Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/146: differenze tra le versioni
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Le monete trovate non sono né d’oro, né d’argento, né di bronzo: il Perrin le direbbe di ''cuivre saucé'' che è quanto il ''biglione che simula l’argento'' del Fabretti o il ''rame argentato di stagno'' del cav. Gnecchi, sfacciata composizione che determinò la riforma di Diocleziano ed aveva forzatamente corso d’argento per miseria e perversità de’ tempi. |
Le monete trovate non sono né d’oro, né d’argento, né di bronzo: il Perrin le direbbe di ''cuivre saucé'' che è quanto il ''biglione che simula l’argento'' del Fabretti o il ''rame argentato di stagno'' del cav. Gnecchi, sfacciata composizione che determinò la riforma di Diocleziano ed aveva forzatamente corso d’argento per miseria e perversità de’ tempi. |
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Esse comprendono gli anni dell’E. V. 247-268 ed appartengono in massima parte agli imperatori M. Giulio Filippo juniore, Treboniano Gallo e Gallieno: poche sono di Valeriane che quest’ultimo precedette: mancano gli esemplari di Pacaziano, Trajano Decio, Erennio, Ostiliano, Volusiano, Emiliano e delle rispettive imperatrici. Una cosa è da notarsi, che, mentre nel diritto il busto dell’imperatore, {{Pt|ra-|radiato |
Esse comprendono gli anni dell’E. V. 247-268 ed appartengono in massima parte agli imperatori M. Giulio Filippo juniore, Treboniano Gallo e Gallieno: poche sono di Valeriane che quest’ultimo precedette: mancano gli esemplari di Pacaziano, Trajano Decio, Erennio, Ostiliano, Volusiano, Emiliano e delle rispettive imperatrici. Una cosa è da notarsi, che, mentre nel diritto il busto dell’imperatore, {{Pt|ra-|radiato }} |