Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/277: differenze tra le versioni

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Un’altra particolarità è la limitazione delle monete pesanti entro certi limiti di peso. Anche quelle della gradazione infima da 6 assi, non discendono mai di molto sotto ai 18 grammi, neppure ai tempi di Gallieno, e non sorpassano di molto nel I secolo i 31 gr., nel II e nel III i 36 gr. Soltanto sotto Caracalla e Decio abbiamo qualche moneta pesante di 40 a 60 grammi, ma questi casi sono rari, talchè possiamo considerarli come eccezioni. In complesso, le monete pesanti si aggirano fra i 20 e i 40 grammi.
Un’altra particolarità è la limitazione delle monete pesanti entro certi limiti di peso. Anche quelle della gradazione infima da 6 assi, non discendono mai di molto sotto ai 18 grammi, neppure ai tempi di Gallieno, e non sorpassano di molto nel I secolo i 31 gr., nel II e nel III i 36 gr. Soltanto sotto Caracalla e Decio abbiamo qualche moneta pesante di 40 a 60 grammi, ma questi casi sono rari, talchè possiamo considerarli come eccezioni. In complesso, le monete pesanti si aggirano fra i 20 e i 40 grammi.


Non meno notevole è l’ordine cronologico in cui appaiono per la prima volta le diverse gradazioni, nonché la loro frequenza. Quantunque il pezzo da 5 assi continui ad essere coniato da Galba in poi sotto tutti i regni, sotto {{SAL|277|3|Carlomorino}}
Non meno notevole è l’ordine cronologico in cui appaiono per la prima volta le diverse gradazioni, nonché la loro frequenza. Quantunque il pezzo da 5 assi continui ad essere coniato da Galba in poi sotto tutti i regni, sotto