Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/298: differenze tra le versioni

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Infatti i passi, pochi del resto, in cui si fa menzione di piccoli doni in danaro distribuiti dall’imperatore stesso, parlano soltanto di monete d’oro, e l’unico passo in cui si parla di monete d’argento non si riferisce all’imperatore, ma a coloro che davano i giuochi. Tanto meno si deve parlare di monete pesanti di bronzo, quando si tratta di doni fatti direttamente dall’imperatore.
Infatti i passi, pochi del resto, in cui si fa menzione di piccoli doni in danaro distribuiti dall’imperatore stesso, parlano soltanto di monete d’oro, e l’unico passo in cui si parla di monete d’argento non si riferisce all’imperatore, ma a coloro che davano i giuochi. Tanto meno si deve parlare di monete pesanti di bronzo, quando si tratta di doni fatti direttamente dall’imperatore.


Quest’obbiezione non è fondata però se non in quanto si tratta della persona che distribuisce, non già per ciò che concerne la moneta di dono in se stessa. Se nel IV secolo viene stabilito che l’imperatore non debba gettare al popolo che monete d’oro, e gli altri Consoli monete d’argento, ciò si può estendere con pieno diritto anche al medaglione{{SAL|298|3|Carlomorino}}
Quest’obbiezione non è fondata però se non in quanto si tratta della persona che distribuisce, non già per ciò che concerne la moneta di dono in se stessa. Se nel IV secolo viene stabilito che l’imperatore non debba gettare al popolo che monete d’oro, e gli altri Consoli monete d’argento, ciò si può estendere con pieno diritto anche al medaglione