Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/146: differenze tra le versioni

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{{Annotazione a lato|.. e formandone vasi a figure rilevate.}}
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§. 33. Ma le più pregevoli opere di questo genere erano i vasi ornati di figure a mezzo rilievo lucide, e sovente a diversi colori su un fondo cupo, lavorati alla maggior perfezione sul gusto de’ vasi incisi nella sardonica. Un solo di questi vasi s’è sino a noi conservato; quello cioè che erroneamente chiamasi l’urna sepolcrale d’Alessandro Severo, alto a un dipresso un palmo e mezzo, trovato ancor pieno delle ceneri d’un morto, e che vedesi tra le rare antichità del palazzo Barberini<ref name=pagina146>Il vaso, di cui parla il nostro autore, custodito nel museo Barberini, fu trovato dentro un’urna, detta l’urna di Alessandro Severo, che si conserva nel museo Capitolino. Monsignor {{AutoreCitato|Giovan Battista Foggini|Foggini}} nel quarto volume di quello museo dà in più tavole in rame il disegno dell’una, e dell’altro: cioè dell’urna, nella ''tavola I. {{Sc|il. iiI}}. IV., e del vaso nella pagina 1., ove racconta minutamente la storia del luogo, ove furono disotterrati, e del tempo, colle diverse spiegazioni che ne Pt|fe-|}}</ref>. Dalla sua stesa bellezza si può agevolmente {{Pt|ri-|}}
§. 33. Ma le più pregevoli opere di questo genere erano i vasi ornati di figure a mezzo rilievo lucide, e sovente a diversi colori su un fondo cupo, lavorati alla maggior perfezione sul gusto de’ vasi incisi nella sardonica. Un solo di questi vasi s’è sino a noi conservato; quello cioè che erroneamente chiamasi l’urna sepolcrale d’Alessandro Severo, alto a un dipresso un palmo e mezzo, trovato ancor pieno delle ceneri d’un morto, e che vedesi tra le rare antichità del palazzo Barberini<ref name=pagina146>Il vaso, di cui parla il nostro autore, custodito nel museo Barberini, fu trovato dentro un’urna, detta l’urna di Alessandro Severo, che si conserva nel museo Capitolino. Monsignor {{AutoreCitato|Nicolò Foggini|Foggini}} nel quarto volume di questo museo dà in più tavole in rame il disegno dell’una, e dell’altro: cioè dell’urna, nella ''tavola I. {{Sc|il. iiI}}. IV., e del vaso nella pagina 1., ove racconta minutamente la storia del luogo, ove furono disotterrati, e del tempo, colle diverse spiegazioni che ne Pt|fe-|}}</ref>. Dalla sua stesa bellezza si può agevolmente {{Pt|ri-|}}
<ref follow=pagina145>{Pt|sa|stessa raccolta. La maggior parte di queste esperienze, e ritrovamenti si fecero qui in Roma negli anni 1764. e 1765.; e avendone l’inventore comunicato in parte il segreto a diverse persone, ne furono fatti, e continuano a farsi in quella città, e quindi anche in Londra, in Francia, e in Germania, più o meno felicemente, camei, ed altre impronte di pasta di vetro, con quel vantaggio delle belle arti, che accenna il signor {{AutoreCitato|Christian Gottlob Heyne|Heyne}} nel riferito {{TestoCitato|Storia delle arti del disegno presso gli antichi (vol. I)/Elogio di Winkelmann|elogio del nostro Autore}}, ''pag. lxxj''.</ref>
<ref follow=pagina145>{Pt|sa|stessa raccolta. La maggior parte di queste esperienze, e ritrovamenti si fecero qui in Roma negli anni 1764. e 1765.; e avendone l’inventore comunicato in parte il segreto a diverse persone, ne furono fatti, e continuano a farsi in quella città, e quindi anche in Londra, in Francia, e in Germania, più o meno felicemente, camei, ed altre impronte di pasta di vetro, con quel vantaggio delle belle arti, che accenna il signor {{AutoreCitato|Christian Gottlob Heyne|Heyne}} nel riferito {{TestoCitato|Storia delle arti del disegno presso gli antichi (vol. I)/Elogio di Winkelmann|elogio del nostro Autore}}, ''pag. lxxj''.</ref>