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Versione delle 23:06, 18 nov 2014


presso gli Egizj, i Fenicj, e i Persi. 115

fuafo efTer quelle un’all’egiziana (a). Più Egiìzj, I Fenicj, E I Persi. iij immagine di quel famofo garzone fatta’ chiaramente ancora moftrafì mifto l’uno all’altro ftile nel fummentovato Àntinoo del mufeo Capitolino, il quale è pur fenza l’appoggio del pilailro.

jf. 12. Alle flatue di quefto genere appartengono diverfe sfingi, e quattro ve n’ha di granito nero nella villa Albani, le quali hanno nel capo tali fembianze, che non poterono dagli Fgizj effere lavorate né difegnate.

ima apprcfTo in fronte del capo quarto. Non go di parlare delle flatue marmoree d’iiìde: teramente dello iHle greco, e non prima del fari furono fcolpite, poiché ai giorni di Cicerone d’Ifide non erali in Roma introdotto ancora (a).

P ii.0". 13- Pi’^ Se ne vedrà è qui il luoefTe fono intempo de’Ceil culto Ca) Comunque fiano comparfè quefte due flariii; all’occhio del noftro Autore ^ generalmcine gl’intendenti non vi (anno trovare una sì pici a lomi:^lian7a rolL- vere ts’iìe d’Antinoo; e neppure ve l’ho faputa 1 ergere io, per quanto le abbia e’aminate. Sono in forma di due Atlanti architettonici, o Talamoni, e rome volgarmente lì fuol dire, Cariatidi; e perciò l.anro fui capo un canefho, o vafo, che forma il ca]5Ìtello. Non è imjìrobabile il fofpctto del fìg. abate Raffei OJJ’erv.

forrj ale. at.t. mon. Tav. VI. pag. 6o., che forreneffero l’architrave della porta del tempio della villa Adriana, probabilmente a foniiglianva di quei coloflì alti iz. cubiti, che in vece di colonne foftencvano l’atrio del nuovo tempio eretto in Egitto al dio Api dal re Pfammetico, Diodoro /ih. i. §. 66. pag. jj.

E queflo farebbe un argomento di credere, che l’imperatore Adriano, il quale, come bene ftrive il nofìro Autore pag. 7 z., volendo far crorare in tutto 1" impero roniano, e principalmente in Egitto, il fuo diletto qual divinità, dovea prcfentarlo in quel’a forma, che^ era più venerabile, ed accetta, non volelle collocarlo a regger pefi in guila di Cariatide.

(tr) De Nat.Deor. lib.^.cap.j p. [Cicerone fcriffe queft’oirera rell’anno di Roma 711., e dell’età fua 6;., come oflcn’a Franccfco Fabricio Marcoduraro nella di lui vita tefiuta per (eric di confoli, al detto anno7ii.«.227., in fronte di tutte le opere, edizione di Amfterdam 1718. Tcm.l. pag. ^0., o come vuole il lìcnor Middlcton parimente nella di lui vita 2o;n. ///.;;. ^24., l’anno 7C1). Prima di LlIi.JI.

GAP. III.

tal anno il culto iliaco non folamcnte era flato introdotto in quefta dominante; ma vi era flato più volte folennemente profcritto, e demoliti i tcmpj d’Ifide, e di Oliride. Tertulliano Apolog. cap. 6., e Arnobio Adverf.

Gtntes Uh. 2. p. s>y. ripetono tali leggi proibitive dal confolato di Fifone, e Gabinio l’anno di Roma 696.; e ne parlano come di una cofa sì accertata, e ficura, che non dubitano di rinfacciarla ai Romani de’ tempi loro, ne’ quali il culto ifiaco era in maggior voga.Furono ripetute per teftimonianza tli Dione /ib. 40. cap. 4.7. pag. 2fz. fotto il confolato di Gneo Domizio Calvino, e Marco Valerio Meflalla nell’anno 701.; quindi fotto il confolato di un Lucio Emilio Paolo, al dire di Valerio Maffimo Uh. i. cap. 3., che fi crede efTer quello dell’anno 70;.; e finalmente efferdo confoli Giulio Cefarc per la feconda -volta, e Publio Servilio Varia Ifaurico ncU’ anno 706. ad iflanza del collegio degli aru fpici furono anche di nuovo atterrati itempj d’Ifidc, come narra lo ftcffo Dione lib. 42.

cap. 26. pag. ^21. Veggafi monfìg. Foggiai Mufeo Capital. Tom. IF. Tav. X. pag. 44., ove a lungo ne tcfTe la floria; e Bynkcrshoek De ealta Rellg. peregr. Diffenat. il. over.

Tom. I. pag. 41 s- (ol. I. Avranno corfa la medefima forte le immagini delle divinità egiziane, fé vi erano in quei tcmpj, come è probabile; ma non già quelle, clic erano prelfo gl’iniziati a quel culto, contro de" quali non fu proceduto. E convien dire che vi fofTero molti, e de’ potenti ancora; poiché

non oftante l’impegno del collegio dei

Sacerdoti Romani, e de’Confeli, non fu pof.