Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/165: differenze tra le versioni
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§. 25. Io lascerò che altri giudichi se da quelle medesime |
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ove due o tre fé n’eccettuino, malgrado le tante fpefe che |
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hanno fatte per riufcirvi. |
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§. 24. Chechè ne sia, io mi lusingo colle nozioni generali dell’arte e delle sue differenze ne’ varj paesi, ov’è stata coltivata, e ancor si coltiva, d’aver preparato abbastanza il mio leggitore, per passare all’esame di ciò che furono le arti del disegno in ognuna delle tre nazioni, presso le quali divennero celebri. |
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coltivata, e ancor fi coltiva, d’aver preparato abbaflanza il |
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mio leggitore, per pafTare all’efame di ciò che furono le arti |
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<ref follow="pagina164">{{Pt|gomento|argomento}} cavato dalle cognizioni del di lui maestro non dovrà prevalere alla chiara testimonianza del {{AutoreCitato|Giorgio Vasari|Vasari}} quali contemporaneo, che nella di lui vita dopo il principio, tralle vite de’ Pittori ''Tom. {{Sc|iiI}}. pag. 58.'', scrive, che non vide Roma, e non istudiò l’antico; e del celebre {{AutoreCitato| Annibale Carracci|Annibale Caracci}} in una lettera a Lodovico suo cugino inserita nella ''Raccolta di lettere sulla Pittura ec. Tom. I. pag. 89''., ove ci assicura, che egli non abbia posto in opera che i suoi pensieri, e i suoi concetti; e non imitato modelli, statue, o carte. Anche le opere sue, come prosiegue in quello proposito il signor Bracci ''loc. cit.'', apertamente dimostrano, che egli deve a sé stesso la sua eccellenza, e la sua fama. E chi non vede quella grazia singolare, che il Correggio ha dato alle sue figure, e principalmente a quelle delle femmine, e de’ puttini, che procede dall’avere studiata la sola natura ?</ref> |