Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/312: differenze tra le versioni

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{{Pt|lati|l’Argelati}}<ref>Manca il documento autentico della costituzione della Società, per cui se ne ignora il numero preciso dei componenti, e ciò discrepanza sul nome loro. Solo si sa che que’ patrizii avevano dato il loro contributo alla grande impresa per puro patriottismo e non per vanità, e vollero quindi che fosse taciuto il loro nome. Tuttavia alcuni scrittori parlando di quella Società, accettando per vere alcune tradizioni, o raccogliendone qua e là i nomi dai carteggi del tempo mettono innanzi i seguenti nomi: Marchese Teodoro Alessandro Trivulzio, capo e presidente, Marchese Giuseppe d’Adda, Mons. Pier Antonio Crevenna arciprete della Scala; Conte Donato Silva, Conte Carlo Pertusati, Marchese Girolamo Pozzo-Bonello; D. Gaetano Caccia; Marchese Girolamo Erba; Cav. D. Giuseppe Croce; Antonio Reina e Filippo Argelati segretario. Altri a qualcheduno dei soci surriferiti sostituiscono od aggiungono i seguenti: il Conte Lambertengo; il Marchese Recalcati; il Marchese Trotti, Alberico Archinto, Porta ed Aliprandi. Vedasi in proposito la bella od erudita dissertazione citata del Ch. Luigi Vischi.</ref>. Fin dal suo incominciamento la Società invocò ed ottenne il patrocinio dell’Imperatore Carlo VI, il quale ordinò che la tipografia per la stampa dell’opera venisse installata nel Regio Ducale Palazzo, onde la Società prese la denominazione di Palatina. Trascorse poco più d’un anno dalla costituzione definitiva della Società, quando apparve il primo volume de’ ''Rerum italicarum Scriptores'', nel 1728, ''ex typographia Societatis Palatinæ'' colla dedica alla Maestà dell’Imperatore, che rimunerò l’Argelati con un’annua pensione. La stampa di quest’opera immensa durò più di un quarto di secolo, e per quasi tutto quel tempo il Muratori ebbe sempre a strenuo collaboratore l’Argelati. Lavoro così vasto non assorbì tuttavia intieramente l’attività del nostro autore, il quale trovò agio di attendere ad altre importanti pubblicazioni in Milano, ed in Bologna, di cui le principali furono le opere scientifiche di {{AutoreCitato|Ulisse Aldrovandi|Ulisse Aldobrandi}}; le{{SAL|312|3|Carlomorino}}
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