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aggiiignere, traendo Je notizie non foio dagli antichi, ma
aggiugnere, traendo le notizie non solo dagli antichi, ma
eziandio dai più recenti scrittori {{AutoreCitato|Johann Friedrich Christ|Christ}}, {{AutoreCitato|Anne-Claude-Philippe de Tubières|Caylus}}<ref>Il nostro Autore più e più volte cita la celebre Raccolta del {{AutoreCitato|Anne-Claude-Philippe de Tubières|Conte di Caylus}}; e anche noi avremo occasione di farne uso nel decorso di queste annotazioni. </ref>, le King, <!--ce ne sono due: Johann August Ernesti e Johann Heinrich Ernesti-->
eziandio dai più recenti fcrittori Christ, Caylus (a), le King,
Ernefli, {{AutoreCitato|Christian Gottlob Heyne|Heyne}}, Walch, {{AutoreCitato|Christian Adolph Klotz|Klotz}} ed altri.
Ernesti, {{AutoreCitato|Christian Gottlob Heyne|Heyne}}, Walch, {{AutoreCitato|Christian Adolph Klotz|Klotz}} ed altri.


Tal lavoro men faticofo farebbe itato di quello che abbiamo dovuto intraprendere per l’edizione di queft’Opera. Un Accademico l’ha copiata dall’originale dell’Autore; un
Tal lavoro men faticoso farebbe stato di quello che abbiamo dovuto intraprendere per l’edizione di quest’Opera. Un Accademico l’ha copiata dall’originale dell’Autore; un altro ha confrontato l’original colla copia, e con molta diligenza s’è procurato di mettere a luogo le schede o cartoline dell’Autore, nelle quali avea scritte, talor anche colla matita, parecchie addizioni. Altri hanno assistito all’incisione delle figure e alla parte tipografica, in cui s’è avuto in mira di fare un’edizione degna dell’Autore e dell’Opera, anziché vantaggiosa a chi l’intraprendeva.
altro ha confrontato l’originai colla copia, e con molta
diligenza s’è procurato di mettere a luogo le fchede o cartoline dell’Autore, nelle quali avea fcritte, talor anche colla
jnatita, parecchie addizioni. Altri hanno allìitito all’incifione
delle figure e alla parte tipografica, in cui s’è avuto in mira di fare un’edizione degna dell’Autore e dell’Opera,
anziché vantaggiofa a^chi l’intraprendeva.


Avrebbe desiderato taluno che, parlando delle gemme incise, se ne indicassero i possessori attuali, e non quelli presso de’ quali erano quando le descrisse l’Autore. Ciò non era possibile, né di molta utilità <ref>Quella sarebbe anzi grande, ove ciò si potesse eseguire da tutti quelli, che scrivono in materia d’Antiquaria. Il non avvertire in mano di chi sia passato, o dove si trovava prima quel tale monumento, fa grande confusione; perocché molte volte vi sono altre antichità uguali, o che uguali, o con poca diversità compariscono nei disegni, e non si fa, né si può sapere, se sia una sola, o diverse; quale la più antica, e la più stimata; e non si possono usar diligenze per rincontrarla, volendo. Io procurerò, per quanto mi sarà possibile, di avvertirlo, se i monumenti, de’ quali si tratta in quest’opera, avranno mutato luogo; come sopra alla ''p. XXVII. n.d.'' si è di già fatto notare del preteso Narciso.</ref>. Passano quelle sovente da una in un’altra mano, e chi legge qualche tempo dopo l'Opera stampata, più non le trova nel luogo in cui gli vengono indicate. Ne citerò ad esempio l’Ercole, inciso da {{Sc|Admone}}, con un cratere in mano, che era in casa Verospi quando ne fu pubblicata la figura dal sig. Stosch <ref>''Pierres grav.pl. 1.''</ref>; fu quindi comprato da monsignor Molinari milanefe Nunzio pontificio a Bruselles, ove lasciò morendo la sua bella collezione, che fu poscia venduta a Milord Malborough da unirsi
Avrebbe defidcrato taluno che, parlando delle gemme
<ref follow="pagina48">avere in mira l’utilità di chi legge, non dei privati riguardi.</ref>
incife, fé ne indicafsero i pofTefTori attuali, e non quelli
prelTo de’ quali erano quando le delcrtiì«l’Autore. Ciò
non era poflibile, né di molta utilità (b). PalTano quelle fovente da una in un’altra mano, e chi legge qualche tempo
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gli vengono indicate. Ne citerò ad efempio l’Ercole, incifo da Admone, con un cratere in mano, che era in cafa
Verofpi quando ne fu pubblicata la figura dal fig. Stofch (a);
fu quindi comprato da monfignor Molinari milanefe Nunzio
pontificio a Brufelles, ove lafciò morendo la fua bella collezione, che fu pofcia venduta a Milord Malborough da unirsi

avere in mira l’utilità di chi legge, non dei antichità uguali, o che uguali, o con poca
privati riguardi. divcrfità comparifcono nei difcgni, e non fi
(a) Il noftro Autore più e più volte cita la fa, né fi può fapcre, fé Ca una fola, o divcrcélebre Raccolta del Conte di Caylus; e an- fé; quale la più antica, e la più ftimata; e
che noi avremo occafione di farne ufo nel de- non fi pofTono ufar diligenze per rincontrarcorfo di quefte annotazioni. la, volendo. Io procurerò, per quanto rni
(b) Quella farebbe anzi grande, ove ciò farà poffibile, di avvertirlo, fé i monumenti,
fi potefle efcguire da tutti quelli, che ferivo- dc’quali fi tratta in queft’opera, avranno muno in materia d’Antiquaria. Il non avvertire tato luogo; come fopra alla p. XXf’^II- jt.d.

in mano di chi fia paiTato, o dove fi trovava fi è di già fatto notare del pretefo Narcifo.

prima quel tale monumento, fa grande con- {a) Pierres grav.pl. i.

fufionc j perocché molte volte vi fono altre