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§. 34. Or quanto più dagli uomini di buon gusto, e intelligenti stimar non si dovrebbono siffatti antichi vasi, che tutte le sì preziose porcellane, che ornano oggidì gli {{Pt|appar-|}}
§. 34. Or quanto più dagli uomini di buon gusto, e intelligenti stimar non si dovrebbono siffatti antichi vasi, che tutte le sì preziose porcellane, che ornano oggidì gli {{Pt|appar-|}}

<ref follow=pagina146>{{Pt|cero|fecero}} allora gli eruditi. {{AutoreCitato |Michel-Ange de la Chausse|Michelangelo de la Chausse}} nella esposizione della tavola ''60''. citata dal nostro Autore qui appresso afferma essere stata comune opinione in quel tempo, che le figure scolpitevi piuttosto dovessero riferirsi ad Alessandro il Grande, anziché ad Alessandro Severo: al qual pensamento vuole {{AutoreCitato|Niccolò Foggini|Foggini}}, che desse per avventura occasione una delle facciate del vaso, nella quale si vede una donna mezzo nuda sedente, che tiene in seno un dragone; imperocché pare che essa manifestamente rappresenti la favola di Olimpia quando si giacque con Giove Ammone, e ne concepì Alessandro il Grande. Egli poi stima assai più giusta, e sicura l'opinione del conte Girolamo Tezi nelle sue ''Ædes Barberina, pag. 27.'', il quale pensò che vi sia figurato il sogno, che ebbe Giulia Mammea il giorno avanti di partorire Alessandro Severo, nel quale pareale di dare alla luce un serpente di color porporino, secondo la testimonianza di {{AutoreCitato|Elio Lampridio|Lampridio}} nella di lui vita. Con quella spiegazione, e quella delle altre figure inclina a credere che si l’urna che il vaso appartengano veramente all'imperatore Alessandro Severo: e con ragioni fa vedere, che nessuno fin ora ha potuto dimostrare falsa questa opinione ormai divenuta la più comune. Ma di tutto ciò si parlerà più a proposito nel ''Tomo {{Sc|iI}}. lib. XII. cap. {{Sc|iI}}. §. 18''.</ref>
<ref follow=pagina146>{{Pt|cero|fecero}} allora gli eruditi. {{AutoreCitato |Michel-Ange de la Chausse|Michelangelo de la Chausse}} nella esposizione della tavola ''60''. citata dal nostro Autore qui appresso afferma essere stata comune opinione in quel tempo, che le figure scolpitevi piuttosto dovessero riferirsi ad Alessandro il Grande, anziché ad Alessandro Severo: al qual pensamento vuole {{AutoreCitato|Niccolò Foggini|Foggini}}, che desse per avventura occasione una delle facciate del vaso, nella quale si vede una donna mezzo nuda sedente, che tiene in seno un dragone; imperocché pare che essa manifestamente rappresenti la favola di Olimpia quando si giacque con Giove Ammone, e ne concepì Alessandro il Grande. Egli poi stima assai più giusta, e sicura l'opinione del conte Girolamo Tezi nelle sue ''Ædes Barberina, pag. 27.'', il quale pensò che vi sia figurato il sogno, che ebbe Giulia Mammea il giorno avanti di partorire Alessandro Severo, nel quale pareale di dare alla luce un serpente di color porporino, secondo la testimonianza di {{AutoreCitato|Elio Lampridio|Lampridio}} nella di lui vita. Con quella spiegazione, e quella delle altre figure inclina a credere che si l’urna che il vaso appartengano veramente all'imperatore Alessandro Severo: e con ragioni fa vedere, che nessuno fin ora ha potuto dimostrare falsa questa opinione ormai divenuta la più comune. Ma di tutto ciò si parlerà più a proposito nel ''Tomo {{Sc|iI}}. lib. XII. cap. {{Sc|iI}}. §. 18''.</ref>