Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/181: differenze tra le versioni

Alebot (discussione | contributi)
m Ulteriore normalizzazione AutoreCitato
Alebot (discussione | contributi)
m Removing/replacing Template:SAL
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 2: Riga 2:




{{ZbPensiero|49/2}}Quello che ho detto nel principio di questo pensiero me ne porge un altro, cioè che infatti quella favola non pecca d’inverisimile, non essendo scritta per li pavoni ma per noi, i quali naturalmente siamo portati a credere che quelle zampe bruttissime agli occhi nostri sieno tali anche agli occhi dei pavoni. E quantunque il filosofo facilmente conosca il contrario, tuttavia scrive il poeta pel volgo, al quale non è inverisimile il dir, per esempio, che le stelle cadano, anzi lo dice {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} e si dice da’ villani e da’ poeti tuttogiorno, benché a qualunque non ignorante sia cosa impossibile. {{SAL|181|4|Vasco73}}<section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|50}}
{{ZbPensiero|49/2}}Quello che ho detto nel principio di questo pensiero me ne porge un altro, cioè che infatti quella favola non pecca d’inverisimile, non essendo scritta per li pavoni ma per noi, i quali naturalmente siamo portati a credere che quelle zampe bruttissime agli occhi nostri sieno tali anche agli occhi dei pavoni. E quantunque il filosofo facilmente conosca il contrario, tuttavia scrive il poeta pel volgo, al quale non è inverisimile il dir, per esempio, che le stelle cadano, anzi lo dice {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} e si dice da’ villani e da’ poeti tuttogiorno, benché a qualunque non ignorante sia cosa impossibile. <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|50}}




{{ZbPensiero|50/1}}A quello che ho detto nel 3° pensiero avanti al presente si aggiunga che le parole nuove si devono anche cavare dalle radici che sono nella propria lingua; e questa è una fonte principalissima, e dalla quale {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}, che passa pel creatore della lingua, derivò una grandissima e forse la massima parte delle voci ch’egli introdusse. E i derivati da questa fonte serbando, com’è naturale, il colore nativo della lingua piú che qualunque altro, se son fatti con giudizio, vengono a formare il miglior genere di voci nuove che si possano creare ec. ec.{{SAL|181|4|Vasco73}}<section end=2 />
{{ZbPensiero|50/1}}A quello che ho detto nel 3° pensiero avanti al presente si aggiunga che le parole nuove si devono anche cavare dalle radici che sono nella propria lingua; e questa è una fonte principalissima, e dalla quale {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}, che passa pel creatore della lingua, derivò una grandissima e forse la massima parte delle voci ch’egli introdusse. E i derivati da questa fonte serbando, com’è naturale, il colore nativo della lingua piú che qualunque altro, se son fatti con giudizio, vengono a formare il miglior genere di voci nuove che si possano creare ec. ec.<section end=2 />