Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/468: differenze tra le versioni
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;P.: Nanche usati à dirlo, quando considerauamo l’ausiliatoio, s’el nõ fusse stà fatto, diceuano che la cità doueua morire: poi quando fu fatto, se doleuano. de gli oratori quãdo uno persuase questo egli subito fugédo sene partì e ei pare gia uoler tuore le naui a’l pouero, nõ pare poi à li ricchi er agricoli. ui dolete de li Corinthij, e quelli però à te sono boni, e tu ti farai bono Argeo rude, e Hieronimo sapiente. la salute è gia dechinata, ma esso Trasibulo non sendo chiamato la determina. |
;P.: Nanche usati à dirlo, quando considerauamo l’ausiliatoio, s’el nõ fusse stà fatto, diceuano che la cità doueua morire: poi quando fu fatto, se doleuano. de gli oratori quãdo uno persuase questo egli subito fugédo sene partì e ei pare gia uoler tuore le naui a’l pouero, nõ pare poi à li ricchi er agricoli. ui dolete de li Corinthij, e quelli però à te sono boni, e tu ti farai bono Argeo rude, e Hieronimo sapiente. la salute è gia dechinata, ma esso Trasibulo non sendo chiamato la determina. |
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;D.: Huomo quanto sei sauio e intelligente. |
;D.: Huomo quanto sei sauio e intelligente. |
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;P.: Adesso bene m’hai laudato, dunque uoi ò popolo sete causa di queste cose, hauendo la mercede de’l publico. ognuno cõsiderate il guadagno uostro, et questo cõmune si riuolge come Esimo. se |
;P.: Adesso bene m’hai laudato, dunque uoi ò popolo sete causa di queste cose, hauendo la mercede de’l publico. ognuno cõsiderate il guadagno uostro, et questo cõmune si riuolge come Esimo. se dunq; |