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{{Pt|gressi|progressi}} dell’arte. La musica, con cui gli antichi Greci studiaronsi di raddolcire la durezza delle leggi medesime, e la rozzezza de’ costumi<ref>{a)</ref>, di cui faceansi in Grecia pubbliche gare anche prima del secolo d’{{AutoreCitato|Omero|Omero}}<ref>(/’)</ref>; la musica, dissi, era negletta in Egitto, anzi pretendesi che essa unitamente alla poesia fosse colà vietata (e). Ne’ tempj loro, al dire di {{Pt|Strabo-|}} |
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{{Pt|gressi|progressi}} dell’arte. La mufica, con cui gli antichi Greci ftudiaron/ |
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ì di raddolcire la durezza delle leggi medefime, e la rozzezza |
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de’coflumi {a), di cui taceanfi in Grecia pubbliche gare |
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anche prima à^ fecolo d’Omero (/’); la mufica, difTI, era negletta |
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in Egitto, anzi pretende^ che elTa unitamente alla poefia |
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fofse colà vietata (e). Ne’ tempj loro, al dire di {{Pt|Strabo-|}} |
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<ref follow="pagina173">''aridi, ad singulos motus excandescentes, controversi, & reposcones acerrimi''. Questo passo conferma ciò, che si è detto sopra pag. 64. del colore olivastro, e nero degli Egiziani; e che fossero di temperamento macilente, e secco, del quale ho parlato alla pag. 47. n. b. Colle parole ''magisque mœstiores, piuttosto maliconici'', avremmo una prova sicura del carattere austero, serio, e mesto di molti di quella nazione, se {{AutoreCitato|Francesco Valesio|Valesio}}, nelle note ad esso luogo, non pretendesse dopo {{AutoreCitato|Claudio Salmasio|Salmasio}}, che ne fosse guasta la lezione, e non l’emendasse in un senso tutto opposto: ''& atraci magis, quam moesis oris''. Io non mi so accordare a tal correzione; poiché non può negarsi, che molti vi fossero degli Egizj trasportati per la serietà, e malinconia; ma per gli altri generalmente non faranno stati così. Credo di poterlo asserire, considerando, per esempio, che Tifone uno dei primi loro sovrani era stato allegro di molto, e trasportato per il ballo, per cui radunava quanti mai vi erano in Egitto uomini più licenziosi, e petulanti, {{AutoreCitato|Sinesio di Cirene|Sinesio}} ''De Provid. lib. 1. pag. 92. B.''; e Amasi altro sovrano era anch’esso di umor gajo, e licenzioso, {{AutoreCitato| Erodoto |Erodoto}} ''lib. 2. cap. 61. pag. 132''. {{AutoreCitato| Claudio Eliano|Eliano}} ''De Nat. Anim. lib. 10. cap. 23''., {{AutoreCitato|Massimo di Tiro|Massmo Tirio}} ''Dissert. 8. §. 5''., e da tanti altri; onde ebbe a dire {{AutoreCitato|Lucio Apuleio|Apulejo}} ''De Deo Socr. op. T. {{Sc|iI.}} p. 685.: Ægyptiaca numina ferme plangoribus, graca plerumque choreis'' (gaudent); ma nel resto delle stesse feste, e in tutte quelle altre, in cui avea parte il popolo, per lo più si andava agli eccelli dell’allegrezza, e vi si commettevano le maggiori indecenze del mondo, empiendosi di vivande, e di vino, e cantando, e ballando pazzamente. Vegg. {{AutoreCitato|Erodoto|Erodoto}} ''loc. cit.'' {{AutoreCitato|Diodoro Siculo|Diodoro}} ''lib. 1. §. 85. pag. 96''. {{AutoreCitato|Strabone|Strabone}} ''l. 17. pag. 1153. princ.'', {{AutoreCitato|Antoine-Yves Goguet|Goguet}} ''Della Orip. delle leggi ec. Tom. I. par. I. lib. VI. cap. {{Sc|iI}}. verso il fine''. I Marinari nei porti, e i barcajuoli del Nilo cantavan sempre, e facevan festa, come narra {{AutoreCitato|Achille Tazio|Achille Tazio}} ''De Clitoph. & Leuc. amor. lib. 5. pag. 123''. Quello poi, che osserva {{AutoreCitato|Ateneo di Naucrati|Ateneo, nativo di Neucrati}}, ''lib. 1. in fine, pag. 34.'', che gli Egiziani cioè fossero gran bevitori; che per poter bere anche prima del pranzo mangiavano in principio dei cavoli lessati; e che col zito, bevanda fatta con l’orzo, si rallegravano a segno, che cantavano, e ballavano come gli ubbriachi, ci fa credere, che quelli, che erano dominati da malinconia, cercassero tutti i mezzi di liberarsene. Mi resta qui ad osservare intorno allo spirito degli Egiziani, che essi erano gente astuta, al dire di {{AutoreCitato|Sinesio di Cirene|Sinesio}} ''Calvit. encom. pag. 71. princ''.; e come diceva Giuliano l’Apostata presso S. Cirillo Alessandrino ''Contra Julian. lib. IV. p. 116. A. oper. Tom. {{Sc|iI}}., in scaltrezza, sagacità, ed ingegno superavano i Greci, e i Romani: per la qual cosa dovremo considerarli come una eccezione della regola, che {{AutoreCitato|Johann Joachim Winckelmann|Winkelmann}} ha stabilita sopra pag. 50. §. 9.</ref> |
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«TÌiì, àijingutos motus excandefcentts, controverfì, tf repojcones acerrimi. Quello patio |
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conk-rma ciò, clic li e detto fopra pa^.64.. |
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del colore olivaftto, e nero degli Egiziani; |
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e che toircro di temperamento macilente, e |
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iccco, del quale ho parlato alla /’ii^.4-. n. i. |
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Colle parole magifquc mccjliores, piuttofto |
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Tnaihzconici, avremmo una prova (icura del |
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carattere auftero,_ ferio, e mefto di molti di |
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quella nazione, le Valcilo, nelle note ad elio |
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luogo, non pretendell’e dopo Salmafio, che |
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ne rolfe guaita la lezione, e non l’emendalTc |
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in un (enfo tutto oppofto: & atraci magis, |
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quarn moejìi oris. Io non mi fo accordare a |
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tal correzione; poiché non può negarli, che |
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molti vi folfero degli Egizj trafportati per la |
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ferictà, e malinconia; ma per gli altri generalmente |
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non faranno ftati così. Credo di |
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poterlo ailerirc, confiderando, per efempio, |
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che Tifone uno dei primi loro (ovrani era |
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ftato allegro di molto, e trafportato per il |
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^allo, per cui radunava quanti mai vi erano |
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in Egitto uomini più licenziofi, e petulanti, |
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Sinclìo De Provid. lib.i.pag.pz. B.; e Amali |
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altro foyrano era anch’efso di umor gajo, e |
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licenziolò, Erodoto lit!.2. cap.tj^.. p.iSS. y |
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inclinati a tiare da iftrioni, alle danze, al canto, agli (trumerrti, come fi é detto di fopra, |
inclinati a tiare da iftrioni, alle danze, al canto, agli (trumerrti, come fi é detto di fopra, |
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e qui apprelfo. Nelle ccrcmonie rcligiofe fi |
e qui apprelfo. Nelle ccrcmonie rcligiofe fi |
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cantava, e fonava in un tuono piuttofto lugubre, ed anche vi (i piangeva nei primi giorni |
cantava, e fonava in un tuono piuttofto lugubre, ed anche vi (i piangeva nei primi giorni |
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di alcune fcfte, cerne abbiamo da Erodoto, |
di alcune fcfte, cerne abbiamo da Erodoto, |
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fii. 2. cap. 61. pap. 1^2., |
fii. 2. cap. 61. pap. 1^2., |
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j4nim. lib.to. cap. zj., Madìmo Tirio Differt. |
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{a) {{AutoreCitato|Plutarco|Plutarc.}} ''in Licurgo, op. Tom. I. p. 53. A., in Pericle, pag. 160. B.'' |
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S. ^. j., e da tanti altri; onde ebbe a |
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dire Apulejo De Deo Socr. op. T.il. p.6Sj.: |
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jtgyptiac^ numina ferme pìangoribus, gnca |
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plerumque ckoreis ( gaudent ); ma nel refto |
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delle ftelTc fcftc, e’ in tutte quelle altre, in |
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cui avea parte il popolo, per lo più fi andava |
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agfi eccelli dell’allegrezza, e vi fi commettevano |
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le maggiori indecenze del mondo, eniuiendofi |
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di vivande, e di vino -, e cantando, e |
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tiallando pazzamente. Vegg. Erodoto loc.cit.. |
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{ò) {{AutoreCitato|Tucidide|Thucyd.}} ''lib. 3. cap. 104. p. 230''. Vegg. Taylor ''Comment. ad Marmor. Sandvic. p. 13''. |
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Diodoro /;i /. ^.S s- F^g-!>6., Strabone /.17. |
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pag. i jj^^rinc., Go"uet Della Orip. delle |
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leggi te. Tom. I. pur. I. Uh. VI. cap. il. verfo |
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il fnt. I Marinati nei porti, e i barcajuoli |
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del Nilo cantavan Tempre, e Faccvan fefta, |
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come narra Achille Tazio De Clicoph.ù Leuc. |
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amor, lib.j. pag.i 2 f. Quello poi, che ofierva |
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Ateneo, nativo di Neucrati, lib.i. infine, |
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pag.^4., che gli Egiziani cioè folfero gran bevitori; che per poter bere anche prima del |
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pranzo mangiavano in principio dei cavoli Iellati; e che col zito, bevanda fatta con l’oiTO, |
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fi rallegravano a fcgno, che cantavano, e ballavano |
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come gli ubbriachi, ci fa credere, che |
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quelli, che erano dominati da malinconia, |
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cercalfero tutti i mezzi di liberarfene. Mi reità |
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qui ad ofscrvarc intorno allo fpirito degli |
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Egiziani, che edi erano gente attuta, al dire |
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di Sinefio Calvit. cncom. pag.y i. princ.; e come |
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diceva Giuhano l’Apoftata pieifo S.Cirillo |
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Alcllandrino Cantra Julian. liò.IV. p.i 16^ A. |
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over. Tom. li., in fcaltrezza, fagacità, ed ingegno |
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fuperavano i Greci, e i Romani: per la |
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qual cola dovremo confidcrarli come una eccezione |
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della regola, che W’inkclmann ha ftabilita |
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fopra pjg:/*?. ^.g. |
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{a) Fiutare, in Licurgo, op. Tom. I. p.f^, |
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A., in Pericle, pag.160. B. |
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{ò) Thucyd. lib. 3. cap. 104. p. zio. Vegg. |
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Taylor Comment. ad Marmor.Sandvic. p.ig. |
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(e) Dio Chryfoll. Orat. 11. pag. 162. C |
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quefto ancora dovrà intenderfi con difcrezione; effendo certo, che v’erano inni facri; |
quefto ancora dovrà intenderfi con difcrezione; effendo certo, che v’erano inni facri; |
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che fi cantava da rutti in tante occafioni, come |
che fi cantava da rutti in tante occafioni, come |