«iuellc parti prefo col tempo Tempre più piede

dì emendar queflro paflb nella nuova edizio.

la religione de’Greci, e la coftoro mitologia,

ne, che ne preparava.

xnqlto differente da ciucila degli Egiziani „.

(a) Hb.^6. cap. S. feci. 14. §.i- [ I due obe

E qui da offervarfi un’altra cola, cioè che li

fchi, de’ quali parla Plinio, uno cretto da

Winkclmann ritratta^ inlìcme tacitamente

Smarre, l’altro da Erafio, dell’altezza di qua

quello
che ha detto (opra pag. -jo. intorno rantotto cubiti, fono appunto l’obelifco di
alla parola fcritta fulla mummia; prendendo Santa Maria Maggiore, e l’altro quello troqul
la lettera in forma di croce greca -^-, varo nelle fondamenta della fabbrica di San
per un *, e leggendo EY^IXl, come m lat- Rocco, di cui fi è parlato nelle annotazioni
ti fi ufava nelle ifcrizioni fepolcrali per un’all’elogio del fig. Heyne fopra pag. Ixxvìij,
acclamazione, o faluto, che facevano i vi^ not. (;>.; e amendue ornavano il Maufolco
venti a quel morto: hono animo ejlo: fia di di Augufto. Il P.Kirchero (Ed.Agyp. T.nl.

buon animo: o come folevano mettere i Lati- fynt. ti. c,!/i.j. refi’. ^(J^. > il Mercati nel fuo
ni: VALE, e AVE, fecondo l’offervazione trattato t/te.’; Oóf///c^/j ca/J-z/., Orlandi ncldi
Servio ad Aen. I.XI. v.p7., Buonarroti l’.c. le annotazioni al Nardini Roma anticaJ.VI.,
Tav. z8. p. ipi., Hor<;ley Britannia Rom. cap. VI. pag. ^07., e gii altri eruditi comuhooh
il. ck.j. p. zS8., e fi vede in tame ifcri- ncmcnte li credono fatti venire in Roma, e
xioni. I Monumenti antichi, col Trattato collocati nel detto luogo dall’imperator Claupreliminare, fiirono ftampati da! noRro Au- dio. Io non ’aprci che me ne dire. Dico latore
nel 1767., tre anni dopo la prima edi- lamcrre, che pare che Plinio, il quale v.flc
zionc della Storia dell’Arte, e un anno prima dopo Claudio, li nomini come efiftcnti ancadi
morire; onde non avrà forfè avuto tempo ra in Egitto quando fcrivcva.