Pagina:Sextarius Pergami saggio di ricerche metrologiche.djvu/56: differenze tra le versioni

CandalBot (discussione | contributi)
m Bot: template SAL
Alebot (discussione | contributi)
m Removing/replacing Template:SAL
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
vennero regolate anche le altre misure. Probabilmente poi in pari tempo al ''Sextarius vini'' di forma cilindrica fu data la base del diametro di Once 9 1/4 e l’altezza di Once 13 del Cavezzo (d’onde il nome volgare di Solio, che ebbe in seguilo, v. sotto § 8). La
vennero regolate anche le altre misure. Probabilmente poi in pari tempo al ''Sextarius vini'' di forma cilindrica fu data la base del diametro di Once 9 1/4 e l’altezza di Once 13 del Cavezzo (d’onde il nome volgare di Solio, che ebbe in seguilo, v. sotto § 8). La
capacità veniva in tal modo ad esser doppia di quella dello Stajo dei grani (v. sopra Cap. I § 3), vale a dire, che, atteso il modo imperfetto con cui si costruivano questi vasi, il mastello di legno, che rispondeva al ''Sextarius vini'', avrà avuto una contenenza non minore di Once cubiche 874 del nostro Cavezzo, ed in ogni caso sempre superiore a questa cifra, non foss’altro che in conseguenza della alterazione che la temperatura poteva portare sul volume dell’acqua, colla quale se ne verificava la esattezza. Con ciò si spiega anche la particolarità di vedere la Brenta formata da uno Stajo e mezzo, invece di due Staja, come il Congius dell’epoca precedente (v. § 3), o di sei come quello di Como (v. Nota 143) e l’antico romano (v. Introd. § 1). In questa riforma si era preso per unità fondamentale lo Stajo, e ne era stata aumentata la capacità in corrispondenza al peso di circa 40 marchi: ma per la Brenta un tale aumento non potevasi fare senza andar contro a pericoli, perché trattandosi del vaso col quale si misurava, ma insieme si portava attorno il vino, vi dovea essere un limite alla sua capacità ragguagliato alle forze dell’uomo, che dovea servirsene. Ora, l’antica Brenta da libbre 80 corrispondeva a poco più di marchi 276 once 5 di acqua del Vasine: lo Stajo e mezzo di questa riforma a marchi 273; colla lieve riduzione di quasi 4 marchi venivasi a mantenere l’antica Bren-{{SAL|56|2|M.casanova}}
capacità veniva in tal modo ad esser doppia di quella dello Stajo dei grani (v. sopra Cap. I § 3), vale a dire, che, atteso il modo imperfetto con cui si costruivano questi vasi, il mastello di legno, che rispondeva al ''Sextarius vini'', avrà avuto una contenenza non minore di Once cubiche 874 del nostro Cavezzo, ed in ogni caso sempre superiore a questa cifra, non foss’altro che in conseguenza della alterazione che la temperatura poteva portare sul volume dell’acqua, colla quale se ne verificava la esattezza. Con ciò si spiega anche la particolarità di vedere la Brenta formata da uno Stajo e mezzo, invece di due Staja, come il Congius dell’epoca precedente (v. § 3), o di sei come quello di Como (v. Nota 143) e l’antico romano (v. Introd. § 1). In questa riforma si era preso per unità fondamentale lo Stajo, e ne era stata aumentata la capacità in corrispondenza al peso di circa 40 marchi: ma per la Brenta un tale aumento non potevasi fare senza andar contro a pericoli, perché trattandosi del vaso col quale si misurava, ma insieme si portava attorno il vino, vi dovea essere un limite alla sua capacità ragguagliato alle forze dell’uomo, che dovea servirsene. Ora, l’antica Brenta da libbre 80 corrispondeva a poco più di marchi 276 once 5 di acqua del Vasine: lo Stajo e mezzo di questa riforma a marchi 273; colla lieve riduzione di quasi 4 marchi venivasi a mantenere l’antica Bren-