Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/142: differenze tra le versioni
→Pagine_SAL_25%: ← Creata nuova pagina: §. 26. Oltre l’ufo, che faceafi dei vetro comune per tali vafi, adoperavafi eziandio ai pavimenti; e quefti fatti talora..epeipavi- con ve... |
Nessun oggetto della modifica |
||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{Annotazione a lato|..e pei pavimenti.}} §. 26. Oltre l’uso, che faceasi del vetro comune per tali vasi, adoperavasi eziandio ai pavimenti; e questi fatti talora con vetri di vario colore compartiti ad arte, veniano a formare una specie di musaico. Nella summentovata Isola Farnese si sono trovati de’ pezzi di pavimento di vetro d’un colore uniforme, cioè fatto di lastre verdi della grossezza di una tegola ordinaria<sup>nota</sup>. |
|||
§. 26. Oltre l’ufo, che faceafi dei vetro comune per tali |
|||
vafi, adoperavafi eziandio ai pavimenti; e quefti fatti talora..epeipavi- con vetri di vario colore compartiti ad arte, veniano a formare |
|||
una fpecie di mufaico. Nella furamentovata IfolaFarnefe |
|||
(ì fono trovati de’pezzi di pavimento di vetro d’un colore |
|||
uniforme, cioè fatto di laftre verdi della grofTezza di una |
|||
tegola ordinaria (a). |
|||
{{Annotazione a lato|Specie di musaico fuso.}} |
|||
ÌicTmo?"^’ |
|||
⚫ | |||
sembra che l’arte sia giunta al punto di perfezione in due pezzi, che vidersi pochi anni addietro in Roma. Sì l’un che l’altro appena hanno un pollice in lunghezza, e un terzo di pollice in larghezza. Uno di questi fu un fondo cupo, ma di vario colore, rappresenta un uccello, simile ad un’anitra, colorito con tinte vivissime, sul gusto cinese anziché ad imitazione della |
|||
⚫ | |||
<ref follow="pagina141">o poco più, gira intorno questa iscrizione: BIBE VIVAS MULTIS ANNIS: la quale è una di quelle acclamazioni convivali, che secondo l’osservazione del {{AutoreCitato|Filippo Buonarroti|Buonarroti}}, ''Osservazioni sopra alcuni frammenti ec. tav. XV. pag. 98., cav. XIX. pag. 212''., metter soleano gli antichi sulle tazze di vetro. Questa non ha piede né base, come non l’aveano molte tazze antiche; onde per sostenerle ritte era d’uopo d’una base incavata nel mezzo, che ''engytheca'', o ''angotheca'' chiamavasi. V. Buonarr. ''cit. pag. 212''., e {{AutoreCitato|Filippo Venuti|Venuti}} ''Dissert. sopra i coli vinarj degli ant. Tom. 1. Saggi di diss. dell’Accad. di Cortona, dissert. VII. pag. 83''. I caratteri dell’iscrizione sono di color verde, e azzurra è la rete: amendue assai lucenti. La coppa ha il colore dell’opalo, quel misto cioè di rosso, bianco, giallo, e azzurro, che acquistar sogliono i vetri quando stanno lungamente sotterra, {{AutoreCitato|Marco Antonio Boldetti|Boldetti}} ''Osserv. sopra i cimit. di Roma, T.I lib. I. c. 8. p. 185.; colore che nasce dalle sottilissime e impercettibili laminette vitree, che sollevansi nella superficie. [ Se pure questo colore non gli fu dato dall’artista, come si dava al vetro per farne gemme false, Plinio ''lib. 37. cap. 16. sect. 22''., e forse anche bicchieri, come pare si abbia dallo stesso Plinio lib. 36. cap. 16. sect. 67.''] In quella tazza certamente nè la rete né i caratteri furonvi saldati in alcun modo; ma il tutto è stato lavorato al torno fu una soda massa di vetro freddo colla ruota, nella stessa guisa in cui si fanno i camei. L’azione della ruota scorgesi ad evidenza nelle asticelle, le quali riescono più o meno angolose, secondo che quella più o meno ha potuto girarvi dentro. Di tal maniera di lavoro parla Plinio ''lib. 36. cap. 26. sect. 66. descrivendo i varj modi, con cui a’ suoi tempi si dava la forma al vetro cavato dalla fornace. Essendone estratto per la prima volta, dic’egli, ora fondesi di nuovo, e tingesi d’un qualche colore, ora col soffio se gli dà quella figura che più piace, ora lavorasi al torno, e qualche volta ancora s’incide come l’argento. La città di Sidone, al dire del medesimo Storico, celebre si rendette per siffatti lavori, i quali sotto il nome di ''vasi murrhini'' crebbero in tanto pregio che a’ tempi di Nerone due ne furono pagati sei mila sesterzj.</ref> |
|||
⚫ | |||
fembra che l’arte lìa giunta al punto di perfezione in due pezzi, |
|||
che viderfi pochi anni addietro in Roma. Sì l’un che l’altro |
|||
appena hanno un pollice in lunghezza, e un terzo di pollice |
|||
in larghezza. Uno di quefti fu un fondo cupo, ma di vario |
|||
colore, rapprefenta un uccello, fimile ad un’anitra, colorito |
|||
con tmte vivifTìme, fui gufto cinefe anziché ad imitazione della |
|||
⚫ | |||
Meriterebbero una particolare illustrazione, Plinio ''lib. 36. cap. 25. sect. 64.'', ove scrive: Pulsa deinde ex humo pavimenta in cameras transiere, e vitro: novitium & hoc inventum. Agrippa certe in Thermis, quas Romæ, fecit, figlinum opus encausto pinxit: in reliquis albaria adornavit: non dubie vitreas facturus cameras, si prius inventum id fuisset, aut a parietibus scenæ, ut diximus. Scauri, pervenisset in cameras''; e {{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Seneca}} Epist. 86.: ''Pauper sibi videtur, & sordidus &c., nisi vitro absconditur camera''. Arduino li spiega di lavori di pezzetti di palla di vetro a musaico; {{AutoreCitato|Filippo Buonarroti|Buonarroti}} ''Osserv. istor. sopra alc. medagl.'' |
|||
o poco più, eira intorno quefta ifcrizionc: |
|||
B I B E V I VA S M U LT I S A N N I S: la |
|||
<ref>(a)</ref> |
|||
quale è una di quelle acclamazioni convivali, |
|||
che fecondo l’oilervazionc del Buonarroti, |
|||
OJserva^ioni fopra alcuni frammenti ce. tav. |
|||
XV. pag.QS., cav.XIX.pag. zi 2., metter |
|||
folcano gli antichi fuUe tazze di vetro. Quefta |
|||
non ha piede né bafe, come non l’aveano |
|||
molte tazze antiche; onde per fodencrle ritte |
|||
era d’uopo d’una baie incavata nel mezzo, che |
|||
engytheca, o angotheca chiamavafi. V. Buonarr. |
|||
lIi. pag. ziz., e Venuti Difserr. fopra |
|||
i coli vinarj degli ant. Tom. 1. Saggi di difs. |
|||
dell’Accad. di Cortona, difsert.Vll. pag. 8 J. |
|||
I caratteri dell’ifcrizionc fono di color verde, e azzurra è la rete: amcndue aliai lucenti. La coppa ha il colore dell’opalo, quel |
|||
trillo cioè di rofso, bianco, giallo, e azzurro, che acquiftar fogliono i vetri quando ftanno |
|||
lungamente fottcrra, Boldetti Oy/^'''^’-,^- |
|||
pra i cimit. di Rcmj, T.I lih.I. e.^S. p.i Sf.; |
|||
colore che naf:e dalle fottiliirmic e impercettibili |
|||
laminettc vitree, che folbvanfi nella |
|||
lupcrficie. [ Se pure quefto colore non gli fu |
|||
dato dall’artifta, come fi dava al vetro per |
|||
farne g;nime falfe, Plinio lib.^y. e. 6. feci. zz., |
|||
e forle arche bicchieri, come pare fi abbia |
|||
dallo ftelfo Plinio //A. jtf. cap. 1 6. feil. 67. ] |
|||
In quella razza certamente ne la rete né i |
|||
caratteri furonvi faldati in alcun modo; ma |
|||
il tutto è (lato lavorato al torno fu una feda |
|||
Wafia di vetro freddo colla ruota, nella fteffa |
|||
guifa in cui fi fanno i carnei. L’azione della |
|||
ruota fcorgefi ad evidenza nelle alliccile, |
|||
le quali rielcono più o meno angolofe, fecondo |
|||
che quella più o meno ha potuto girarvi |
|||
dentro. Di tal maniera di lavoro parla |
|||
Plinio Hi. ^6. cap. 26. feci. 66. defcrivendo i |
|||
varj modi, con cui a’ fuoi tempi fi dava la |
|||
forma al vetro cavato dalla fornace. Elfendone |
|||
cftratto pet la prima volta, dic’egli, ora |
|||
fondcfi di nuovo, e tingefi d’un qualche colore, ora col foftio fc gli dà quella figura che |
|||
più piace, ora lavorali al torno, e qualche |
|||
volta ancora s’incide come l’argento. La città |
|||
di Sidone, al dire del mcdcfimo Storico, |
|||
celebre fi rendette per (ìfFatti lavori, i quali |
|||
fijtto il nome di vafi murrhini crebbero in |
|||
tanto pregio che a’ tempi di Nerone due ne |
|||
furono pagati fei mila fefterzj. |
|||
(a) Meriterebbero una particolare illufltazione, |
|||
Plinio tib.^6. cap. z^. feci. 6 4., ove fcrivc: Pulfa deinde ex humo pavimenta in eameras |
|||
tranfiere, e vitro: novitium 6’ hoc inventum. Agrippa certe in Thermis, quas Rami, |
|||
fecit, pglinum opus encauflo pinxit: in |
|||
reliquis aliarla adornavit: non duiie vitreas |
|||
facìurus cameras, fi prius inventum id fuiffet, aut a parietiius fcens., ut diximus. Scauri, |
|||
perveni/fct in cameras; e Seneca Epift_.S6.: |
|||
Pauper fibi videtur, & fordidus &c., nifi vitro |
|||
ahfconditur camera. Arduino li fpieia di |
|||
lavori di pezzetti di palla di vetro a mufaicoi |
|||
Busnarro’.i Ofserv. ijlor. fopra ale. medugl. |
|||
♦ |