Pagina:Frascherie.djvu/135: differenze tra le versioni

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{{Pt|E|È}} difficile la satira, perche i vitij, come inserti anche nelle depravate nature de’ Poeti, malagevolmente ponno esser dannati da medesmi in altrui, e per lo più le colpe, che nel nemico si rinfacciano, non si possiedono dall’Avversario, che le acusa. {{Pt|E|È}} così penuria d’huomini, che pravi non siano, come di Poeti, che si sdegnino delle pravità humane. Se questi Poeti fussero, sarebbero anche le satire. Chi si sdegna d’un male, se ne duole? Chi se ne duole schiamazza.
{{Pt|E|È}} difficile la satira, perche i vitij, come inserti anche nelle depravate nature de’ Poeti, malagevolmente ponno esser dannati da medesmi in altrui, e per lo più le colpe, che nel nemico si rinfacciano, non si possiedono dall’Avversario, che le acusa. {{Pt|E|È}} così penuria d’huomini, che pravi non siano, come di Poeti, che si sdegnino delle pravità humane. Se questi Poeti fussero, sarebbero anche le satire. Chi si sdegna d’un male, se ne duole? Chi se ne duole schiamazza.


Quei tali, che più vagliono à tesser su’ vitij i Panegirici, che le satire, son più Cortegiani, che Poeti; benche Poeti ancora{{SAL|135|3|OrbiliusMagister}}
Quei tali, che più vagliono à tesser su’ vitij i Panegirici, che le satire, son più Cortegiani, che Poeti; benche Poeti ancora